Il sindaco senza numeri e lo smemorato di Collegno

Quando la campagna elettorale trasforma un imprevisto in accusa politica. Come accade a Sora. Dove il consigliere di maggioranza Mosticone perde la connessione internet e l’opposizione chiede la verifica del numero legale. Il Consiglio comunale viene sciolto con due soli punti approvati su sette. Suscitando l’ira dei colleghi. E ricordando al sindaco di essere ostaggio dei suoi.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Un minuto prima del gong. Esattamente come vuole la consuetudine. Il Consiglio comunale di Sora ieri pomeriggio è iniziato alle 17.29: ad una manciata di secondi dallo scadere dell’ora concessa ai Consiglieri per radunarsi. In questo caso, per connettersi visto che la seduta si teneva a distanza a causa dell’emergenza Covid.

Partenza normale, ritmi di marcia spediti. Al punto tale da apparire chiaro che il Consiglio non sarebbe andato per le lunghe, come accade di solito con sette punti in discussione. Mai le premesse avrebbero lasciato immaginare la fine dopo il secondo punto, per mancanza del numero legale: troppo pochi connessi, fine della fiera.

Alessandro Mosticone (Foto: AG IchnusaPapers)

Cosa è accaduto? Al consigliere Alessandro Mosticone cade la connessione internet. Qualcuno della minoranza se ne accorge e, ben consapevole che l’Amministrazione De Donatis si tiene in piedi per un solo voto in più rispetto all’opposizione, chiede la verifica del numero legale. Lo fa Luca Di Stefano. Si associa Fabrizio Pintori.

La seduta viene sciolta. Con le dure reazioni del sindaco Roberto De Donatis e dei consiglieri Lino Caschera (Lega) e Massimiliano Bruni (Fratelli d’Italia). A cui, raggiunto telefonicamente da Alessioporcu.it, replica proprio Alessandro Mosticone.

La provocazione non raccolta  

Ore 17.29, il presidente Antonio Lecce dichiara aperta la seduta e invita la Segretaria generale a fare l’appello. Tutti presenti. Tranne i due consiglieri di opposizione Antonio Farina e Augusto Vinciguerra.

Primo punto: approvazione Bilancio consolidato anno 2019. Relaziona l’assessore Maria Gabriella Paolacci. Pochi minuti. Per spiegare che l’argomento “riguarda tutte le società di cui il Comune detiene la partecipazione”. E le elenca: “Farmacia comunale, Ambiente Surl, Saf, Aipes, Consorzio Asi, Centro commerciale naturale in liquidazione”. Spiega che si tratta di un “documento tecnico che riguarda atti già posti all’attenzione del Consiglio comunale”.

Fabrizio Pintori e Massimiliano Bruni

Non seguono interventi. Poi le dichiarazioni di voto. Arriva solo quella del consigliere di minoranza Fabrizio Pintori (Movimento 5 Stelle). “Esprimo – dice – voto contrario. Mi auguro che i consiglieri di maggioranza che avevano espresso dubbi sulla Farmacia lo facciano anche adesso”. Nessun altro parla. Tre assenti, cinque contrari dell’opposizione e nove favorevoli. La maggioranza vota compatta: compresi Alessandro Mosticone e Floriana De Donatis che sulla gestione diretta della farmacia comunale non erano d’accordo. Ma non hanno raccolto la provocazione di Pintori.

Secondo punto: approvazione Piano Economico Finanziario (PEF) Tari 2020. Illustra ancora l’assessore Paolacci. Nessun intervento, nessuna dichiarazione di voto. Nove si della maggioranza. Sei no dell’opposizione e due assenti.

Terzo punto: approvazione Documento Unico di Programmazione (D.U.P.) 2021-2023. Ritirato per mancanza di documentazione.

La trappola della minoranza

Il presidente legge il quarto punto: Approvazione Regolamento di Contabilità. Dalla minoranza Luca Di Stefano prende la parola e chiede la verifica del numero legale: cioè controllare se ci sono abbastanza consiglieri per poter ritenere valida la seduta. Pintori si associa. Qualcuno dai banchi virtuali della maggioranza fa notare che si è appena votato e il numero legale c’era.

Ma “se i consiglieri lo chiedono dobbiamo rifare l’appello” spiega il presidente Lecce.  Per la minoranza Farina e Vinciguerra erano già assenti. Gli altri sei non rispondono. Per la maggioranza non risponde Mosticone. Gli è caduta la connessione. Ma da lì a pochi minuti verrà accusato, processato e condannato dai suoi compagni di cordata: dicono che lo ha fatto di proposito.

Luca Di Stefano

Si va al conteggio: otto presenti. Manca il numero legale. Devono essere almeno la metà più uno dei consiglieri eletti. Cioè nove. L’assenza di Mosticone sta per determinare lo scioglimento della seduta di Consiglio. Con sindaco e Amministrazione che incassano una magra figura.

