Acqua, per la Sto mandare via Acea sarebbe una stangata

ALDO SIMONI per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

Gli 86 sindaci dell’Autorità d’ambito numero 5, quello di Frosinone, nei prossimi giorni saranno chiamati a pronunciarsi sulla risoluzione contrattuale con il gestore del servizio idrico, Acea Ato 5. Ma al di là di quel che potrebbe accadere dopo (nessuno infatti ha ancora prospettato un quadro preciso in merito) quel che è certo è che ci sono dei costi da riconoscere al gestore. Costi che sono stati calcolati qualche giorno fa dalla Segreteria Tecnico Operativa (Sto), in una relazione già presentata ai sindaci. Insomma, concretamente, quanto costerebbe al cittadino la decisione dell’assemblea dei sindaci di mandar via l’Acea da Frosinone?

La premessa è che oggi i cittadini stanno già pagando, da due anni, i conguagli dovuti per le tariffe degli anni che vanno dal 2006 al 2011, ovvero ben 75 milioni di euro, pari alla differenza tra le tariffe applicate in via provvisoria negli scorsi anni e la tariffa reale, stabilita alla fine dal commissario ad acta (perché i sindaci sono rimasti inerti a lungo).

I costi spalmati
Una somma (75 milioni, appunto) che l’Autorità d’ambito ha deciso di spalmare sulle bollette dei cittadini in tre anni e la cui fatturazione terminerà nell’estate 2017. Ad oggi, dunque, quale è la situazione? Prendiamo, come esempio, una bolletta emessa lo scorso 4 ottobre ad un utente di Frosinone. Ebbene, su un consumo di 4 metri cubi si pagano rispettivamente: 10,78 euro di acqua, 3,06 euro di fognatura e 9,36 euro di depurazione. Dunque 23 euro circa. La bolletta però quasi raddoppia, arrivando a 40,54 euro, con l’applicazione di 13,59 euro di conguagli (relativi, appunto, al periodo 2006-2011). Insomma, alla fine, complessivamente, un metro cubo d’acqua è costato ben 10 euro!!

Nel caso in cui i sindaci dovessero mandar via Acea, alla fine i costi sarebbero molto più elevati. Il “conto” inizia sempre dai conguagli. In primis c’è da conteggiare la quota rimanente dei 75 milioni, da qui all’estate 2017, orientativamente un terzo del dovuto, quindi 25 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 53 milioni di euro determinati dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, sempre come conguaglio, per gli anni 2012-2015. Infine, sempre a proposito di conguagli, ci sono quelli da riconoscere per le tariffe degli anni 2016 e 2017. Una somma questa ancora da calcolare. La Sto, nella sua relazione, calcola che tale cifra possa andare da 21 a 47 milioni di euro. Solo di conguagli, parliamo dunque almeno di 99 milioni di euro (calcolandone 21, il minimo, per gli anni 2016-2017).

Gli investimenti
A ciò vanno aggiunti 98 milioni di euro che la Sto ha calcolato come valore residuo degli investimenti realizzati. Di che si tratta? Sono i costi previsti dalla convenzione per opere e impianti derivanti dalla realizzazione degli investimenti effettuati dalla Società per cui è previsto un ammortamento finanziario fino al termine della gestione (2033). Ma da dove saltano questi ulteriori 98 milioni? La Sto ha calcolato questi importi: si tratta di 64 milioni per il 2015, 17 milioni per il 2016 e 17 per il 2017. La somma cresce, infine, con altri 10,7 milioni di euro di oneri previsti dall’atto transattivo del 2007. Totale: 207 milioni a cui andranno sottratti, spiega la Sto, 28 milioni di canoni concessori non versati da Acea oltre a varie penali che possono essere applicate.

Dunque, la cifra finale da corrispondere ad Acea si aggira intorno ai 175-180 milioni di euro. Considerando che le utenze totali provincia di Frosinone sono 185.850, basta fare una semplice divisione per capire come la risoluzione potrebbe costare, ad utenza, circa 950 euro. Ovviamente si tratta di un calcolo medio, perchè ogni bolletta è proporzionale ai consumi. Ma intanto la cifra dà l’idea dei costi cui ogni famiglia andrebbe incontro. Cifre sulle quali, ora, i sindaci sono chiamati a riflettere.

Il caso
Se per un utente di Acea un metro cubo d’acqua, alla fine, costa circa 10 euro la situazione è ben diversa per gli utenti di Cassino che, ad oggi, non sono serviti da Acea Ato 5. Per i 13.074 utenti dell’acquedotto comunale di Cassino, infatti, le tariffe sono moltomeno pesanti.

E vediamo come: gli utenti del centro urbano (incluso il servizio di fognatura) pagano 120 euro all’anno mentre chi abita in periferia, senza la depurazione, paga 60 euro, in entrambi i casi fino al consumo di 108 mc. Le eccedenze, oltre i 108 mc, vengono calcolate a parte annualmente. Sempre nel comune di Cassino ci sono altri 2700 utenti residenti nelle frazioni di Caira, S.Angelo, San Michele e s.Antonino che, però, sono serviti da Acea e, dunque, pagano tariffe diverse, come negli altri comuni della provincia.

Queste le tariffe delle eccedenze degli utenti di Cassino: da 109 a 162 mc si paga 0,56 euro a mc; da 163 a 216 mc 0,84 euro a mc; da 217 a 999 mcsi arriva a 1,43 euro a mc. Proprio in questi giorni, stanno arrivando le bollette con le eccedenze idriche del 2006, sollecitate nel 2011. L’invio è a cura della società «Ica» di La Spezia che ha avuto l’appalto per il recupero dei crediti. Sono cominciate le proteste dei cittadini e le file davanti all’ufficio tributi per chiedere informazioni sui consumi di dieci anni fa, ormai incontrollabili.

Per chi non ha ricevuto la lettera raccomandata nel 2011 o per chi ha fatto ricorso al giudice di pace la bolletta potrebbe essere annullata dagli uffici. Comunque tra il comune di Cassino e il gestore privato del servizio idrico, Acea Ato5, è in atto da anni un braccio di ferro per la gestione dell’acquedotto. Il Comune ha perso la causa al Consiglio di Stato che ha imposto la consegna degli impianti ad Acea. Contro tale provvedimento il sindaco con una ordinanza ha bloccato la consegna delle chiavi fin quando Acea non dimostrerà di avere la risorsa idrica propria per alimentare l’acquedotto.

A sua volta Acea ha inoltrato un altro ricorso. Nel frattempo, però, è stata avviata una trattativa tra i due contendenti per la cessione, a pagamento, di 200 litri d’acqua al secondo che il comuneha ricevuto, come compensazione per la captazione, dalla società Acqua Campania.

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