Guardie per portare via Ottaviani: al Sisto finisce nel caos

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La vigilanza privata che sale sul palco per portare giù di peso il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, colpevole di avere sforato i tre minuti concessi per gli interventi. Il presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli che viene sentito dire «Se questo riparla, lo gonfio di botte». Il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro che dall’alto del suo 1.85 e stazza annessa, si lancia verso le guardie private e gli intima: «Scendete da lì e non permettetevi di toccare il sindaco del Capoluogo, uscite da questa sala». Il presidente della commissione Riforme della Regione Lazio Mario Abbruzzese che grida a Marcello Pigliacelli: «Se avevi provato a fare a me quello che hai appena fatto a Nicola ti avevo già spaccato il culo: tu sei matto».

Istantanee dalla riunione privata convocata dal presidente della Camera di Commercio presso il Multisala Sisto a Frosinone. Che aveva l’aspirazione di individuare una soluzione condivisa alla questione del contratto con Acea che i sindaci vogliono strappare. Ma non aveva nessuna possibilità di riuscirci. Perchè esiste già un’assemblea dei sindaci che è deputata a discutere cosa vuole fare dell’acqua. E quell’assemblea ha già detto in modo chiaro cosa vuole fare. Vuole avviare l’iter di risoluzione del contratto con Acea. Se qualcuno non aveva ancora le idee chiare, ieri i sindaci glielo hanno ricordato depositando la bozza finale da votare in aula (leggi qui)

Il sindaco di Frosinone sale sul palco e dice in modo chiaro che la riunione convocata da Pigliacelli è un’invasione di campo. E che la prefettura se ne sta rendendo complice. Imbarazzando il vice prefetto Ernesto Raio che dal tavolo della presidenza dice: «se il prefetto avesse saputo la piega che avrebbe preso questao incontro, non mi avrebbe certo mandato qui». Il presidente esecutivo di Acea Ato 5 Paolo Saccani è con la mano destra sulla fronte e lo sguardo sul tavolo.

Il caos si scatena quando Raio aggiunge: «Ho l’impressione che, dagli interventi, si stia andando più verso un processo ad Acea che ad una soluzione condivisa». E’ lì che Nicola Ottaviani esplode: «Scusi prefetto e questa soluzione qual è: che stanno tentando di portare il sindaco di Frosinone giù dal palco? Ma lei si rende conto di che corto circuito istituzionale si sta verificando? Basta con il pittoresco» tuona il sindaco.

La presenza delle due guardie giurate alle sue spalle, mandate con il compito di portarlo giù, non l’accetta nemmeno per un secondo: «Io chiedo che si fotografi l’indicazione del presidente della Camera di Commercio, che non ha nulla a che fare con i sindaci, di portare il sindaco di Frosinone giù dal palco. Siamo alla follia istituzionale caro prefetto: che va interrotta».

Le due guardie sollecitano Nicola Ottaviani a scendere. Fanno quasi per toccarlo: «Ma non vi permettete nemmeno di pensarlo!» gli grida Ottaviani. E’ lì che si alza il sindaco D’Alessandro e si lancia verso il palco urlando alle guardie di scendere. Con tutto quello che poi ne segue.

Quando arriva il suo turno, Carlo Maria D’Alessandro dal palco chiede a Nicola Ottaviani «la cortesia istituzionale di far firmare anche a me ed al sindaco di Ceccano la nota di protesta al prefetto ed al Ministero dell’Interno contro questo cortocircuito istituzionale violento al quale la Camera di Commercio non si doveva prestare e nemmeno la prefettura».

Il caos ha oscurato quello che era l’unica vera notizia politica del giorno. Maturata nella sala del Sisto solo per un puro caso. L’ha portata il presidente della Provincia Antonio Pompeo. In apertura di lavori ha annunciato che è stato un boomerang clamoroso l’assemblea dei sindaci del 2 settembre scorso. Quella in cui è stato deciso di non decidere nulla sull’aumento dell tariffe (leggi qui la riunione del 2 settembre sulle tariffe). L’autorità per l’Energia, cioè l’ente che deve stabilire le tariffe, ha risposto. Ed ha detto o in 30 giorni i sindaci deliberano cosa vogliono fare oppure passa la richiesta di Acea. Che ha chiesto 77 milioni di conguaglio sulle bollette più la conferma dell’aumento al 9%.

Una lettera che mette in mutande i sindaci di centrodestra e conferma la linea assunta a settembre da Amtonio Pompeo.

Ma tutto questo è finito in ombra per avere mandato due guardie giurate a portare giù dal palco il sindaco di Frosinone.

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