Cristo si ferma ad Eboli. E la modernità si ferma a Sora.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Cristo si è fermato ad Eboli. E la modernità si è bloccata davanti al confine di Sora. Senza entrare.

Non c’è altrimenti altra spiegazione alla legittima decisione adottata venerdì sera dal Consiglio Comunale di Sora.

Una seduta chiesta da una parte dell’opposizione per valutare l’adeguamento del Palazzetto “Maresciallo Luca Polsinelli”. E’ la pratica con cui permettere all’Argos Volley di disputare a Sora il campionato di Superlega Volley Serie A1 2017/2018. Una spina nel fianco del sindaco Roberto De Donatis, che deve conciliare i regolamenti sportivi, la normativa sui pubblici spettacoli, i parametri della Superlega. Una gioia per il suo predecessore, ora all’opposizione, Ernesto Tersigni, che politicamente e amministrativamente può girare la spina nella piaga creando imbarazzo al suo successore.

Cosa c’entra questo con la modernità fermata a Sora? Centra per via dello stop alle riprese video imposto ad un certo punto della seduta. Come in un’assise di una tribù talebana a Kandahar: intorno al fuoco, con il caffè turco, tra le montagne. Niente video. Tranne l’«unica televisione accreditata» a trasmettere il Consiglio Comunale.

Come si può vedere dal filmato (clicca qui per vedere), il presidente d’aula, avvocato Antonio Lecce, in apertura del dibattito, ha specificato che c’era un’«unica televisione accreditata» a trasmettere il Consiglio Comunale. E dopo pochi minuti, sollecitato dall’ex sindaco Ernesto Tersigni, ha interrotto la discussione per ribadire il concetto. Sottolineando che agli altri mezzi d’informazione non era permesso fare filmati e persino foto e ha invitato gli organi di polizia a vigilare.

Immediatamente, i carabinieri hanno invitato ad interrompere la diretta che in quel momento stava andando sul sito web Sora24. Esattamente come avviene da sei anni, sia con Roberto De Donatis oggi e prima con lo stesso Ernesto Tersigni.

Esterrefatti, gli operatori ottemperano all’ordine dei carabinieri. Perplessi, riflettono: «Il monito del Presidente Lecce non può riguardare assolutamente noi: siamo un sito web, non certo un’emittente radiofonica o televisiva. Un’eccezione del genere in sei anni non c’è stata mai sollevata».

Per evitare polemiche, Sora24 si posiziona in fondo all’aula consiliare (quella riservata al pubblico, per intenderci) e riprende la diretta sulla pagina Facebook.

Purtroppo però, dopo alcuni minuti (come si può vedere da questo secondo e ultimo video) è intervenuto il Comandante della Polizia Municipale, il maggiore Rocco Dei Cicchi, il quale ha detto che anche tra il pubblico non si poteva trasmettere.

Qualcosa non quadra.

Il Consiglio Comunale per sua natura è un evento pubblico ed aperto al pubblico. La seduta era stata chiesta da Ernesto Tersigni che pertanto aveva tutto l’interesse a divulgarne i contenuti nella maniera più ampia.

Perché allora ha preso il Regolamento e preteso che le sue immagini le trasmettesse solo ITR, la storica emittente tv del territorio, la cui professionalità e serietà sono al di sopra di qualsiasi dubbio?

Su questo punto, ci torniamo tra un secondo. Perché il vero tema non è la rete che trasmette. Ma il mezzo.

Solo una visione del mondo arcaica e degna di una società afghana, può sostenere che non è permesso “fare filmati e persino foto” invitando “gli organi di polizia a vigilare”. Accade consuetamente a Teheran, vi fa ricorso con frequenza Pechino, da qualche tempo anche Ankara si è adeguata. A Sora no, non era accaduto fino a ieri sera.

Questo è il mondo di Internet: uno sbadiglio fatto nella foresta amazzonica è fruibile su uno smartphone di Sora dopo un secondo, connessione permettendo (quella di Sora, perché in Amazzonia il segnale c’è).

Un cittadino che intenda riprendere con il suo smartphone ciò che gli accade attorno e trasmetterlo in diretta sulla propria pagina Facebook è realtà ormai da anni con l’invenzione di Periscope e la sua integrazione in Facebook. Naturalmente, nei limiti della legge e dei regolamenti.

In assenza di regolamenti, fa fede la legge. Il Regolamento del Consiglio comunale di Sora, su questo aspetto, è aggiornato più o meno ai tempi delle radio ad onde lunghe e delle tv con le valvole. Non tiene conto del web, di Facebook. E soprattutto degli smartphones con i quali un comune cittadino potenzialmente potrebbe riprendere e trasmettere.

Il regolamento non può non tenerne conto. Altrimenti realizzerebbe una disparità tra Stampa e cittadini.

Aggiornare un regolamento è questione di un attimo.

Resta un punto. Perché Ernesto Tersigni lo ha fatto?

Sicuramente per questo. Per creare imbarazzo al sindaco Roberto De Donatis. E per farlo ha sfidato il rischio che si pensasse l’avesse fatto invece per favorire il fratello, impegnato in una delle più interessanti iniziative web all news in provincia di Frosinone, in concorrenza con Sora24.

Ma è chiaro che non è così. Lo ha fatto solo per ricordarci che la modernità si è bloccata davanti al confine di Sora. E Cristo si è fermato ad Eboli.

PS: la foto pubblicata a commento di questo articolo è tratta dal Consiglio Comunale di Sora di ieri sera.

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