Sottosegretari verso l’intesa. Durigon si, Frusone no

La partita per i Sottosegretari. Partiti al lavoro nel fine settimana. Per chiudere lunedì prima del CdM delle 9.30 Ma nel Pd il dibattito è ancora aperto. Durigon torna al Lavoro. Nemmeno questa volta c'è spazio per Frusone. Battistoni all'Agricoltura. Conferme per Manzella e Lorusso

Il leghista pontino Claudio Durigon al Lavoro, nessuna traccia del pentastellato Luca Frusone alla Difesa. Invece il fedelissimo viterbese di Antonio Tajani Francesco Battistoni è all’Agricoltura, l’ex assessore alle Attività Produttive di Nicola Zingaretti Gian Paolo Manzella confermato allo Sviluppo Economico. Alla Sanità l’ex Direttore Generale della Asl di Frosinone Stefano Lorusso è confermato come Capo Segreteria tecnica del Ministro della Salute. Solo rumors per il momento. Ma di prima mano e fonte attendibile: l’elenco dei sottosegretari e dei viceministri del Governo Draghi è quasi completo.

Equilibri fragili

Stando a quelle anticipazioni, nella squadra di sottogoverno si cercherà di riequilibrare un Esecutivo al quale viene rimproverata l’eccessiva presenza di ministri del Nord e la scarsa presenza di donne.

Mario Draghi (Foto: Alessandro Serranò via Imagoeconomica)

Si punta a chiudere nelle prossime ore. I Partiti lavoreranno alla lista anche nel fine settimana. L’obiettivo è quello di consegnare la lista già lunedì mattina al premier Mario Draghi. Come mai tanta fretta? Perché nell’agenda di lunedì c’è già una riunione del Consiglio dei Ministri: fissata per le ore 9.30. Se non ci saranno perdite di tempo il Governo prenderà atto degli equilibri raggiunti dalla politica ed il presidente Draghi procederà con le nomine.

Ma al momento l’equilibrio auspicato non c’è ancora: in alcuni Partiti la discussione interna è ancora aperta. E poi ci sono due elementi che le forze di maggioranza stanno faticando a tenere in debita considerazione stilando l’elenco. Il primo: le ‘quote rosa‘. Guai a varare una squadra che non sia a larga maggioranza femminile dopo avere messo in acqua un Governo che è composto per due terzi da uomini.

Il secondo: i big da collocare. Nella bozza che circola in queste ore c’è il nome di Vito Crimi all’Interno insieme al leghista Stefano Candiani ed al Dem Matteo Mauri. Ma sul tardi Crimi ha fatto sapere che preferisce compiere un passo indietro. In nome del riequilibrio geografico al Sud rischia di rimanere fuori un nome di peso tra i Cinque Stelle: Stefano Buffagni ha il difetto di essere lombardo, regione ‘inflazionata’ nel Governo.

La spaccatura riduce i grillini

Tra i grillini dovrebbero invece spuntarla Laura Castelli al Ministero dell’Economia e Finanze, Francesca Businarolo alla Giustizia anche se tra i super favoriti per via Arenula c’è anche l’ex consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli.

Claudio Durigon con Matteo Salvini. (Foto Benvegnù Guaitoli / Imagoeconomica)

I Cinque Stelle pagheranno il prezzo della spaccatura al momento del voto di Fiducia. Il fatto che si siano ristretti comporterà anche una riduzione dei loro sottosegretari: scenderanno da 13 a 11.

Al Ministero del Lavoro, guidato dal vicesegretario Pd Andrea Orlando, i pentastellati lavorano per far spazio a uno dei loro, soprattutto per difendere il Reddito di Cittadinanza. Tra i nomi che rimbalzano c’è quello della deputata Maria Pallini. Ma secondo altre fonti non è certo che ci sarà un posto: vengono dati per certi Claudio Durigon (Lega), Davide Faraone (Italia Viva) e Chiara Giribaudo (Pd).

Per lo Sviluppo economico si fa largo un’altra donna: l’ex componente del direttorio grillino Carla Ruocco. Ma per approdare a via Veneto, la parlamentare di origini campane dovrebbe lasciare la presidenza della commissione di inchiesta sulle banche. Il che aprirebbe una nuova partita in Parlamento e rischierebbe di generare ulteriore dissenso nei 5 Stelle, già sull’orlo di una crisi di nervi. Al momento, voci accreditate parlano di un team con il tecnico Antonio Nicita, il pentastellato Stefano Buffagni, i Dem Giampaolo Manzella e Alessia Morani.

Frusone resta alla Nato

Luca Frusone – (Foto: Imagoeconomica, Paolo Cerroni)

Nella casella della Difesa non si legge il nome del bi deputato Luca Frusone di Alatri che a questo punto resterebbe nella commissione che cura i rapporti con la Nato. Ci potrebbe essere invece il ritorno di Angelo Tofalo (M5S) che aveva già rivestito il ruolo di sottosegretario nel primo governo Conte. Altro nome che rimbalza è quello del giovanissimo Luigi Iovino. Per quel ruolo la Lega ha indicato Raffaele Volpi.

Un’altra possibile new entry è Luca Carabetta: il suo nome compare nell’elenco degli under 40 più impegnati per un futuro migliore: per lui potrebbe aprirsi uno spazio al ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale capitanato da Vittorio Colao.

