Lega, Pd, FdI, M5S: cosa dice davvero l’ultimo sondaggio

La rilevazione di Quorum disegna i nuovi scenari. Il Carroccio resta il primo partito, ma Salvini deve guardarsi dall’ascesa della Meloni. Il Pd è solido ma ha bisogno di uno scatto che non arriva. Però la maggioranza relativa va agli indecisi e astenuti, oltre il 37%.

Su Rai Tre attraverso, la trasmissione Mezz’ora in più, sono andati in onda i numero del nuovo sondaggio politico effettuato da Quorum. Per capire, molto semplicemente, cosa  pensano gli italiani dei Partiti politici in questa delicatissima fase del Coronavirus.

Il sondaggio si è svolto tramite 500 persone che hanno risposto, precisando anche il numero dei non rispondenti. Semplicissima la domanda: se oggi ci fossero le elezioni politiche per rinnovare il Parlamento, lei per quale partito o movimento voterebbe?

Il sondaggio è del 25 ottobre ma è attualissimo anche se non è “comprensivo” del Dpcm e di tutto il resto. (Leggi qui il precedente: Gli italiani hanno paura del Covid, il lockdown non è più un tabù).

Matteo Salvini e Nicola Zingaretti

La Lega resta il primo partito con il 24,8%, una percentuale ormai di riferimento del Carroccio. Certamente lontanissima al 34% delle Europee, ma comunque stabile da molto tempo. Vuol dire che Matteo Salvini non ha più la forza di imporre le scelte al centrodestra, ma che comunque la prima parola resta a lui. Non più il padrone, ma l’azionista di maggioranza della coalizione.

Il Partito Democratico di Nicola Zingaretti è al 20,4%. Vuol dire che la scissione di Renzi è stata ampiamente assorbita, vuol dire che lo zoccolo duro è importante e stabile, ma vuol dire pure che non c’è lo scatto. Ed è su questo che Zingaretti deve lavorare non poco.

Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è ormai stabilmente il terzo partito italiano con il 16,1%. Può salire ancora e in prospettiva avvicinarsi molto al Carroccio. Andando a porre un problema di leadership all’interno del centrodestra. Questo ormai è nei fatti.

Il Movimento Cinque Stelle è al 16%. Meno della metà dei voti del 4 marzo 2018, ma una percentuale che in un sistema proporzionale può comunque garantire un ruolo alla formazione guidata da Luigi Di Maio.

Carlo Calenda e Matteo Renzi

Poi c’è Forza Italia al 6,6%, che attribuisce agli “azzurri” di Silvio Berlusconi un ruolo chiave in Parlamento. Sia nel centrodestra che in eventuali scenari.

Poi Sinistra Italiana + Art.1 – MDP al 3,4%. Una percentuale di tutto rispetto, che il Pd non deve sottovalutare. Sarebbe un errore imperdonabile. Quindi Azione di Carlo Calenda al 2,8%, davanti a Italia Viva di Matteo Renzi al 2,7%. Quindi +Europa di Emma Bonino all’1,7%. E altre forze politiche al 5,5%.

Nessuna possibile coalizione arriverebbe al 50% e questo spingerà sempre più verso un sistema elettorale proporzionale.

Il sondaggio precisa la percentuale degli indecisi-astenuti: 37,2%. Il Partito di maggioranza relativa.

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