Smeriglio: «Senza Europa il dopo Covid è impensabile»

Massimiliano Smeriglio e l'Europa del dopo Covid: la politica senza la finanza, il bluff dei sovranismi e l'assist al modello di sanità del Lazio. Cioè di Zingaretti.

Più zingarettiano di Zingaretti, europeista convinto e inquilino di Bruxelles e Strasburgo. Massimiliano Smeriglio ha assistito incredulo al dibattito di un‘Europa cinica che diceva no all’Italia, scambiando il suo allarme sulla pandemia per un tentativo pigro di campare a debito sulle spalle degli altri partner. A loro spese, gli altri Stati dell’Ue hanno capito che l’allarme era serio, hanno copiato molto del metodo italiano. E Ursula Von der Leyen ha appena chiesto scusa all’Italia.

Onorevole, come cambierà il mondo nel dopo Covid-19?

«Cambierà la percezione che avremo di noi stessi, della nostra ritrovata fragilità. Scoprire di essere vulnerabili non per forza va vissuto come un problema. Tenere a mente il senso del limite invece è un buon atteggiamento per ricostruire senza dimenticare i nostri concittadini che non ce l’hanno fatta».

“Per il dopo la mano pubblica torni sull’economia”

Massimiliano Smeriglio Foto © Imagoeconomica, Raffaele Verderese
Che effetti ci saranno per l’Europa?

«Ci saranno effetti negativi pesanti sul piano economico . La Bce stima fino a meno 10 punti % nella zona euro. Bisognerà riscoprire la forza della mano pubblica nell’economia, ma anche nella ricerca e nel sistema sanitario».

Sono emersi tutti gli egoismi di un’Europa della finanza e non dei popoli: avessero ragione quelli che non sopportano questa Ue?

«I sovranisti sono i massimi responsabili dei limiti dell’Europa. Sono proprio gli stati nazionali a frenare il dispiegamento vero della dimensione europea. Il tema non è la solidarietà ma politiche comuni per fermare un virus che non conosce confini. E poi politiche comunitarie capaci di mettere in campo uno sforzo economico poderoso per il ricovery plan strutturato intorno a una emissione di titoli europei per condividere i rischi che la crisi porterà con sé».

Questa pandemia darà una spinta ai sovranisti o ai riformisti che chiedono di ripensare l’Europa?
Il Parlamento europeo

«Senza Europa non c’è futuro, senza Europa nessuno sarà in grado di competere con i protagonisti autoritari del nuovo secolo: Cina, India, Russia, l’America di Trump, la Turchia, l’Iran. Ma per svolgere questo ruolo storico a difesa dello Stato di Diritto l’Europa deve cambiare. Noi riusciremo a dare gambe alla nostra tradizione democratica se la democrazia sarà decidente e socialmente utile».

“Il limite dell’Europa? I sovranisti”

La crisi ha colpito tutti ma gli effetti saranno diversi: il nostro debito pubblico rallenta il nostro sviluppo, non converrebbe anche all’Europa avere un motore in più anziché continuare a tenere l’Italia sotto la schiavitù del debito?

«Certo, e mi pare che lo stanno capendo: le iniziative di immissione di liquidità, allentamento del patto di stabilità, e il sure vanno nella giusta direzione».

Dal suo osservatorio, in Cina questo è successo ad inizio gennaio: perché l’Occidente è stato incredulo?

«Perché siamo superficiali. Abbiamo sperato fosse un fenomeno circoscrivibile sbagliando clamorosamente le previsioni».

La stoccata al modello sanitario lombardo

Non è arrivato il momento di ripensare il servizio sanitario nazionale?
Coronavirus, medici con mascherina © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

«Assolutamente si . Quando avremo finito di seppellire i morti dovremmo aprire una discussione vera su ciò che ha funzionato e ciò che ha contribuito alla diffusione del virus. Non è tempo di polemiche ma i sistemi con presidi medici territoriali hanno retto meglio di quelli pensati solo intorno ai grandi ospedali, i sistemi pubblici e pubblici convenzionati hanno retto meglio di quelli di quasi mercato. Bisognerà cambiare le cose, mantenendo attenzione al territorio ed alle aree interne e facendo tesoro della drammatica esperienza che stiamo vivendo».

Zingaretti dice che è arrivato il momento di ridisegnare l’Italia e renderla più moderna, smart, efficiente: in molti hanno sorriso è davvero impossibile cambiare il Paese?

«È necessario, in fondo se siamo riusciti a rendere più efficiente una regione come il Lazio lo possiamo fare anche a livello nazionale».

Nicola Zingaretti e Massimiliano Smeriglio
Zingaretti sta facendo lo stopper: bloccando le velleità di chi propone il nome di Draghi e di chi ora vorrebbe un impegno politico di Colao, sbaglia o fa bene a tentare di ricostruire il primato della politica?

«Uno degli insegnamenti di questi giorni è proprio il ritorno della politica chiamata a negoziare un rapporto meno ancillare con l’economia . Lo fa Trump imponendo la riconversione industriale, l’elicopter money e il reddito di cittadinanza. Dobbiamo farlo anche noi».

Giuseppe Conte è in grado di gestire questa fase?

«Conte è il Presidente del Consiglio, su di lui grava una grande responsabilità e dobbiamo aiutarlo a fare meno errori possibili. Magari ricominciando a mettere la scuola pubblica al centro del villaggio. Urge una proposta seria e coraggiosa sulla scuola oltre la didattica a distanza. Non possiamo correre il rischio di perdere le nuove generazioni».