Siria, Tajani sente May e domani vede Macron

Il presidente Ue prende le redini della diplomazia: parla con May e prende appuntamento con Macron. E dice all'Italia: no a sanzioni.

«Credo si debba lavorare per la pace, per  impedire un’escalation militare in Siria e nell’intero Medio Oriente»: Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, lo ha detto oggi ai  microfoni di ‘6 su Radio 1’ commentando la situazione in Siria, dopo  il raid da parte di Usa, Gran Bretagna e Francia.

«L’Europa -prosegue  Tajani- dovrebbe svolgere un ruolo più attivo. Ho parlato con Theresa May, mi ha detto che anche lei vuole lavorare intensamente con i propri partner europei, che l’attacco era mirato alle armi chimiche  e che non vuole un’escalation. Domani incontrerò Macron. A lui dirò  che l’Europa deve lavorare unita; non è sufficiente che Francia e Gran Bretagna si schierino e si impegnino. È chiaro che l’uso delle armi  chimiche è inaccettabile».     

 Per il presidente del parlamento europeo le armi chimiche devono essere messe al bando da parte di tutti,  bisogna lavorare per la pace. Ha evidenziato che in quell’area del Medio Oriente ci sono tanti nodi da sciogliere che non riguardano solo Russia e Stati Uniti. E che spesso viene usata per lanciare messaggi trasversali. Ad esempio all’Iran, come aveva specificato nelle pre sorse (leggi qui Tajani: «In Siria la parola ora passi alla diplomazia»)

Antonio Tajani ha specificato che «l’Europa dovrebbe fare di più  per cambiare una situazione dove ci sono tanti interessi in contrasto. L’Europa può avere un ruolo di ponte tra queste due grandi potenze in  un momento in cui c’è bisogno di stabilità soprattutto nell’area del  Mediterraneo. Bisogna far capire alle potenze locali che non si  possono combattere guerre per interposta persona creando poi  tensione».

 

L’Italia in questo momento è senza un premier e senza un Governo. E questo la tiene fuori dai tavoli nei quali si prendono le decisioni strategiche. «Dovrebbe svolgere un ruolo da protagonista ma oggi  non lo può fare perché non ha un governo nella pienezza dei poteri». 

In merito alla possibilità che l’Europa possa seguire l’esempio degli  Stati Uniti infliggendo nuove sanzioni alla Russia, Tajani è netto:  «In questo momento credo serva rafforzare il dialogo. Inasprire le  sanzioni non credo sarebbe la soluzione più adatta per mettere la  Russia dalla parte di chi vuole battersi contro le armi chimiche e  dalla parte di chi vuole stabilità in quell’area. Più che sanzioni  credo serva il dialogo e il confronto per far capire a Mosca che è  anche suo interesse lavorare per la stabilità».

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