Lite e dimissioni: «Carlo offendi la mia intelligenza» ecco perché D’Alessandro ha mollato

Il sindaco di Cassino Carlo Maria D'Alessandro si è dimesso. Ha protocollato la sua rinuncia al mandato dopo una lite con la consigliera Calvani. Malore per entrambi in municipio. Interviene il 118. Ecco cosa si sono detti. E perché hanno discusso. E cosa c'è dietro.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una discussione sui parcheggi a pagamento. Sul bando messo di nuovo in discussione.

Il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro si è dimesso al culmine di una lite con la consigliera comunale di maggioranza Francesca Calvani. Immediatamente prima che un malore facesse collassare sia lui che la sua consigliera.

 

Le dimissioni

Carlo Maria D’Alessandro ha protocollato la sua rinuncia alla carica verso le 13: c’è andato di persona. In due avevano appena rifiutato di portare quelle dimissioni nell’ufficio per la registrazione ufficiale dell’atto: prima la segretaria e poi il vicesindaco Beniamino Papa.

Fino ad un attimo prima Carlo Maria D’Alessandro era stato a strillare con Francesca Calvani. Voci alte, urla, accuse di incompetenza, da un lato e dall’altro.

La consigliera era andata a chiedere chiarimenti sul bando per i parcheggi blu: una questione tecnica, legata alla notizia che fosse necessario mettere mano ancora una volta alla gara.

 

«Non ti credo» «Basta, me ne vado»

Il tono delle voci si fa sempre più alto. Fino a quando il sindaco fornisce una risposta alla sua consigliera e lei non gli crede: è convinta che sia una bugia.

Francesca Calvani allora dice, arrabbiata: «Non ci credo Carlo. Tu così offendi la mia intelligenza. Almeno abbi la decenza di dirmi ‘Francesca sono stato costretto a comportarmi così’. E a quel punto sono anche pronta a darmi un pizzico sulla pancia per andare tutti avanti. ma Carlo non offendere la mia intelligenza».

È la scintilla all’interno di una Santa Barbara pronta ad esplodere. Carlo Maria D’Alessandro si alza dalla sedia, inizia a gesticolare. E inizia a rispondere con il suo tono di voce alto. Risponde alla consigliera tutto quello che pensa di lei e della pratica sui parcheggi a pagamento.

Francesca Calvani non ci sta. Contrattacca. «Tu, così, a me, non ti ci rivolgi più».

I toni di entrambi ormai sono fuori controllo e dai corridoi si sente tutto.

C’è chi racconta di toni altissimi, insulti incrociati: cose che accadono quando si perdono le staffe.

 

Il malore

Francesca Calvani esce dalla stanza. Poi la vedono rientrare. Il sindaco urla. Lei risponde. Sono entrambi alterati. «Non ti devi permettere… », «Tu non devi…»

La consigliera inizia a sentirsi male. Trema. È pallida: non riesce a parlare. Chi è lì intorno se ne accorge e la fa accomodare nella stanza dell’assessore alla Polizia Locale.

In quel momento Carlo Maria D’Alessandro imbocca le scale e va a consegnare le dimissioni.

Appena protocollate, sale le scale e torna nella sua stanza. È lì che ha la crisi ipertensiva. Si sente male. Chiamano il 118. Arriva un’ambulanza.

Il sindaco ha la pressione massima a 220, la minima a 140. Lo stabilizzano.

Ma è Francesca Calvani ad avere più bisogno dei medici. nella stanza vicina è in preda ad una crisi di panico, ha un principio di collasso, non riesce a parlare.

Intanto in municipio arrivano i familiari del sindaco ed il medico Carmelo Palombo: il coordinatore provinciale della Lega aveva terminato il lavoro d’ambulatorio ed era andato a prendere un aperitivo nel bar di fronte alla casa comunale.

Carlo Maria D’Alessandro si riprende e va via, sulle sue gambe, accompagnato dal funzionario Gianni Lena.

Mentre Francesca Calvani ancora non si riprende. I sanitari devono stare vicino a lei fino alle 15.

 

Il Cimitero, i parcheggi… i voti

Carlo Maria D’Alessandro era tesissimo già da martedì. A mandarlo su tutte le furie era stata la pratica sul cimitero: i lavori per la nuova ala ancora non si sbloccano. E nel frattempo sono rimasti pochissimi posti a disposizione delle salme.

Il caso del bando sui parcheggi a pagamento lo ha fatto innervosire ancora di più. la discussione con la consigliera ha innescato la rabbia.

Legata anche al fatto che da giorni i consiglieri di maggioranza lo stavano mettendo sotto pressione. Avevano chiesto al sindaco una riunione, per fare il punto sulla situazione amministrativa. E politica.

Soprattutto la parte politica è quella che preoccupava il sindaco. Perché il voto alle provinciali di una settimana fa ha messo in chiaro un aspetto: i voti per farlo cadere ci sono. E sono tutti di centrodestra.

 

La maggioranza labile

I franchi tiratori che hanno impallinato Tommaso Ciccone vengono in buona parte da cassino. Carlo Maria D’Alessandro ha capito chi sono. Ed ha avuto chiaro che ormai è ostaggio della sua maggioranza.

Una situazione talmente tesa che martedì, nella discussione era intervenuto il presidente del Cosilam Mario Abbruzzese, ricordando al sindaco di non farsi ricattare «Perché tu sei il sindaco, se tu vinci i consiglieri vincono con te, per perdi tu perdono anche loro».

Le dimissioni sono un modo per tirarsi fuori e dire “prima che mi tagliate i ponti voi, lo faccio io: non mi faccio ricattare”.

Il quesito sui parcheggi a pagamento ha dato fuoco a tutto. Ma era solo un pretesto.