De Donatis alle regionali con il Psi: “E se non state buoni…” (di E. Baronio)

Ernesto Baronio

Conte del Lungoliri

 

di Ernesto BARONIO
Conte del Lungoliri

 

 

Scenderà in campo. Per le Regionali del 2018 Sua Eccellenza il sindaco Roberto De Donatis sarà in lista: con il Partito Socialista Italiano. Glielo ha accennato il coordinatore della Segreteria Nazionale Psi Gian Franco Schietroma a margine dei lavori di domenica del Congresso Provinciale (leggi qui ‘Psi, Iacovissi Segretario, Iafrate presidente’)

Il sindaco domenica era tra i delegati e non tra gli ospiti. Stava lì a pieno titolo. Al punto che ha dato il suo contributo al dibattito.

Alle regionali c’è chi vorrebbe una lista Psi «aperta alla società civile, sull’impronta dei Socialisti e Riformisti». C’è invece chi vede meglio «una lista di soli iscritti, in modo da evitare che ci sia chi usa il Partito come un taxi».

A Frosinone, Roberto De Donatis ha fatto il prezioso. Assicurano che a Gian Franco Schietroma abbia detto «Voglio fare il sindaco a Sora. Voglio farlo bene. Posso candidarmi solo a condizione che questo non crei problemi di gestione interna alla mia maggioranza»

A Sora invece pare che sia stato più esplicito. E che abbia usato l’ipotesi di candidatura come una clava. O, se preferite, come un calmante per tenere buone le varie anime della sua eterogenea ed animata maggioranza. «Se non la finite, vi pianto tutti qui e me ne vado in Regione. E poi voglio vedere…»

Il primo colpo di clava sarebbe stato assestato per tranquillizzare il gruppo che tra i maligni è stato soprannominato “Quelli per tutte le stagioni“. In pratica Fausto BarattaFrancesco De GasperisLino CascheraAntonio Lecce. Insoddisfatti per avere incassato nulla dopo aver sostenuto Caschera alle Provinciali nella lista del PSI,  avevano incontrato più volte il commander di Forza Italia Mario Abbruzzese. Al quale non sembrava vero spalancargli le porte del Partito e creare un supergruppo in Consiglio Comunale a Sora. Con loro, avrebbe potuto contare sui suoi eletti Alessandro Mosticone e Serena Petricca. Più Massimiliano Bruni e – eventualmente – Antonio Farina. Il quale ha un peccato originale: è l’ologramma geneticamente modificato di Gianluca Quadrini in Consiglio Comunale.

Invece, c’è chi assicura che nelle ore scorse il sindaco abbia inviato un messaggio inequivocabile.  In sostanza: “Nessuno deve aderire al fronte di Mario, tranne quelli che sono stati eletti lì”. Quindi: Alessandro Mosticone (in quota Abbruzzese) e Serena Petrica (in quota Vittorio Di Carlo)

Altrimenti? Si rompe il giocattolo. Roberto De Donatis non vuole correre il rischio di finire in ostaggio.  A chi gli ha chiesto spiegazioni pare abbia risposto: «Se vogliono fare gruppi politici non ho problemi. Ma se vogliono uscire dal solco programmatico delle scorse elezioni, con la scusa delle decisioni di Partito, sappiano che si va tutti a casa».

Pare che il sindaco abbia dato di matto quando ha visto su Alessioporcu.it le foto dell’incontro tra Gianluca Quadrini e l’ex sindaco Ernesto Tersigni con suo fratello dalle ambizioni regionali Walter Tersigni (leggi qui ‘Quadrini a cena con i due Tersigni’). Si dice che abbia avviato un’indagine con cui capire se a quella cena fosse presente anche l’ologramma Farina (in questo caso lo interpreterebbe come un chiaro tradimento del patto di maggioranza) o solo l’originale (cioè l’eroico presidente dell’indomita Comunità Montana di Arce – Pervicace alla liquidazione)

Se accertasse la presenza di Farina (solo Alessioporcu.it sarebbe in grado di testimoniarlo, attraverso le foto della serata da più angolazioni, ma sono custodite in un armadio diplomatico) scatterebbe la rappresaglia.

Dalla maggioranza intanto rischia di uscire il dottor Augusto Vinciguerra. I rumors lo danno sempre più in sintonia con l’assessore regionale Mauro Buschini (Pd). Potrebbe ritrovarsi nel gruppo costituito da Natalino Coletta e Maria Paola D’Orazio.

Appena venuto a conoscenza dell’ipotesi, pare che il sindaco abbia chiesto due pastiglie di Maalox. Perché il Pd è il Partito che gli ha bloccato l’elezione per ben due volte.

Ma Vinciguerra comunque un pensierino in più a migrare nel Pd lo sta facendo. Soprattutto perché negli ultimi incontri con il suo gruppo gli è stata rimproverata l’assenza dal fronte delle decisioni. E per non avere, in questo primo anno di amministrazione, dato lo slancio e le novità che ci si aspettavano. Inoltre, c’è stato chi ha avanzato qualche riserva sull’assessore alla Cultura che ha indicato: «non fa più riferimento a noi che lo abbiamo indicato ma è diventato un uomo del sindaco».

Pare poi che in maggioranza si stiano logorando i rapporti tra il presidente del Consiglio Comunale ed il sindaco (o meglio, la sua assessorissima che decide su tutto e tutti). Su quale caso? il no al concorso per i vigili urbani… Delibera pericolosa per tutti !

Ma vuoi vedere che la proposta di Gian Franco Schietroma potrebbe essere una buona exit strategy?

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