Smeriglio: “È l’ora di una Piazza Grandissima per Roma e Regione”

L'architetto di Piazza Grande: "Vi spiego cosa è stata. E perché si è fermata”. L'addio di Zingaretti: "Qualcuno nel Pd lo ha scambiato per la Croce Rossa”. Il ruolo del M5S "Sottrarlo ai reazionari è stato un merito”. L'importanza di Roma. La prospettiva dopo il voto. E l'idea per la Regione dopo Zinga

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Ha teorizzato un campo largo per il Pd e lo ha chiamato Piazza Grande: ha visto giusto Massimiliano Smeriglio. Quella piazza ha cominciato a riempirsi di tanti giovani ai quali avevano fatto credere che la politica è solo affari; tanti con i capelli grigi che in piazza non ci andavano più dai tempi di Berlinguer. Un pezzo di quella piazza è stato fondamentale per portare Nicola Zingaretti al timone del Partito Democratico. Poi l’architetto ha deciso che era arrivato il momento di cambiare aria: addio alla Regione Lazio, al posto di vice di Zingaretti. Ha staccato il biglietto per fare il pendolare tra Roma e Bruxelles. È lì che ora fa il Parlamentare Europeo. È da lì che ha tracciato la sua rotta ideale per la sinistra. Ed ha disegnato una lista da mettere in campo nella Capitale a sostegno di Roberto Gualtieri. (Leggi anche qui).

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Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Che fine ha fatto Piazza Grande?

Piazza Grande è stata una opportunità importante di cambiamento radicale e rigenerazione del campo democratico. Personalità, gruppi, intellettuali, realtà del mondo del volontariato, del cattolicesimo di base, della sinistra sociale si avvicinarono e sostennero con forza la candidatura di Nicola Zingaretti. Oltre un milione di persone”.

Una aspettativa importante andata a sbattere sulla costituzione materiale del Pd che pare chiudersi a riccio di fronte a qualsivoglia tentativo di apertura e rimescolamento della carte. Talmente impenetrabile che ha portato alle dimissioni di Zingaretti con parole di fuoco contro il suo Partito ostaggio di correnti capibastone e interessi particolari”.

Per una parte del Pd l’alleanza con i 5 Stelle è inevitabile, per una parte è motivo di orticaria: chi ha ragione?

L’aver investito nel rapporto con il Movimento 5 stelle, averlo sottratto alla torsione reazionaria portato nel campo progressista è un servizio svolto alla Repubblica. Nel mondo si contrappongono due visioni, quella nazionalista razzista omofoba e quella eco progressista. Oggi con i Cinque Stelle saldamente ancorati alla sfera democratica significa essere competitivi e provare a sconfiggere alle prossime elezioni politiche il polo nazionalista e di destra estrema. Anche perché la vocazione maggioritaria con il 18% fa sorridere un bel po’ ”.

Nicola Zingaretti e Massimiliano Smeriglio
Chi rappresenta oggi la sinistra?

La sinistra oggi è poco e male rappresentata, nel Pd e fuori. E senza una sinistra forte radicata capace di visione non ci sarà un cambiamento radicale, non ci saranno politiche di welfare e salariali all’altezza delle difficoltà che stiamo attraversando. Ma la sinistra deve essere innovativa ecologista capace di immaginare un nuovo modello di sviluppo parlando alle persone che oggi vivono ai margini e fuori da livelli dignitosi di vita”.

Ci sarà una Piazza Grande per Gualtieri?

Una Piazza grandissima è già al lavoro ma nella logica coalizionale, senza ricondurre tutto e solo al Pd. Ma organizzando un’alleanza plurale con diverse liste capaci di parlare a mondo e soggetti diversi. In questo senso e con spirito di squadra e di totale lealtà a Roberto Gualtieri sostengo la lista della Sinistra civica ecologista​”.

Per Smeriglio di Cosa ha bisogno politicamente Roma?

Ha bisogno di una passione grande, di cura, persino di amore. E ha bisogno di una classe dirigente larga, competente motivata capace di mettere insieme la manutenzione ordinaria che tanto fa penare i romani e un progetto ambizioso globale che rimetta Roma al centro del crocevia mondiale. Il luogo che gli spetta.

Ci sarà mai un’altra stagione degli Argan, Petroselli, Nicolini a Roma?

Lo spero anche se l’idea di un uomo solo al comando è una idea sbagliata. Per governare Roma servono almeno 200 persone tra Campidoglio municipi municipalizzate. Soprattutto serve una connessione sentimentale nuova con i romani con chi vive studia lavora fatica a Roma. Un nuovo patto con i cittadini garantito da forme di partecipazione e protagonismo civico”.

Massimiliano Smeriglio
I sondaggi danno previsioni molto positive per la lista che avete messo in piedi a Roma: perché?

“I sondaggi sono incoraggianti ma rimangono tali. Dobbiamo lavorare sodo nelle periferie, tra i giovani che vedono nella emergenza climatica la priorità, con le donne protagoniste di percorsi femministi. Dobbiamo convincere i cittadini che c’è una strada per riaffermare i valori di uguaglianza, appunto dando fiducia alla Sinistra civica ecologista”.

Ma secondo lei perché Zingaretti non si è candidato come sindaco?

Nicola è persona generosa, ma non può essere scambiato per la Croce Rossa. Arrivammo in Regione perché c’era una emergenza democratica e serviva vincere. Ora sta governando egregiamente la Regione contrastando in maniera forte la pandemia. Immagino che quando ci avvicineremo alla fine della legislatura deciderà cosa fare. Non poteva farlo prima avendo preso un impegno con i cittadini del Lazio”.

Che tipo di segnale manderanno alla Politica del Paese queste comunali?

Se vinceremo a Milano Bologna, Napoli in alleanza con i Cinque Stelle e Roma il messaggio sarà chiaro: terminata l’unità nazionale intorno a Draghi, dunque un momento eccezionale di sospensione della normale dialettica politica, ci sarà bisogno di alternativa. E questa alternativa può prendere forza e credibilità proprio nelle città più importanti del Paese, dai laboratori politici coalizionali che stiamo organizzando e che sostengono i candidati progressisti”.

Nicola Zingaretti e Massimiliano Smeriglio (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)
In Regione Lazio, per il dopo – Zingaretti c’è un’ipotesi Smeriglio?

“Francamente tutto il gossip sul dopo Zingaretti lo trovo prematuro. Legittimo ma prematuro. Dobbiamo prima passare il Giordano, le comunali, e il mar Rosso, l’elezione del Capo dello Stato. Dopodiché vedremo. E le vittorie danno coraggio, anche per questo è fondamentale vincere a Roma. Vincere a Roma significa opzionare in maniera seria la Regione”.

Sono convinto che nella relazione tra le diverse anime della coalizione e con lo strumento della primarie troveremo il miglior candidato possibile. Un candidato o candidata per vincere e non per partecipare. Una coalizione che a quel punto potrà accogliere, me lo auguro davvero, tra le proprie fila il Movimento 5 Stelle. Questa sarebbe la vera novità. Persino la legge elettorale regionale spinge in questa direzione. Io lavorerò in questa direzione. Battere la destra con una coalizione larga plurale coesa e motivata. Possiamo farlo e farlo alla grande, Pd – Sinistra civica ecologista – Movimento 5 Stelle come gambe fondamentali della nuova fase politica del Progressismo Ecologista italiano. Può valere in Regione e può
valere a livello nazionale”.​