La pistola scarica di FdI ed il doppio ruolo di Maria Paola

A De Donatis manca un voto e la minoranza ne approfitta per far mancare il numero legale. Ma arriva il soccorso rosso di Maria Paola D’Orazio. Fratelli d’Italia dice sì ma diffida il sindaco ad aprire la verifica. Per l'ennesima volta.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Un’operazione studiata a distanza ma andata a segno. L’hanno compiuta i consiglieri di minoranza al Comune di Sora durante la seduta consiliare convocata per il riconoscimento di vecchi debiti fuori Bilancio. E già alla fine del primo punto, quando si tratta di votare, gli esponenti dell’opposizione riescono a mettere in difficoltà il sindaco.

Il collegamento da remoto certo non agevola le strategie d’aula. Ma già dall’appello a inizio lavori alcuni di loro hanno fiutato la possibilità di far fare una magra figura alla maggioranza. Che, ormai da un pezzo, si regge con un solo voto in più rispetto all’opposizione.

La prima chiama

Il presidente del Consiglio Comunale di Sora Antonio Lecce

Il perché è presto detto. All’appello fatto dalla segretaria ad apertura dei lavori da parte del presidente Antonio Lecce non rispondono per l’opposizione in sei. Sono Antonio Farina, Ernesto e Valter Tersigni, Luca Di Stefano, Augusto Vinciguerra e Maria Paola D’Orazio. Non sfugge però ai banchi virtuali della minoranza che alla chiama non ha risposto nemmeno il consigliere di maggioranza Francesco De Gasperis. È fuori per lavoro e non riesce a collegarsi. È disposto a telefonare.

Ma il regolamento parla chiaro: la presenza è valida soltanto se il Presidente d’Aula e la Segretaria generale possono vederlo e sentirlo. Nel frattempo anche gli altri sono riusciti a stabilire il collegamento. Restano assenti Farina, Vinciguerra e D’Orazio.

Pintori l’apripista

Inizia la discussione. Il sindaco Roberto De Donatis, anticipando anche gli altri punti, spiega che si tratta di debiti fuori Bilancio delle precedenti gestioni amministrative. Ma che «per il principio di continuità amministrativa e per senso di responsabilità vanno votati».

In pratica: sono debiti fatti prima del suo arrivo, si tratta di spese che non erano previste e sono state compiute di fronte a situazioni d’urgenza. Ora bisogna riconoscere quelle spese. Il sindaco Entra nei dettagli. Poi il presidente Lecce apre la discussione.

I Consiglieri Pintori (M5S) e Bruni (FdI)

Il consigliere pentastellato Fabrizio Pintori segnala la presenza di un refuso, una divergenza nella dicitura fra l’Ordine del Giorno e la proposta di delibera. Gli si fa notare che la delibera in discussione è un’altra, la numero 77. Lui afferma di non averla ricevuta. Salvo poi, dopo venti muniti di verifiche, scusarsi: era stata una svista.

Si arriva alle dichiarazioni di voto. Pintori esclama: «Siete otto! Non avete il numero legale per l’immediata esecutività. Ora io abbandono i lavori». Ma nel frattempo anche il resto della minoranza si è allontanata dai terminali, tutti intenzionati a non rispondere alla chiama.       

La pistola a salve di FdI

È Massimiliano Bruni, in qualità di vicecapogruppo consiliare, a prendere la parola per dichiarazione di voto. E fa esattamente quanto già annunciato nelle ore scorse. Vuole una verifica politica della maggioranza ma intanto non fa mancare il voto decisivo di FdI sui conti. Lo aveva anticipato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di FdI. (Leggi qui Taglio del nastro con ultimatum per De Donatis)

«A nome del gruppo FdI annuncio voto favorevole». E dopo aver ricordato il senso di responsabilità assunto in varie occasioni anche per «atti amministrativi vitali e importanti» si rivolge direttamente al sindaco.

