I 5 Stelle si spaccano su Lombardi. Zingaretti viaggia più spedito

Zinga Lombardi

Spaccatura verticale nel M5S in Regione Lazio: il Gruppo si divide sulla rielezione di Roberta Lombardi. Ma sul voto in Aula la maggioranza Zingaretti incassa zero contrari sulla nuova legge che disciplina il Commercio.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

La spaccatura è sotto gli occhi di tutti. Prima in Aula. Poi sulla bacheca di Facebook. Il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio è diviso in due: chi sta con la capogruppo Roberta Lombardi e chi le sta contro; metà sta con il dialogo allacciato con Nicola Zingaretti, il suo governo regionale, il suo Partito Democratico. L’altra metà è contraria.

Davide Barillari Roberta Lombardi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Ora è ufficiale, evidente, certificato dal voto con cui eleggere il nuovo Capogruppo. Perché nel M5S la rotazione degli incarichi è uno dei pochi principi ancora rimasti. Così, è arrivato il momento di mettere in discussione il ruolo di leader della candidata governatrice battuta da Zingaretti: fino ad oggi è stata Roberta Lombardi a guidare il dibattito pentastellato, tracciare la rotta politica, disegnare le strategie.

Uno vale uno, qualche volta vale due

Al momento del voto i numeri sono venuti fuori. Sono quelli di un Partito sull’orlo della crisi di identità: cinquanta e cinquanta, metà e metà, 5 con Roberta Lombardi e 5 con Valentina Corrado, l’ex capogruppo che sta invece con i puristi, con l’ala di Luigino Di Maio, con chi è meno dialogante ed avrebbe preferito buttare giù Zingaretti per riportare tutto a nuove elezioni fin da subito. Una divisione che non prende le origini dalla linea del dialogo tracciata da Lombardi: la loro contrapposizione ha radici lontane, addirittura risale a prima delle scorse elezioni. All’epoca Valentina Corrado si candidò alle Regionarie, proponendo al sua candidatura a Governatrice in contrapposizione a quella dell’ex capogruppo a Montecitorio.

Valentina Corrado

All’epoca vinse Roberta Lombardi. Ora è finita pari. Per restare capogruppo, la Lombardi è dovuta ricorrere all’articolo del regolamento interno in base al quale – se c’è parità – il voto del capogruppo vale doppio. Uno smacco. Perché è equivalso a dire “uno vale uno, in certi casi però c’è chi vale doppio“.

Un elemento difficile da digerire in un Partito nel quale non si è ancora capito che ‘uno non vale l’altro‘.

Lo sfogo di Valentina

La reazione di Valentina Corrado è stata affidata alla bacheca di Facebook. “Cara Roberta, quello che è successo ieri ha dell’incredibile ed è un paradosso che accada proprio nel Movimento 5 Stelle“.

La mancata capogruppo ha ricordato che il principio di rotazione è stato da sempre un anticorpo del MoVimento: una valvola di sicurezza contro i personalismi e con cui evitare l’accentramento di potere. “Il nostro codice etico è chiaro a riguardo ma ieri, qualcosa si è spezzato. Abbiamo un gruppo regionale diviso, questo è sotto gli occhi di tutti».

Non ci sta. Non accetta che il Regolamento le abbia dato torto. E definisce l’applicazione delle regole un “forzare la mano autoproclamandoti nuovamente Capogruppo“. Per Valentina Corradoè stata una manovra che sconfessa anni di attivismo, e fa perdere l’orientamento rendendo ancora più forte l’esigenza di chiarezza sul dove vogliamo arrivare“.

Il Patto con il Pd

Roberta Lombardi © Stefano Carofei / Imagoeconomica

Il consigliere Corrado sostiene che siamo in presenza di un atto di forza che “non ha giustificazioni“. E che alimenta tutte quelle voci sulla volontà di portare avanti un accordo strutturale con il PD regionale.

Eppure nell’Assemblea regionale M5S Roberta Lombardi aveva detto con tutta la chiarezza possibile che non c’è alcun accordo con il Partito Democratico. Lo ha scritto su una delle slide che sono state proiettate: “Nessun accordo con il PD“.

Ma Valentina Corrado non le crede. E denuncia “Questo attaccamento al ruolo di guida del gruppo consiliare “. E mette in chiaro che “se l’obiettivo è portare nel Lazio lo schema di alleanza con il Pd è giusto che tutti lo sappiano e che chi ha deciso, ci metta la faccia“.

La settimana scorsa il gruppo aveva mandato dall’Aula un segnale chiarissimo a Roberta Lombardi. Facendo mancare i numeri e mandando sotto la maggioranza di Nicola Zingaretti, rifiutando di fargli da stampella. (leggi qui La mattina Lombardi apre al Pd, il pomeriggio il M5S la silura in aula e qui la cronaca della seduta Caos in Regione, la nuova maggioranza già vacilla).

Ma l’intesa c’è ed è solida

I numeri dicono che lo scontro Lombardi vs Corrado è una bega interna. Personale più che politica.

Nicola Zingaretti e Mauro Buschini

Parlano chiaro i numeri della votazione con cui ieri pomeriggio è stata approvata la nuova legge sul Commercio: voto favorevole del centrosinistra e del M5s, astensione del centrodestra, zero contrari e addirittura un voto a favore dall’opposizione (quello di Massimiliano Maselli, di Noi con l’Italia). Favorevole anche Enrico Cavallari, il consigliere uscito dalla Lega e approdato da Misto da dove ha retto la maggioranza per oltre un anno in base al Patto d’Aula intessuto da Mauro Buschini.

Proprio il voto di Cavallari fa capire che il Patto è ancora in piedi. Che non c’è alcun rischio immediato di veder zoppicare l’amministrazione Zingaretti II.

L’altro elemento di riflessione è quel ‘zero contrari‘. È l’elogio della capacità di dialogo di un Governatore rieletto senza avere in eredità una maggioranza. Non è un caso che il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini definisca alla nuova norma “Un fiore all’occhiello“. Lo stesso Nicola Zingaretti parla di un “risultato straordinario“. Non solo per i contenuti amministrativi (sono previsti incentivi per le attività commerciali, strumenti di tutela del lavoro, misure per la lotta all’abusivismo).

Il dato politico

Enrico Cavallari – Foto: © Imagoeconomica Stefano Carofei

Il vero dato è quello sul contenuto politico. Perché il voto di ieri pomeriggio conferma sul piano pratico che prosegue spedito il dialogo sui contenuti con il Movimento 5 Stelle, la questione Capogruppo ha pesato zero.

Cambia poco, nella sostanza, il fatto che Roberta Lombardi nell’ultima Assemblea Regionale M5S abbia chiuso all’ipotesi di un’alleanza formale nel Lazio con il centrosinistra di Zingaretti. Una chiusura che a questo punto appare solo una manovra con cui far comprendere alla pattugli grillina che giocando allo sfascio interno sta rinunciando a due posti in Giunta, due assessorati con i quali il M5S nel Lazio potrebbe realizzare tanto.

Ma è una bega interna.

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