I sindaci giocano, noi paghiamo (ecco come si legge la bolletta Acea)

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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I sindaci giocano e i cittadini pagano. Si lanciano sulle barricate, tengono in mano la torcia accesa pronti ad incendiare la piazza. Strillano contro la maledetta Acea e le sue salatissime bollette. Tanto, alla fine, se le cose si mettono male sono i cittadini a pagare. E non c’è scritto che buona parte del sale che ogni due mesi ci fa piangere, dentro la bolletta c’è l’hanno messo loro.

Riassumiamo i fatti (Se cliccate qui questa riga trovate la ricostruzione con tutte le date). Per farla breve: avevamo un contratto con Acea, la ditta dice che i sindaci hanno sbagliato ad indicare le tariffe in base alle quali lei ha risposto al bando di gara, viene individuato un accordo; cambia il presidente della Provincia e il nuovo impugna quell’accordo, denunciando le tariffe. I sindaci non sono capaci di fissare le tariffe nuove e Acea, stanca di aspettare, dopo un anno chiede l’intervento del giudice. Il quale stabilisce che dobbiamo risarcire Acea pagandole 75 milioni di euro: in comode rate, in bolletta, e i sindaci zitti con la coda tra le gambe. Tanto sulla bolletta non c’è scritto che è colpa delle loro geniali incapacità.

Ma quanto stiamo pagando, in ogni bolletta? Prendetela e facciamo insieme due conti.

La prima cosa che si nota è: l’acqua non si paga. Non c’è il prezzo dell’acqua: è pubblica e non può essere pagata. Allora cosa accidenti paghiamo? Il servizio. Noi paghiamo il fatto che Acea la prende dalla sorgente, la pesca e la pompa nelle condotte, tiene (vabbé… dovrebbe tenere) in efficienza le condotte e ci manda solo acqua pura e depurata.

Va bene e quant’è? La tariffa stabilita dal commissario indicato dal giudice (perchè i sindaci non hanno avuto il coraggio di decidere, come ha ammesso l’ex presidente Giuseppe Patrizi, leggi qui il precedente).

Se leggete l’importo sono pochi soldi. Poi c’è la quota per la depurazione (insomma, il gabinetto lo scaricate tutti quanti, non penserete che gli affari vostri finiscano direttamente in mare? Vanno nel depuratore, che viene gestito da Acea). Poi ci sono le tasse… E c’è la quota che ci hanno regalato i sindaci.

Sulla bolletta, oltre ai costi fissi (consumi, depurazione, ecc) c’è la quota relativa ai famosi 75 milioni di conguaglio. Il calcolo brutale è presto fatto: i conguagli sono 75.180.000 euro, gli utenti in provincia di Frosinone sono 186mila

Quindi, mediamente, ogni utente deve pagare 404 euro + IVA 10%, per un totale di 445 euro.

Il recupero avviene in tre anni il che significa 148 euro all’anno spalmato sulle varie bollette.

Naturalmente, il tutto è legato al consumo storico effettivo di ogni utente, quindi sicuramente nessuno paga esattamente 445 euro ma ognuno pagherà un po’ di meno o un po’ di più in base a quanto ha consumato negli anni 2006-2011. La cifra però rende l’idea.

La fatturazione di questi conguagli è incominciata a luglio 2014 quindi significa che l’importo sarà completamente recuperato nel luglio 2017.

A quel punto abbiamo finito con i regali i dei sindaci?

Manco per niente.

Una volta finito di pagare i 75 milioni di euro dovuti all’incapacità dei nostri sindaci, inizieremo a pagare i 53 milioni riconosciuti come conguaglio per gli anni 2012-2015.

Perchè ci sono pure quelli. Infatti i sindaci, non contenti di non essere stati capaci di determinare la tariffa fino fino al 2011, non sono stati in grado nemmeno di stabilirla pure per il periodo fino al 2015.

Chi ha provveduto? Ancora una volta un commissario.

Questi 53 milioni non sono ancora fatturati in bolletta, nonostante il recupero dovesse iniziare nel 2016, perché l’autorità d’ambito non ha ancora deciso come farli recuperare ad Acea.

Spalmerà anche questi sulle bollette, li scalerà sui canoni concessori, o deciderà ancora altro?

Oltre a queste voci c’è poi una quota fissa, definita dall’Autorità garante, che l’utente paga per il funzionamento dell’ente d’ambito.

Meglio che non vi diciamo quanto li paghiamo.