Era già accaduto su una delibera per le case popolari. Quella volta oltre a Mosticone era assente anche Massimiliano Bruni (Fratelli d’Italia), impegnato in un vertice di centrodestra sempre a Sora. E anche allora a far scattare la trappola politica era stato Luca Di Stefano. (leggi qui Il centrodestra è in riunione, salta la seduta del Consiglio Comunale).

Altre volte era mancato soltanto per l’immediata esecutività. Come nel caso della delibera per la trasformazione della Farmacia comunale (leggi qui La Farmacia passa alla Ambiente ma da febbraio).          

Un “comportamento meschino

Il numero legale non c’è. La seduta va sciolta. E dai banchi della maggioranza in tanti si tolgono le scarpe e cominciano a lanciare i sassolini.

Il primo a farlo è il sindaco Roberto De Donatis: “Questo comportamento è scandaloso, è meschino. Sono giochetti da prima Repubblica. Qualcuno non si rende conto del periodo che stiamo vivendo. Da parte mia però non intendo proseguire i lavori del Consiglio in una modalità non certa. Perché gli atti amministrativi debbono essere assunti nel pieno adempimento delle leggi come abbiamo sempre fatto, in piena trasparenza. Quindi chiedo al presidente di sospendere i lavori”.

Lino Caschera

Gli fa eco Lino Caschera, il consigliere della Lega delegato alle Manutenzioni: “Non trovo il termine adatto per definire questi nostri colleghi. Hanno fatto la richiesta di verifica del numero legale e poi hanno abbandonato. In un momento storico particolare come quello che stiamo attraversando, la città deve conoscere i giochetti beceri e infantili dei nostri colleghi che hanno abbandonato”. Fa appello ai giornalisti collegati da remoto ai lavori del Consiglio, affinché diano atto di quanto accaduto.

“Il senso di responsabilità in Consiglio dovrebbe averlo in primis soprattutto chi oggi riveste il ruolo di maggioranza. Posso capire l’opposizione che svolge il proprio ruolo…”. Sono parole del consigliere di Fratelli d’Italia Bruni. Chiaramente lanciate contro Mosticone.

Poi l’appello al sindaco: “Invito di nuovo a valutare la possibilità di tenere il Consiglio comunale in presenza, proprio perché il momento è particolare. Noi che abbiamo un ruolo pubblico dobbiamo essere in prima linea. Naturalmente rispettando tutte le norme. Ma visti certi atteggiamenti il prossimo Consiglio comunale si faccia in presenza”.

Lo smemorato di Collegno

Raggiunto telefonicamente circa mezz’ora dopo lo scioglimento dell’Assise, il consigliere di maggioranza Alessandro Mosticone spiega l’accaduto: “Mi è caduta la connessione. Come accade spesso nei collegamenti da remoto e come spesso è accaduto anche ad altri”.

Nino Taranto e Totò ne Lo Smemorato di Collegno

E respinge al mittente le accuse dopo le dichiarazioni contro di lui. “Trovo a dir poco scorretto fare dichiarazioni, considerazioni o allusioni senza nemmeno conoscere le motivazioni di quanto accaduto. Mi hanno sempre insegnato che in politica (quella con la P maiuscola di cui evidentemente qualcuno mastica poco) non si parla mai delle persone assenti. Detto ciò penso che mi ricordano molto lo Smemorato di Collegno”.

E a microfoni spenti aggiunge: “Vadano a vedere chi era” riferendosi a un famoso caso giudiziario accaduto in Italia tra il 1927 e il 1931: un individuo viene ricoverato al manicomio di Collegno per amnesia; i familiari di un professore caduto in combattimento nella I Guerra Mondiale lo riconoscono per il loro congiunto; altrettanto fanno i parenti di un tipografo ricercato per truffa e sostituzione di persona. Lo smemorato continua a dire di non ricordare ma per i periti simula tutto. Ne nasce un caso giudiziario appassionante. ispirandosi al quale, anni più tardi, Totò ricaverà una celebre pellicola.

Sicuramente, Alessandro Mosticone, si riferiva a questa. Perché la storia di Sora fa più sorridere che piangere.

La sintesi politica

Il Consiglio comunale di ieri sera ha risentito del clima politico nazionale e soprattutto della decisione di rinviare all’autunno le elezioni comunali previste a Sora in primavera. Non ci sono state, infatti, le solite schermaglie e punzecchiature tipiche del periodo pre elettorale.

Il presidente del Consiglio Comunale di Sora Antonio Lecce

Lino Caschera e Massimiliano Bruni provano il dialogo per mettere insieme Lega e Fdi: cosa molto difficile se si considera quanto sta accadendo in provincia di Latina: le due forze stanno andando separate ad ogni appuntamento con le urne, con la benedizione del coordinatore regionale Claudio Durigon.

Cinque Stelle e Pd non litigano più. Luca Di Stefano continua nella sua campagna di aggregazione con la quale ottenere una massa critica che gli consenta di arrivare al ballottaggio.

Non è scoppiata la pace. Si sono solo azzerate le trattative. E ripartono dal nuovo orizzonte politico. E dalla nuova scadenza. del voto.