De Donatis allarga i confini della Ambiente. Il bis? «Di nuovo senza i Partiti»

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Il sindaco di Sora traccia gli obbiettivi per la Ambiente: "Allargarsi ai Comuni vicini". Eletto senza simboli, ancora attuale? "La gente vota l'uomo"

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Tutti i candidati alla carica di Amministratore unico di Ambiente Surl avevano i requisiti per rispondere al bando. Le verifiche sono state effettuate prima di arrivare in Consiglio comunale. È il sindaco della città di Sora, Roberto De Donatis, a ribadire la tranquillità dell’Amministrazione comunale, di fronte ai dubbi sollevati nei giorni scorsi in merito alla legittimità della nomina del nuovo manager. (leggi qui Qualcuno sospettò sulla nomina di Mancini). Lo ha detto giovedì sera durante la trasmissione “A Porte Aperte” in onda su Teleuniverso. E a proposito dell’attuale situazione politica in città, pur rispettando il ruolo e la funzione svolta dai Partiti, il primo cittadino è convinto che lo schema delle civiche, adottato nel 2016, possa funzionare anche per una candidatura al mandato bis: «I simboli sono importanti ma i cittadini giudicano gli uomini e il loro operato: ossia chi ci mette la faccia». 

Ambiente oltre i confini

Procede dunque spedito il programma del Comune per far funzionare l’Ambiente Surl, società a completa partecipazione comunale, il cui Amministratore unico è stato votato nella seduta fiume dello scorso 18 giugno. (leggi qui La notte porta il presidente della Ambiente: è Mancini) E proprio da questa nomina sono scaturite pesanti polemiche, con una richiesta di accesso agli atti da parte della dottoressa Cristina Marrone, componente del nucleo di valutazione del Comune di Sora. A questo proposito il primo cittadino conferma la tranquillità dell’Amministrazione, già espressa durante la seduta del 18 giugno: “La commissione aveva esaminato la documentazione, prima che i candidati approdassero in Consiglio comunale c’era stata già una valutazione”. Dunque De Donatis conferma e ribadisce: “I requisiti c’erano ab origine”.

E ribadisce anche l’obiettivo del nuovo piano industriale, con la mission affidata che prevede «di allargare il territorio di influenza della municipalizzata ai Comuni limitrofi per rendere ancora più economica la gestione». 

Che superato o no?

Non è mancata la domanda insidiosa. Sindaco lei è stato eletto con uno schema politico che fotografava il sentimento di quel momento storico, e cioè ha costretto tutti i Partiti ad ammainare il loro simbolo se volevano candidarsi con lei. Oggi il sentimento è completamente all’opposto e predominano i simboli di Partito. Questo cambiamento di fronte, di mentalità, in qualche modo rende superata la sua esperienza? Già oggi questo le crea delle difficoltà? E, è inutile pensare a riproporre uno schema di questo tipo per un mandato bis? 

Roberto De Donatis fa un respiro profondo, si tira indietro sulla poltrona. E risponde: «Effettivamente lì abbiamo fotografato la situazione del momento ma, ancora oggi, la mentalità è che dove ci sono le preferenze l’elettore dà la fiducia all’uomo, agli uomini, e non ai simboli, quindi se questa Amministrazione ha operato bene i cittadini la rivoteranno, a prescindere dalla presenza o meno dei simboli. Io sono fermamente convinto del ruolo dei Partiti e della loro rappresentatività. Però per questa Amministrazione, quello che funziona, che ha funzionato e che  è da riproporre è che siano gli uomini a metterci la faccia, con il loro impegno, fino in fondo».  

Una posizione chiara quella del sindaco, condivisa anche da altri in maggioranza, ma analizzata in quel contesto storico-politico. Per il futuro chi lo sa.