La senatrice Alessandra Maiorino potrebbe approdare al dicastero per le Disabilità. Per affiancare Luigi Di Maio alla Farnesina nel Movimento se la giocano in due, due ex: la viceministra Emanuela Claudia Del Re o Manlio Di Stefano.

L’ex viceministro Giancarlo Cancelleri potrebbe essere confermato ai Trasporti, ma non è escluso che lasci per trasferirsi al dicastero del Sud. In caso contrario c’è il nome della deputata Gilda Sportiello. All’Interno, dopo il passo indietro di Crimi che si è congedato dallo staff del Viminale, dovrebbe tornare a spuntarla Carlo Sibilia. Invece Pierpaolo Sileri potrebbe restare con Roberto Speranza alla Salute. Per la Scuola ‘scalpita’, stando almeno ai rumors interni, Luigi Gallo, ma potrebbe spuntarla anche l’ex sottosegretario alla Cultura nel primo governo Conte Gianluca Vacca, una vita spesa nella scuola.

Sottosegretari al Centrosinistra

Nicola Zingaretti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Nelle forze di centrosinistra gli occhi sono tutti puntati sul Pd. In particolare, sulla discussione interna sul ruolo delle donne. Nicola Zingaretti ha convocato una Direzione la prossima settimana, il 25, con un Odg specifico su questo tema che accoglie le indicazioni della Conferenza delle donne.

Molte donne dem, però, sollecitavano una riunione dei vertici prima delle scelte per il sottogoverno. Il Segretario ha già preso pubblicamente l’impegno di mettere la questione al centro del dibattito politico dem, più che ridurla a una questione di posti.

In casa Pd molti scommettono che saranno diverse le donne nella prossima tornata di nomine governative. A partire dalle uscenti: Marina Sereni (Esteri), Anna Ascani (Scuola), Sandra Zampa (Salute), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento), Lorenza Bonaccorsi (Cultura), Francesca Puglisi (Lavoro) Alessia Morani (Mise).

Ma nel ‘totosottosegretari’ dem ci sono anche Marianna Madia (Economia o Innovazione tecnologica), Valeria Valente (Giustizia) e Titti Di Salvo.

Il dibattito interno però è ancora aperto. Una parte del Partito Democratico ritiene che non si possa garantire la continuità al lavoro già fatto senza confermare alcune pedine chiave. È il caso di Antonio Misiani (viceministro al Mef uscente) e Andrea Martella (sottosegretario all’Editoria, per il quale si parla anche della delega allo Sport). Per Leu, come per gli altri ‘piccoli’ come Maie, +Europa, centristi, Autonomie, potrebbe esserci un sottosegretario. Forse due per Iv, e tra i nomi che circolano ci sono quelli di Gennaro Migliore (Giustizia) e Lucia Annibali.

Sottosegretari al centrodestra

Marta Cartabia (Foto: Imagoeconomica)

Sul fronte del centrodestra, nella lista proposta dalla Lega dovrebbe essere sempre favorita Giulia Bongiorno per un posto a largo Arenula, al fianco di Marta Cartabia, mentre Stefano Candiani (o Nicola Molteni) correrebbero per il Viminale.

Luca Coletto andrebbe con Roberto Speranza alla Salute. Lucia Borgonzoni sarebbe pronta, invece, a ritornare al Collegio Romano con il dem Dario Franceschini. Si parla di Edoardo Rixi al Mit, come sottosegretario del ministro ‘tecnico’ Giovannini. Continuano a circolare i rumors su Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, in corsa ai Rapporti con il Parlamento, con il riconfermato ministro pentastellato Federico D’Incà. In questo caso, Gian Marco Centinaio andrebbe a fare il capogruppo a palazzo Madama.

Secondo le ultime indiscrezioni, la rosa indicata da Silvio Berlusconi riguarderebbe sempre 5 senatori, compreso il rappresentante dell’Udc, e non più 2 ma 3 deputati. Perché? Si sarebbe liberata un’altra casella dopo il notevole ridimensionamento in Parlamento dei grillini causa l’espulsione di vari dissidenti. (leggi qui Tajani coordinatore nazionale: comanda sempre Silvio)

Francesco Battistoni (a destra)

In lizza per un posto di sottogoverno per Forza Italia ci sarebbero, tra gli altri, i senatori Francesco Battistoni, fedelissimo di Antonio Tajani (Agricoltura), Gilberto Pichetto Fratin (in pole per un ruolo ‘economico’ vista l’esperienza maturata nelle commissioni Finanze, Lavoro-Politiche sociali e Sviluppo economico di palazzo Madama) e Dario Damiani, vicecoordinatore regionale in Puglia.

Come quote rosa si fanno i nomi delle senatrici Gabriella Giammanco e Alessandra Gallone. Tra i deputati papabili, il portavoce unico dei gruppi parlamentari Giorgio Mulè, il responsabile Sanità del Partito Andrea Mandelli, il responsabile Giustizia Francesco Sisto, uno dei fedelissimi di Arcore ed esperto di politica estera Valentino Valentini.

Per i centristi, al Senato nel gruppo di Fi, sarebbero in corsa Paola Binetti e Antonio Saccone. Continua poi a girare il nome per il Viminale di una outsider come Marianna Li Calzi, già sottosegretario all’Interno con Berlusconi nel ’94 prima di passare nel centrosinistra e fare il sottosegretario alla Giustizia con D’Alema e Amato.

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