Sorpasso ai Cinque Stelle e sfida alla Lega: Zingaretti prepara il ribaltone

Il nuovo segretario del Pd “resta sul campo” per mantenere il contatto con i temi del lavoro, della sanità e della scuola. Una donna (Paola De Micheli) come vice, Gentiloni presidente e candidati rappresentativi alle europee (Ilaria Cucchi). Adesso si fa sul serio.

Vede possibile il sorpasso nei confronti del Movimento Cinque Stelle alle Europee e sa che rappresenterebbe il superamento di una soglia psicologica enorme. Nicola Zingaretti ha messo i pentastellati nel mirino, ma non uno in particolare. Non Luigi Di Maio piuttosto che Alessandro Di Battista, non Beppe Grillo piuttosto che Davide Casaleggio. Il suo obiettivo è diverso: recuperare gli elettori Democrat che l’altra volta hanno votato per i Cinque Stelle o magari sono rimasti a casa.

Per fare questo continuerà ciò che ha sempre fatto: perciò ieri era a Torino per sostenere l’importanza di andare avanti con il Tav, perciò tra pochissimo sarà ad Anagni, alla Saxa Gres, per sottolineare l’importanza di un modello industriale che funziona. (leggi qui La strategia di Zingaretti: Tav e Saxa Gres per attaccare il Governo sul Lavoro)

È per questo che non si dimetterà da presidente della Regione Lazio: vuole mantenere il “contatto” con il mondo reale, con i problemi legati alla sanità, alla scuola, al lavoro, all’economia. D’altronde se in fila ai gazebo c’erano partigiani ultranovantenni, giovani, dirigenti, esponenti di partito che non votavano da anni, la sintesi è chiara: c’è voglia di ricominciare, di rimettersi in cammino. Ripartendo dagli esempi del passato, di Romano Prodi, di Walter Veltroni.

Lui, Nicola Zingaretti, terrà tutto insieme: probabilmente avrà una donna come vicesegretario (Paola De Micheli), il presidente del partito sarà Paolo Gentiloni, i capigruppo di Camera e Senato resteranno quelli attuali. E con Matteo Renzi dialogherà.

Se il Pd vede il sorpasso nei confronti dei Cinque Stelle, l’ex rottamatore tutto può fare meno che… un regalo a Di Maio. Uno strappo in questo momento sarebbe la fine politica del senatore di Rignano.

Alle Europee pensa a capolista importanti, rappresentativi e simbolici: da Carlo Calenda a Ilaria Cucchi. Poi c’è il Modello Lazio: ancorato a sinistra grazie a Massimiliano Smeriglio ma anche “attrattivo” neo confronti dei delusi di Forza Italia, molti dei quali un anno fa hanno votato per lui e non per Stefano Parisi.

Il vero avversario di Nicola Zingaretti è Matteo Salvini, vicepremier, ministro dell’Interno e capo supremo della Lega. “Io non sono un capo, ma un leader”, ha detto Zingaretti. Per sottolineare la diversità di approccio culturale prima che politico. Un altro centrosinistra seppe ripartire dai “girotondi”. La manifestazione di Milano di pochi giorni fa ci dice che oggi il centrosinistra può ripartire dai temi dell’immigrazione, della solidarietà, della libertà, dell’integrazione, della giustizia.

Ma anche del lavoro: l’impostazione della Fornero va superata anche da sinistra. Così come il Jobs Act. Per ricucire con il mondo del lavoro, dei sindacati, delle maestranze. Gli interlocutori del Pd non possono essere le banche e le multinazionali. Ma i lavoratori e i sindacati. E i piccoli e medi imprenditori.

Sarà questa la sfida più importante per il neo segretario Dem. Prima le persone insomma.