Sottosegretari via alla partita

Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

La partita per le nomine dei sottosegretari. Si va verso lo stesso schema usato nel precedente Governo.

Lo schema è lo stesso utilizzato nel governo con M5S e Lega. Cambiato l’alleato, ora il Movimento 5 Stelle vorrebbe utilizzare anche nel Governo Conte 2 lo stesso criterio con cui erano stati assegnati viceministri e sottosegretari nel Conte I. In pratica: in ogni dicastero un sottosegretario di colore opposto a quello del ministro; dove c’è un ministro espresso dal Centrosinistra si indica un sottosegretario del M5S e viceversa.

Chi entra, chi esce, chi resta

Rimasto fuori dalla nuova squadra dei ministri del Conte 2, il capogruppo pentastellato alla Camera Francesco D’Uva è in pole per un posto come sottosegretario. Per lui si parla dei Beni Culturali.

Il capogruppo M5S Francesco D’Uva © Imagoeconomica

Viene data quasi per certa la conferma del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, soprattutto dopo l’approdo di Luigi Di Maio alla guida della Farnesina.

A proposito di conferme. Potrebbe rimanere al Ministero dell’Economia e Finanza la viceministra Laura Castelli: ma non è escluso che Via XX Settembre possa essere la destinazione anche di Stefano Buffagni. L’esponente lombardo del M5S sarebbe in lizza per un ruolo come vice o, almeno, sottosegretario in altri dicasteri economici, come Infrastrutture e Sviluppo Economico.

Nell’elenco dei sottosegretari grillini non c’è il nome di Luca Frusone. Per lui si ipotizzava un incarico alla Difesa, per bilanciare la presenza del ministro Dem Lorenzo Guerini (da tutti considerato un renziano, mentre Matteo Renzi lo ritiene un franceschiniano). Già nello scorso Governo il nome di Frusone era circolato tra quelli dei papabili: ma il parlamentare preferirebbe continuare l’attuale lavoro di presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare Nato.

La pattuglia Dem

Per quanto riguarda il Pd, in pole c’è Antonio Misiani responsabile Economia della segreteria di Nicola Zingaretti. Per il senatore Pd si parla della nomina di viceministro al Mef.

Circola anche il nome di un altro senatore: Luciano D’Alfonso, ex-governatore dell’Abruzzo.

Gian Paolo Manzella © Imagoeconomica, Paola Onofri

Tra gli ‘aspiranti’ ci sono il senatore milanese Simona Malpezzi ed il parlamentare potentino di lungo corso Salvatore Margiotta. Un altro passaggio al governo potrebbe essere quello delle deputata Under 40 Lia Quartapelle. A lungo inserita nel toto-ministri, ora per Quartapelle potrebbe prospettarsi la carica di vice alla Farnesina. Ma in ballo ci sarebbe anche Marina Sereni.

La renziana Anna Ascani, vicepresidente dem, è stata fino all’ultimo data per certa nel’esecutivo. Non è riuscita ad entrare e potrebbe essere ‘ricompensata’ con la nomina a sottosegretario all’Istruzione.

Tra i nomi che circolano in queste ore anche quello dell’altra vicepresidente Pd, Debora Serracchiani. Possibile anche l’ingresso al governo di Emanuele Fiano. Non mancano ipotesi di ex-parlamentari come Silvia Velo e Mauro Cociancich. Tra gli aspiranti anche il deputato Piero De Luca.

Riccardo Nencini Psi

Tra i nomi dati per certi c’è quello dell’assessore regionale allo Sviluppo del Lazio Giampaolo Manzella, stimatissimo da Nicola Zingaretti: potrebbe andare allo Sviluppo Economico come viceministro. Mentre per la casella di sottosegretario all’Editoria, avanza il nome del deputato umbro Walter Verini, giornalista alla terza legislatura.

Per l’area Socialista, il nome che circola è quello dell’esperto ex ministro Riccardo Nencini; in queste ore è particolarmente intensa l’attività romana dell’ex pluri sottosegretario socialista Gianfranco Schietroma. Un ruolo viene ipotizzato in queste ore anche per Demos – Democrazia Solidale che alla Camera ha la deputata Michela Rostan.