Sorpresa, a cena arriva dom Pietro Vittorelli

da CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«Ci sono responsabilità, nella vita, che puoi assumerti solo se hai la forza mentale e fisica per portare a compimento nel migliore dei modi, il tuo lavoro, la tua missione, il tuo obiettivo. Quando ho deciso di lasciare, questa forza, purtroppo, sentivo di non averla»: parole di dom Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino, che l’altra sera è stato a Casalvieri ad una cena privata, organizzata dal presidente dell’Aspin Genesio Rocca e dal presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli.

Look informale, con una barba folta e curata, dom Pietro è apparso in ottima forma, evidenziando enormi progressi nella strada del pieno recupero fisico. «Faccio due ore di terapia e riabilitazione ogni giorno» ha spiegato.

Con i presenti ha fatto una serie di considerazioni sul passato ed anche sul futuro.    Ha detto di sentire che «Il peggio è passato».

Parlando del territorio ha detto che «Penso sempre a quanto sarebbe importante mettere in rete tutte le eccellenze che nel mondo si sono fatte largo partendo dai nostri paesi, dalle nostre contrade, dalle nostre magnifiche valli. In questi anni, viaggiando, mi è capitato di incontrare persone di grandissime capacità che hanno costruito la loro fortuna e il loro successo all’estero e che sarebbero davvero felici di condividere con altri ciociari le loro conoscenze e le loro esperienze. Credo che il nostro territorio, e l’atmosfera di questa sera lo dimostra, sia ancora uno scrigno ancora tutto da scoprire e ricco di grandi potenzialità»

Dom Pietro, aveva annunciato le sue dimissioni nel giugno del 2013, dopo un anno di cure e cicli di riabilitazione dalla malattia che lo aveva colpito in maniera molto violenta, segnandolo nel corpo ma colpendolo anche nello spirito. Contestualmente alle dimissioni da abate aveva presentato la richiesta di ‘indulto di esclaustrazione’ cioè un anno di ‘congedo’ da vivere fuori dal monastero, durante il quale decidere se restare monaco oppure sciogliere i voti.

L’anno scadeva nello scorso mese di giugno. Così, due mesi fa aveva deciso di non sciogliere i voti monastici ma di non tornare nemmeno alla vita di convento, prendendo altri due anni di riflessione, arrivando così al limite massimo concesso dal diritto canonico. Scaduto quel termine non ci saranno tentennamenti: o dentro o fuori, in base al canone 686 del codice canonico.

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