Soporifero in Aula, deflagrante fuori

Soporifero in Aula, deflagrante fuori. Il sonnacchioso consiglio comunale di ieri: appena 50 minuti per approvare 7 delibere. Il che la dice lunga. La minoranza arranca e la maggioranza gode

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il Consiglio comunale di Frosinone svoltosi ieri sera nella sede di Palazzo Munari  è durato poco meno di un’ora. Tanto è bastato alla maggioranza del sindaco Riccardo Mastrangeli per approvare i sette punti all’ordine del giorno.

I sette temi: la variazione al regolamento del Canone Unico Patrimoniale ed il Piano Generale degli Impianti Pubblicitari; l’approvazione del Regolamento per la Definizione Agevolata delle Liti Pendenti; l’addizionale che i cittadini pagano al Comune di Frosinone in base alla dichiarazione dei Redditi 2023; le aliquote Imu per il 2023; il regolamento per la gestione del nido d’Infanzia Fantasia; le modifiche al regolamento per l’applicazione della Tassa sui Rifiuti; la proroga del mandato alla Commissione speciale per le modifiche allo Statuto.

Un Consiglio comunale molto smart, a tratti addirittura sonnacchioso, con diverse assenze, sia tra i banchi della maggioranza, che da quelli dell’opposizione. Tra queste, spiccavano quelle dell’ex sindaco Domenico Marzi e dell’ex presidente d’Aula Norberto Venturi. Assenze giustificate, ma di peso per la minoranza.

Sonnacchioso e deflagrante

Riccardo Mastrangeli

 Un Consiglio senza particolari spunti di riflessione e attenzione politica, durante tutto il tempo dei lavori d’aula. Le preoccupazioni semmai giungono da fuori dall’Aula consiliare: non solo per la maggioranza Mastrangeli ma per l’intero Consiglio comunale e quindi per la città.

 Precisamente, dall’emergere di ulteriori debiti fuori bilancio per le casse comunali, per circa 7 milioni di euro. Cioè somme che sono state impegnate per imprevisti e proprio per questo non erano state programmate nel Bilancio.

Debiti e preoccupazioni che derivano da una serie di sentenze. Tutte hanno visto soccombente l’amministrazione comunale. Sono ascrivibili a vecchie amministrazioni. I problemi sono legati a quello che potrebbe decidere la Corte dei Conti in proposito: il 4 aprile prossimo l’assessore al Bilancio Adriano Piacentini sarà chiamato a fornire chiarimenti su come il capoluogo intende gestire queste nuove criticità finanziarie.

 Questo perché il Comune è ancora all’interno di un piano di rientro finanziario iniziato quasi dieci anni fa. In pratica: ha preso tutti i debiti che si erano accumulati dal Dopoguerra, fatto ordine in un Bilancio che fino a quel momento i Comuni italiani potevano concepire con molta elasticità e fantasia, evitato il dissesto attraverso un accordo con lo Stato. Ma da allora c’è una verifica semestrale su tutte le spese, un rigoroso piano di rientro finora sempre rispettato. E dovrà essere così ancora per qualche mese: il Piano si conclude a giugno.

La cronaca della seduta

Alessia Savo

Nel dettaglio, il Consiglio comunale si è aperto con gli auguri di buon lavoro formulati dal sindaco Riccardo Mastrangeli, alla neoeletta presidente della Commissione consiliare Sanità della regione lazio, Alessia Savo. (Leggi qui: Cosa significa Savo presidente della Sanità).

Le delibere sono state approvate tutte, praticamente, senza un vero e proprio dibattito politico tra maggioranza e opposizione. Solo poche disquisizioni tecniche, circa l’ammissibilità di qualche emendamento.

 Da rilevare la “provocazione” politica del consigliere di opposizione Fabrizio Cristofari fatta alla maggioranza: durante il suo intervento ha chiesto di procedere, per il futuro, ad una sola convocazione del Consiglio comunale, senza il sistematico ricorso alla seconda. (Leggi qui: Se l’ordine di fare ‘ammuina’ ora conviene a tutti).

 Il numero dei consiglieri della maggioranza presenti in aula ieri sera, serviti per l’approvazione di tutte le delibere, sono indicativi in tal senso. Ce n’erano diciassette.

La maggioranza se la gode

I banchi della maggioranza (Foto © Filippo Rondinara)

 Da qui derivano anche alcune riflessioni. Nonostante le apprezzabili dichiarazioni fatte dall’opposizione qualche tempo fa, il dibattito politico in Consiglio comunale stenta a decollare. Nemmeno ieri c’è stato chi abbia almeno provato a mettere in difficoltà la maggioranza. A fine seduta, sui polpacci del sindaci Mastrangeli non c’erano segni e la camicia non aveva una sola goccia di sudore.

La maggioranza se la gode. Circa 50 minuti per approvare 7 delibere, la dice lunga. L’assenza di dibattito determina che la massima assise comunale sia sempre più marginale nelle dinamiche quotidiane della vita cittadina. La gente è sempre più lontana dalla politica in generale: Frosinone non si sottrae a questa logica. Salvo poi tornare a interessarsene solo in prossimità delle elezioni e durante la campagna elettorale.

Come fare? In altre città italiane hanno iniziato con la calendarizzazione di Consigli comunali straordinari su determinate tematiche stimolate dalla stessa comunità cittadina. Un modo per coinvolgere la città nel dibattito. A proposito di Consigli Comunali straordinari: sta per arrivare il momento di convocarne uno per dare una informazione sulla reale situazione finanziaria dell’ente. Anche e  soprattutto alla luce delle nuove  sentenze di condanna.

Il municipio di Frosinone

Una seduta per evitare che i debiti fuori bilancio dell’ente spuntino puntualmente come le sorprese dall’uovo di Pasqua. Per sapere come si è arrivati a queste sentenze di condanna, a quanto ammonta il debito, con precisione e senza approssimazione. Come si intende far fronte ed in quanto tempo. Se ci sono responsabilità pregresse: gestionali e politiche, certe ed inequivocabili, in ordine a questi nuovi debiti.

Un’operazione verità e trasparenza. Fatta in Consiglio Comunale, non nelle piazze, non nei bar, non sugli organi di informazione. Serve a tutti. Per non fornire più alibi, di nessuna natura. A nessuno.

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