L’inaugurazione della sede FdI

«Ti invitiamo per l’ultima volta a recepire ufficialmente la nostra richiesta di verifica di maggioranza». E conclude ringraziando. Senza però spiegare cosa accadrà in caso contrario. Il sindaco lascia cadere la cosa, come se non fosse mai stata detta.

È forse proprio per questo che la verifica di maggioranza non arriverà mai. Il sindaco è perfettamente cosciente che nessuno gli farà mancare i numeri. Chiunque lo facesse, infatti, decreterebbe la propria fine politica. Perché tutti hanno bisogno di amministrare fino all’ultimo minuto utile per avere argomenti con cui chiedere di nuovo consensi.

Come la guerra fredda

Fratelli d’Italia non è l’unica componente della maggioranza che sta cercando un’alternativa alla ricandidatura di Roberto De Donatis. Ma nessuno ancora si muove. Una situazione, quella di Sora, che ricorda quella del lungo periodo della Guerra fredda fra Usa e Urss. Ciascuno aveva la bomba atomica ma nessuno di loro ha mai pigiato quel bottone rosso, ben consapevole che la fine del nemico avrebbe segnato anche la propria fine.    

Si passa al voto del primo punto. Sette consiglieri della maggioranza votano a favore. Simona Castagna è momentaneamente assente. Ma lo sono anche il consigliere Francesco De Gasperis sempre per la maggioranza e tutti i consiglieri dell’opposizione in blocco. D’Orazio, Vinciguerra e Farina erano già assenti. Pintori, Valter ed Ernesto Tersigni, Serena Petricca e Luca Di Stefano abbandonano.

«Manca il numero legale presidente» fa notare con tono di voce squillante la segretaria comunale. Alle 11.31 Lecce sospende la seduta per 5 minuti come da regolamento per poi fare di nuovo l’appello. La presenza di Castagna non avrebbe comunque garantito il numero legale: che deve essere di nove, ossia la metà più uno degli eletti.   

L’appello al Consiglio

Il sindaco Roberto De Donatis

Riprendono i lavori, si rifà l’appello. Il sindaco spiega che il consigliere De Gasperis non riesce a collegarsi. È a Roma per lavoro, ci sta provando in tutti i modi. E richiama tutto il Consiglio al senso di responsabilità, visto che si tratta fra l’altro di questioni delle precedenti amministrazioni.

«È la maggioranza che deve dimostrare di essere compatta. – le parole di Ernesto Tersigni raggiunto telefonicamente da Alessioporcu.it nel pieno della bagarre – Tutti lavoriamo ma un modo si trova visto che basta un telefonino. Si tratta di debiti fuori bilancio. È vero che sono questioni passate ma la maggioranza se ne deve assumere la responsabilità visto che li ha portati in Consiglio».

Il doppio gioco di Maria Paola

Ricompaiono a video Luca Di Stefano e Fabrizio Pintori. Ma soprattutto, magicamente, dal cilindro, spunta per la prima volta anche Maria Paola D’Orazio. La delibera 76 viene messa la voto. D’Orazio si astiene. Pintori rimane connesso e vota “no”. Forse pensava che anche Castagna fosse presente e che la sua assenza non avrebbe influito sul numero legale. Il resto dell’opposizione scompare di nuovo. La delibera passa con sette voti favorevoli, un astenuto e uno contrario.

Maria Paola D’Orazio

Ancora una volta la capogruppo del Pd all’opposizione garantisce il numero legale. Risentito Luca Di Stefano glielo fa notare con una telefonata. Lei si giustifica: «Mi ero appena collegata, non sapevo» avrebbe detto. Stranamente si collega dopo la prima sospensione per mancanza del numero legale.

Segue un’altra sospensione, stavolta tecnica. Pintori ha chiesto la verifica di alcuni atti. Stavolta dura circa 40 minuti. Nel frattempo si collega De Gasperis. E scompare D’Orazio.

Ormai la ruota di scorta non serve più. Soprattutto qualcuno gli fa notare che se vuole fare accordi politici con pezzi dell’opposizione per le prossime elezioni non può continuare a tenere i piedi in due staffe.