Il pallone è sempre rotondo

Finché c'è... matematica, il sogno continua. Basta una scintilla al momento giusto. Ciano in campo, elemento irrinunciabile per dare corpo alla fantasia. E tutti a briglie sciolte per la sfida della vita

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

A 90’ dal sogno di una stagione. Dentro o fuori. L’Olimpo o la decima stagione di serie B che, detta così, brutalmente, sembra l’Inferno e invece è comunque una grande ribalta per una città di appena 46.000 abitanti.

In certi momenti è anche importante guardarsi le spalle e non si tratta di fare dietrologia bensì attingere al sano realismo. Che non è quello da tastiera-social.

Maurizio Stirpe

Il Frosinone dalla stagione 2003-2004 – la prima stagione di Maurizio Stirpe da presidente – ha conquistato 5 promozioni di cui 1 in C1 dopo 18 anni di assenza, 2 in B e 2 in A, con le rispettive prime volte storiche per il Club. Ha disputato 1 playoff di serie C1 e 3 playoff di serie B (compreso l’attuale) ed ha visto sfuggire la promozione diretta in A per un gol nella stagione del record di punti (74) della storia giallazzurra in B e poi nella semifinale playoff col Carpi. Ogni tanto fa sempre bene attingere al cassetto dei ricordi.

Serve tutto questo anche a valutare con la massima obiettività il cammino di un Club di provincia e quello parallelo di una squadra costruita sempre pensando che debba comunque esserci un futuro. Il Frosinone ha fatto ottime cose attingendo magari anche dalle sane letture di una volta: la favola della formica e della cicala, ad esempio. Per la Società giallazzurra sarà sempre un vanto essere considerata una laboriosa formica piuttosto che una cicala canterina e mai veramente produttiva. Nel calcio italiano di cicale canterine ne abbiamo viste tante. Anche nella stagione che sta per chiudersi.

E allora un applauso incondizionato va dato al Frosinone, all’antivigilia della partita che Nesta ha definito “della vita”.

I PRONOSTICI SERVONO PER ESSERE SMENTITI
FROSINONE-SPEZIA

I numeri hanno la testa dura. E allora la matematica non condanna affatto il Frosinone che al bivio che potrebbe condurre alla terza promozione in serie A in 5 anni, può giocarsi il jolly della squadra che si è riscoperta da formato-trasferta che non ha nulla da perdere.

Sia ben chiaro: i liguri di Italiano (a proposito, un martello pneumatico su quella panchina) sono tutt’altra stoffa rispetto al Pordenone e al Cittadella. Difesa forte nonostante le assenze di Capradossi e Marchizza, ha terzini che spingono, mediana di spessore con Maggiore che merita la A in un club di media fascia e quel tridente che abbina fisicità esplosiva a qualità. Ai liguri è andato tutto alla perfezione.

Indiscutibilmente lo Spezia ha messo la testa avanti anche sotto il profilo psicologico grazie a quel gol di Gyasi al 21’ del primo tempo di una partita che i giallazzurri avrebbero potuto anche pareggiare senza far gridare allo scandalo. Di botto nella squadra di Nesta è tornato il ‘piedino’ corto, la paura di non farcela al posto di quella spietata lucidità che la squadra di Nesta aveva sciorinato con eleganza omicida nelle trasferte di Cittadella e Trieste.

FANTASIA PER VINCERE
FROSINONE-SPEZIA. FOTO © MARIO SALATI

Giovedi la beata fantasia dei giallazzurri dovrà cercare di prevalere oltre il minimo previsto per staccare il lasciapassare verso la serie A. A patto in primo luogo di andare a rimuovere quelle che sono una costante nel tempo: le amnesie, scorie che non sono mai state eliminate nel tempo. Nesta le addebita a stanchezza, in effetti però la 44.a gara ufficiale nella stagione, compresa la Coppa Italia ci racconta che quel tipo di pause ci sono state sempre.

Cancellarle adesso è impossibile. Limitarle si può, giocando facile. Tutti. Cose semplici, pochi fronzoli o alchimie. Gli assenti? Si dice che abbiano sempre ragione, quelli che conta il Frosinone sono indubbiamente pesanti nell’economia di una stagione normale, figuriamoci di tre stagioni come la 2019-’20: pre-lockdown, post-lockdown e playoff.

CIANO E POI PROVIAMOCI TUTTI INSIEME
FROSINONE-SPEZIA. FOTO © MARIO SALATI

A proposito di assenti, al ‘Picco’ non ci sarà Dionisi, il prezzo che il Frosinone del primo tempo ha pagato oltre la mezz’ora abbondante lasciata nel palleggio dei ‘blancos’ e il gol-partita. Mezz’ora da dimenticare, tutto compreso.

Al ‘Picco’ ci sarà invece Haas, fondamentale se lo svizzero fa il tris con quanto ha fatto vedere col Cittadella e Pordenone. E ci sarà Ciano, un giocatore al quale puoi rinunciare solo se il destino lo mette fuori causa. La fatica immane che ha fatto il Frosinone a mettere un pallone giocabile dentro l’area avversaria nel primo tempo lo deve ad un atteggiamento diverso da quello di Trieste ma soprattutto all’assenza di un giocatore che sapesse dettare i tempi della giocata, senza frenesia. Appunto, Ciano. Che non è magari quello di Crotone e di Cesena che imperversava algido sulla fascia destra per liberare la fantasia verso il centro del campo, ma un giocatore che oggi grazie alla maturità acquisita è in grado di trascinare una squadra intera con una semplice scintilla.

È di quella che ha bisogno il Frosinone a 90’ dal sogno di una stagione.

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