Mosticone vuole un assessore come indennizzo. Per Di Carlo?

Ernesto Baronio

Conte del Lungoliri

 

«Qui tra di voi qualcuno mi ha fregato»: non è la celebre frase pronunciata nel corso dell’Ultima Cena, prima dei quattro passi nell’Orto degli Ulivi e tutto quello che ne conseguì. E’ lo sfogo di Alessandro Mosticone, consigliere comunale di Sora, incardinato nella maggioranza di governo del sindaco Roberto De Donatis, politicamente strutturato in Forza Italia, candidato silurato alle scorse provinciali.

La frase l’ha pronunciata nel corso della riunione di maggioranza avvenuta l’altra sera, proprio per fare l’analisi del voto. (leggi qui il precedente). «Qui tra di voi qualcuno mi ha fregato».

Il conto è presto fatto: ad Alessandro Mosticone sono mancati due voti. Lui ne contava 7 da Sora e 3 dai centri della fascia leggermente minore. Invece ne ha avuto 5 da Sora e 5 dai Comuni di media dimensione. «Quindi in due non mi hanno votato».

Narrano le voci che rimbalzano sul Lungoliri che il consigliere caro anche al cuore del sindaco di Broccostella, abbia puntato i piedi. E minacciato una crisi in maggioranza. Reclama un risarcimento. Vuole un assessorato. Per se stesso? Giammai: tutti sanno che Alessandro Mosticone non è così egoista. Il danno è politico e quindi l’assessorato deve essere riconosciuto al gruppo di Forza Italia. Che si riserva di indicarlo: anche se fosse un esterno.

Si ode, sulle sponde del fiume, un sacro sferragliare di forbici, aghi e ferri da stiro. Dalla sua camiceria Vittorio Di Carlo, fu vice sindaco di Sora, già consigliere provinciale, continua a confezionare botton down, colletti, risvolti, pieghe sul dietro. Nessuna dichiarazione, nessun cenno di rientro nell’agone politico. Ma dicono che dietro a tutto il fervore di Mosticone ci sia proprio lui: il nome dell’assessore in pectore sarebbe proprio quello del fu vice sindaco.

Altri sarebbero pronti a scommettere che invece il prescelto sia Giacomino Iula oriundo sorano e verace di Matera: sfiduciato presidente del Consiglio comunale nell’era di Ernesto Tersigni. Archiviata la parentesi politica, continua a rimbalzare tra Cornucopia e Cupido. In questo momento si sollazza tra ben altre passioni.

Sostengono poi i bene infornati che inamovibile sarebbe stato Natalino Coletta: rimproverato d’avere votato il candidato Pd (area Francesco De Angelis) Massimiliano Quadrini, avrebbe risposto «Embé, se anche fosse?» Anima Pd, Coletta avrebbe fatto rilevare che non c’era un candidato di bandiera dell’amministrazione. Gli hanno rimproverato di non avere contribuito all’elezione del compaesano e compagno di maggioranza Lino Caschera. Senza scomporsi avrebbe commentato: «Se andiamo a contare bene, non è mancato il mio voto. E’ mancata una strategia».

Giungono voci intanto di una solenne arrabbiatura di Antonio Farina per le voci circolate su una sua vicinanza con Enzo Di Stefano. Assicura che è stato solo un caffè preso insieme in un bar del centro. Ma l’eroico presidente dell’indomita Comunità Montana di Arce (in liquidazione) sua eccellenza Gianluca Quadrini ha preteso un chiarimento. Farina risulta tra i suoi elettori più fidati. Ed anche un caffè preso con Di Stefano gli suscita sospetto.

E in tutto questo, il sindaco Roberto De Donatis? Riferiscono che la sua priorità sia il Comune di Sora. E che ai giochi di potere sia per nulla interessato.

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Foto: Tonino Bernardelli, per gentile concessione dell’autore