Solito bluff “azzurro”: ora Berlusconi archivia l’Altra Italia. Che non è mai nata

A Palazzo Grazioli (casa sua) il leader di Forza Italia fa approvare la cosiddetta “strategia politica del rinnovamento” e ancora una volta parla della necessità di valorizzare i territori. E’ il ciclo dell’eterno ritorno che determinerà solo una cosa: il partito non riuscirà mai a sopravvivere al fondatore.

Mercoledì scorso a Palazzo Grazioli (a casa cioè di Silvio Berlusconi) il Cavaliere ha dato il via libera alla cosiddetta “strategia politica del rinnovamento”. Ma il punto di partenza della sua analisi non è stato rappresentato dalla vittoria in Calabria, bensì dalla sonora sconfitta in Emilia Romagna, dove il Partito si è fermato al 3%.

Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa

L’Adnkronos ha riportato in questo modo la notizia: “Nella relazione approvata all’unanimità dal Comitato di presidenza azzurro mercoledì scorso a palazzo Grazioli, in possesso dell’Adnkronos e letta dal Cav, è tratteggiata la strategia politica del rinnovamento. Stavolta l’ex premier non cita l’Altra Italia, ma ribadisce la necessità di allargare i confini di Forza Italia, aprendo le porte alla società civile e alla cosiddetta “Italia del non voto”, formata dai delusi dalla politica, per lo più dell’area moderata, vero nocciolo duro del partito degli astenuti.

Dice: ”Dobbiamo proseguire nel rinnovamento, aprendoci alle realtà civiche e ai tanti italiani che non votano più, pur definendosi liberali, moderati, conservatori“.  Per fare questo, avverte Berlusconi, “ripartiamo dai territori, lavorando da oggi per le prossime scadenze elettorali regionali, selezionando candidati forti e liste competitive al proprio interno, rappresentative delle diverse realtà professionali, associative, culturali“.

Il tour della Libertà

Il leader forzista lancia il “Tour della Libertà”nelle Regioni chiamate al voto con lo slogan “Con Forza Italia riparte l’Italia” e chiede di curare “in modo particolare la formazione dei candidati, in vista della campagna elettorale e della futura attività di governo delle Regioni”.

Alla fine il ciclo dell’eterno ritorno di Silvio Berlusconi è sempre lo stesso. Il progetto dell’Altra Italia fu anticipato in anteprima nazionale da alessioporcu.it. Si affrettarono a smentirlo tutti, ma era il progetto al quale Antonio Tajani aveva  lavorato per mesi insieme a Nicola Ottaviani, il sindaco di Frosione, che pochi mesi dopo aver capito di essere stato preso in giro, salì sul  palco della Lega a Latina, insieme a Matteo Salvini.

Da quel momento in poi è iniziato l’esodo da Forza Italia. A livello nazionale ma anche locale. Sono andati via in tantissimi. Il progetto dell’Altra Italia avrebbe garantito agli “azzurri” un futuro importante, ma fu bloccato e bocciato dal cerchio magico di Berlusconi.

Fuori tempo

Oggi non ha più alcun senso. Il richiamo ai territori è il solito esercizio dialettico, perché in realtà in provincia di Frosinone sul territorio si è sempre lavorato. Ma non basta se poi alle politiche non vengono candidati Antonello Iannarilli e Riccardo Mastrangeli, ma si punta sui soliti “paracadutati”.

Da oltre un anno Antonio Tajani è sparito dalla Ciociaria. Il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone ha da poco nominato tre commissari provinciali: Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli. Ai quali bisogna comunque aggiungere Gianluca Quadrini, vicecoordinatore regionale. Un “quadrumvirato” non può funzionare. Mai.

Silvio Berlusconi ha bocciato ogni ipotesi di “successione politica” e continuerà a farlo. Il Partito non riuscirà a sopravvivergli. A livello locale locale chi resta in Forza Italia sa perfettamente che non potrà avere alcuna occasione vera di concorrere per Camera e Senato. Per la Regione Lazio sarà complicatissimo.

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