Sora ed i verdetti delle urne

Il risultato delle elezioni di domenica fornisce varie chiavi di lettura con cui comprendere come si sta muovendo lo scenario politico a Sora. Sia in chiave interna che provinciale.

Il sindaco Roberto De Donatis non si è schierato, Alessandro Mosticone non ha trovato casa ma almeno ha una sistemazione bed & breakfast, l’Opa su Fratelli d’Italia non è riuscita e Massimiliano Bruni mantiene il controllo delle azioni, nel Pd l’ala sinistra ha più voti ma solo se si aggrega altrimenti Maria Paola D’Orazio è più forte, la Lega per ora è solo Salvini: sono alcuni dei verdetti pronunciati a Sora dalle elezioni Europee di domenica scorsa.

La Lega è Salvini

I numeri della Lega a Sora parlano chiaro. Nessuno può intestarsi la vittoria. Né le truppe che su scala provinciale fanno riferimento a Mimmo Fagiolo e Carmine Tucci, né quelle che si riconoscono in Nicola Ottaviani. In realtà hanno combattuto solo una scaramuccia di retrovia.

I numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni: la Lega a Sora prende 4.086 voti sul simbolo pari al 36,4%. Di questi ce ne sono 2.939 accompagnati dalla preferenza: significa che 1.147 voti sono ‘spontanei‘ e non riconducibili all’apparato.

Nei 2.939 voti con preferenza ben 2.076 portano solo il nome Salvini, nessuno se li può intestare politicamente. Ne restano 863 sui quali è possibile fare la conta: poca roba. È Salvini a tirare e non le figure locali. La media cittadina è poi più bassa di quella provinciale.

Continua intanto la marcia di avvicinamento al carroccio del presidente del Consiglio Comunale Antonio Lecce e del consigliere Simona Castagna: l’altro giorno hanno costituito il gruppo Noi con Sora che ha un dialogo con Fagiolo e Tucci.

I Fratelli di Bruni

Fratelli d’Italia a Sora ha preso 1.184 voti che sono il 10,55%. Anche sulle sponde del Liri FdI ha scavalcato Forza Italia. Gli azzurri hanno preso 1.042 voti pari al 9,28%. Il risultato di Sora è il secondo dopo quello di Ceccano sia in termini di percentuale che in termini di preferenze.

Nicola Procaccini è stato il candidato più votato a Sora, a spingerlo è stato Massimiliano Bruni con la sua squadra: gli hanno portato 490 preferenze. Invece ha ottenuto 66 voti Fabrizio Ghera, il candidato che fa riferimento a Fabio Rampelli e sul quale c’è stata la conta in provincia di Frosinone con il fronte di Lollobrigida – Ruspandini – Pallone.

Ma a Sora la vera conta si prospettava su un altro nome: quello di Alfredo Antoniozzi, perché in passato ha potuto contare sull’appoggio di Valter Tersigni che è lo stratega e l’organizzatore politico della macchina elettorale che portò il fratello Ernesto all’elezione a sindaco e ad assessore provinciale. Ma questa volta Antoniozzi ha preso solo 52 preferenze: troppo poche per poter dire che Tersigni si sia voluto contare. Non su di lui.

Ci sono 175 voti sull’ex parlamentare Ue Roberta Angelilli, una parte consistente arriva da Rinascita – Spazio Identitario, l’associazione che fa riferimento a Francesco Monorchio.

Proprio questi voti e quelli ad Antoniozzi sono un segnale per Bruni: al momento non ci sono le condizioni per lanciare un’Opa su Fratelli d’Italia. Ma solo per ora.

L’amico Mosticone

Ma le 490 preferenze sono troppe pure per Bruni. Una mano deve avergliela data il consigliere Alessandro Mosticone: lo sostiene la logica. È geneticamente di centrodestra ed il suo voto va solo in quell’area. Impossibile che abbia votato Forza Italia: gli hanno negato la candidatura alle Provinciali che avrebbe portato alla sua elezione perché tutta la maggioranza comunale di Sora si sarebbe compattata sul suo nome.

Allo stesso modo è impossibile che abbia votato Lega: lo hanno lasciato a piedi la mattina in cui si presentavano le liste per le Provinciali con una telefonata in cui il coordinatore regionale Francesco Zicchieri gli contestava d’avere un fratello che lavora per una coop di assistenza ai migranti.

Non solo Mosticone ha portato preferenze. Alcuni indizi portano a Franco De Gasperis che è stato visto al convegno con procaccini a Sora il che lascerebbe presupporre un suo impegno.

I conti della sinistra

Il sindaco Roberto De Donatis, esponente nazionale del Partito Socialista, non ha forzato la mano perché la sua è un’amministrazione eterogenea, nata senza i simboli di Partito. Sua sorella Floriana De Donatis ha appoggiato Ettore Togneri portandogli 75 voti.

Il Pd ha vissuto alle urne la stessa divisione ideologica che lo separa in Consiglio Comunale. Maria Paola D’Orazio si è contata sul nome del parlamentare Ue uscente David Sassoli, che ha ottenuto 286 preferenze. L’area di Pensare Democratico che fa riferimento a Francesco De Angelis e Mauro Buschini a Sora ha portato 329 preferenze a Massimiliano Smeriglio. Un risultato al quale hanno contribuito Natalino Coletta, l’ex assessore provinciale Antonio Lombardi e l’ex assessore Bruno La Pietra.

Nuvole a Cinque Stelle

A Sora il Movimento 5 Stelle è strutturato ed ha un’organizzazione che si rivelata efficacissima alle Comunali: uno dei pochi casi nel Lazio. Alle Europee ha risentito invece del calo ideologico frutto dello scontro in atto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il che si è tradotto in un consenso europeo che è circa la metà di quello registrato appena un anno fa alle Politiche, scendendo a 2.164 voti, pari al 19,28%.

Ma se fossero state elezioni Comunali o regionali, sarebbe stata tutta un’altra cifra.

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