Sora, non un ‘tutti contro tutti’ ma sicuramente un ‘nessuno con nessuno’

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In bilico fin dai primi mesi, la precarietà non è un problema per l'amministrazione di Roberto De Donatis a Sora. Ma il quadro politico rischia di cambiare in maniera fondamentale. Compromettendo gli equilibri futuri

A Sora, se non è un tutti contro tutti, sicuramente è un nessuno con nessuno. In questi termini si prospetta l’attuale scenario politico amministrativo della città volsca. Spieghiamoci meglio, partendo dalla condizione costantemente precaria della maggioranza, uscita vincente nell’estate del 2016, che sostiene il sindaco Roberto De Donatis.

Si sta stretti sul Carroccio

Il progetto della Piattaforma civica di De Donatis (via i simboli dei Partiti, solo liste civiche) ha perso i suoi connotati originari e fondativi fin dai primi momenti successivi alla sua affermazione elettorale nell’estate 2016. Causando, fra l’altro, la fuoriuscita quasi immediata di un socio fondatore quale il maresciallo Antonio Farina. E a stretto giro anche della consigliera comunale, coordinatrice cittadina di Forza Italia, l’avvocatessa Serena Petricca.

Oggi i componenti della maggioranza De Donatis hanno indossato tutti nuovamente quella casacca di Partito che, nemmeno tanto fittiziamente, avevo dismesso quando fu costituita la Piattaforma Civica. Anzi, e qui la faccenda si fa tanto più intrigante quanto più pericolosa per la tenuta della compagine De Donatisana, qualche suo componente è ad un passo dal cambio di casa politica. Voci sempre più insistenti, annunciano da settimane il possibile passaggio alla Lega del Presidente del Consiglio comunale, Antonio Lecce: già An, Pdl e Forza Italia. Con lui ha le valige pronte la consigliera comunale Simona Castagna, proveniente dall’area politica di centrosinistra.

Quindi il Partito del vicepremier Salvini, partendo dal nulla del 2016, avrebbe una nutrita rappresentanza in seno al consiglio comunale della città volsca. Peccato che due starebbero in maggioranza ed uno (il giovane Luca Di Stefano) all’opposizione.

In tutto questo, ovviamente, c’è la posizione di grande imbarazzo del coordinatore cittadino Antonio Vitale, leghista della prima ora e candidato sindaco nel 2016 in perfetta solitudine, che mal sopporta queste operazioni ‘mercenarie‘ considerandole come tradimento dello spirito duro e puro iniziale della Lega.

Cavalli di ritorno per Forza Italia

Non va meglio per la componente forzista, vero motore della Piattaforma civica e della vittoria di Roberto De Donatis. Ad oggi, dopo l’uscita di Alessandro Mosticone dal Gruppo di Forza Italia, a rappresentare tecnicamente il partito di Berlusconi in Consiglio vi sono, da una parte, Serena Petricca, passata a sedere nei banchi dell’opposizione, e, dall’altra, in maggioranza, Lino Caschera, rientrato nei ranghi di Forza Italia dopo una breve parentesi socialista, e da qualche settimana membro della segreteria del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli.

Sono spariti dai radar membri storici del partito; il già vicesindaco e consigliere provinciale Vittorio Di Carlo (già Alleanza Nazionale) e l’ex Presidente del Consiglio Comunale, Giacomo Iula(già Forza Italia).

Fanno finta di occuparsi solo e soltanto delle loro attività professionali ma voci vicine ai due testimoniano di un lavorio sotterraneo per un rientro; anche attraverso un ritorno, per uno dei due, al primo grande amore politico.

Due Pd sono meglio di uno

La situazione sorana del Pd non contribuisce a fare un po’ di chiarezza in questo scenario politico da maionese impazzita.

Il Partito del neo segretario Nicola Zingaretti può vantare anch’esso una nutrita presenza in consiglio comunale; anche qui, però, peccato che vi sono piddini di maggioranza e di opposizione che dialogono sì con il sindaco Roberto De Donatis ma non fra di loro.

Fra i primi, si ascrivono la cugina del sindaco e sua fedelissima, Floriana De Donatis, il silenzioso ma non per questo meno combattivo Natalino Coletta e il dottor Augusto Vinciguerra; l’anestesista sorano, peraltro, rompendo gli schemi di un accordo di maggioranza che avrebbe voluto una convergenza unitaria alle elezioni provinciali su Alessandro Mosticone, prima che quest’ultimo fosse stoppato dai vertici nazionali della Lega, ha pensato bene di candidarsi anch’egli nella lista di ispirazione socialista che fa capo al presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone Luigi Vacana.

Fra i banchi dell’opposizione, ma solo apparentemente, siede invece il neoacquisto del Pd sorano, la dinamica Maria Paola D’Orazio, membro del direttivo regionale del partito di Zingaretti. La D’Orazio dialoga costantemente e quotidianamente con il buon De Donatis; preludio, questo rapporto, ad un appoggio esterno qualora qualche consigliere della maggioranza (per esempio, Vinciguerra) dovesse dare forfait dopo le elezioni provinciali del prossimo 7 aprile.

Maria Paola, d’altronde, non fa mistero di ambire ad essere la candidata sindaco del centrosinistra alla prossima tornata elettorale; ovviamente dovrà fare i conti con la storia del Pd locale, dai Lombardi a Di Ruscio, passando per Coletta, che certamente non impazziscono di gioia all’idea di questa ipotesi.

I Giovani Democrati, guidata da Massimiliano Iula, fingono di stare a guardare ma, sotto sotto, hanno messo in moto una macchina organizzativa per ridare uno slancio nuovo al Partito Democratico, soprattutto nella sua componente più di sinistra.

Le cinque stelle di Fabrizio

Il grillino Fabrizio Pintori fa quel che può dai banchi dell’opposizione; anche se le attese del popolo pentastellato sorano nei suoi confronti sono di gran lunga più importanti avendo il Pintori un importante referente regionale, Loreto Marcelli, ed importanti referenti nell’attuale maggioranza parlamentare.

In ultimo, restano i fratelli Ernesto e Walter Tersigni; mentre il primo sembra non aver per niente smaltito la batosta elettorale del 2016, Valter invece sta lavorando fin dal primo giorno della sconfitta ad progetto amministrativo che lo veda candidato a sindaco di una coalizione senza simboli di Partito.

Insomma, a Sora il caos regna sovrano; se il sindaco Roberto De Donatis volesse rilassarsi con una partita a tressette avrebbe seria difficoltà a mettere quattro amici insieme al tavolo. Ma, chissà, tutto sommato è proprio quello che vuole; perché Luigi XI di Francia non sbagliava quando disse diviser pour régner. Riprendendo il più antico divide ed impera.