Sora, il regno del Caos ha inghiottito Partiti piccoli piccoli

Gli uomini forti sono Alberto La Rocca, Enzo Di Stefano, Lino Caschera, Ernesto e Walter Tersigni. Nei Partiti nessuno governa più nulla. In questo clima trionfa il gioco a sfasciare. Mario Abbruzzese è stato messo nel mirino da Massimo Ruspandini e Claudio Fazzone. Infine Nicola Ottaviani vuole “azzerare” Pasquale Ciacciarelli. E viceversa.

Quanto sta succedendo in queste ore a Sora per le elezioni comunali dimostra una cosa soprattutto: nei Partiti nessuno governa più nulla. E nessuno. Con la conseguenza che a regnare sovrano è il Caos, all’origine del mondo secondo la mitologia greca. Un miscuglio di elementi, in grado però di generare divinità potenti e capricciose.

Comunque andrà a finire nelle prossime ore (o giorni), a Sora è evidente che a dare le carte sono i referenti locali: Alberto La Rocca, Enzo Di Stefano, Ernesto e Walter Tersigni (non più necessariamente sulla stessa lunghezza d’onda), Maria Paola D’Orazio, Lino Caschera. I Partiti ci hanno provato a fare il loro mestiere, cioè cercare di mettere ordine e dare punti di riferimento. Oltre che una linea. Con risultati imbarazzanti. (Leggi qui Coalizione decimata, Ruggeri su un campo minato e leggi anche qui La candidata Gemmiti affossata dalle piroette di Vinciguerra).

Questo dimostra non soltanto che ormai alle comunali la formula “civica” è prevalente, ma anche che non esistono leadership riconosciute da tutti. Ognuno si sente legittimato a fare cioè che vuole. Poi c’è la quota degli “indifferenti”, che però si accorgeranno quando sarà troppo tardi quali conseguenze può generare l’effetto Torre di Babele in atto a Sora.

La fine dei Partiti

Lino Caschera, Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli

Dicevamo dei partiti. Il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani ha commissariato la Lega cittadina, con un obiettivo soprattutto: frenare l’avanzata del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli.

La conseguenza finora è quella di aver rimesso in discussione i pochi punti fermi che c’erano nel centrodestra. Provocando l’ira del senatore e leader provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini.

Sullo sfondo resta la domanda: Giuseppe Ruggeri sarà il candidato di tutto il centrodestra? Soprattutto dopo la tumultosa riunione di ieri sera, nella quale si racconta che Ruggeri abbia ribadito la sua scala delle priorità: i pazienti in ospedale, i pazienti che sta curando fuori dall’ospedale, poi la politica. E di fronte alle rimostranze del leghista Lino Caschera che ribadiva come non si possa fare così il sindaco il candidato Giuseppe Ruggeri gli avrebbe risposto più o meno “E mica sono un nullafacente come te che ti alzi alle dieci del mattino”.

Molto difficile che resti lui il candidato. In serata ci sarà un’altro mini vertice. La Lega ha fornito una serie di opzioni, lasciando a Fratelli d’Italia ogni decisione nel pieno rispetto dell’accordo regionale.

Nessuna mediazione nobile

Al di là della candidatura. Nel Carroccio nessuno ha provato una mediazione nobile. Non Claudio Durigon, non Francesco Zicchieri, non Francesca Gerardi, non Gianfranco Rufa. In fondo il Caos sta bene a tutti.

A seminare il panico nelle file del centrodestra è soprattutto lui: Mario Abbruzzese, dirigente di Coraggio Italia. Mentore e “sponda” di Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale della Lega. Mario Abbruzzese è il numero uno al tavolo da poker del centrodestra. Tutti sono disposti a scommettere che sia stato lui ad innescare un gioco al rimpallo delle responsabilità che alla fine sta bene a tutti. Perché la scala delle priorità dettata dal candidato non era stata prevista da nessuno.

Anche se il risultato è quello che tutti o quasi auspicavano, la manovra ha provocato l’ira di Fratelli d’Italia: Massimo Ruspandini vuole Mario Abbruzzese fuori dall’alleanza: i fatti di Sora sono solo un pretesto, la contrapposizione tra le loro visioni politiche è nota da anni. E sta trovando una sponda importante anche in Forza Italia. Il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone non sopporta “epidermicamente” Mario Abbruzzese. Ai tempi di Forza Italia ogni incontro era uno scontro.

Ruspandini e Fazzone vogliono anche “rompere” il gioco di sponde tra Ciacciarelli e Abbruzzese e hanno intenzione di chiedere chiarezza alla Lega. A Claudio Durigon direttamente.

Il Pd a Sora non si muove

Fantini e Astorre

Nel Pd non è il solito Caos. Luca Fantini sta provando a tenere la barra dritta e il segretario regionale Bruno Astorre gli sta dando una mano. È stato Fantini l’altro giorno a bloccare i giochetti interni che volevano spostare l’asse su Alberto La Rocca, bruciando la candidatura di Maria Paola Gemmiti. Il Segretario ha chiamato ad uno ad uno i candidati dicendo con chiarezza: “Il tavolo del centrosinistra ha indicato un nome e noi non ci sposteremo da lì, a chi non sta bene può andare via”.

C’è anche un’altra soluzione: la convocazione ex novo del tavolo per ridiscutere. E su quello nemmeno il Segretario potrebbe dire nulla. Mentre Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti si tengono lontani dalle vicende sorane. E Antonio Pompeo alla fine potrebbe preferire l’intesa con il suo vicepresidente alla Provincia, Luigi Vacana.

Non ci sono partiti, questo è il punto vero. Perciò cercano gli uomini forti sul piano locale: da Enzo Di Stefano ad Alberto La Rocca, da Ernesto Tersigni a Walter Tersigni. Da Lino Caschera ad Augusto Vinciguerra.

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