Un complotto interno per impedire l’elezione di Spilabotte al Senato

Una lettera riservata del senatore Spilabotte ai segretari delle sezioni Pd in provincia di Frosinone rivela un complotto. Fuoco amico per non farla rientrare in Senato. Informato il Pd nazionale

Un complotto contro Maria. per impedirle di tornare in Senato. Farle trovare chiusa la porta di Palazzo Madama subito dopo le prossime elezioni politiche.

A denunciarlo è stata Maria Spilabotte, senatore alla scadenza del suo primo mandato, sulla quale i riflettori si erano accesi già nelle prime settimane di attività parlamentare: per la proposta con cui regolamentare la prostituzione in Italia. Erano rimasti in ombra nei mesi successivi nonostante fosse stata tra i protagonisti delle varie ‘salvaguardie‘ grazie alle quali molti lavoratori (tra cui gli ex Videocon) hanno potuto agganciare la pensione nonostante i vincoli della Legge Fornero.

 

LA LETTERA AI SEGRETARI

A rivelare l’esistenza di un fitto fuoco di sbarramento amico per impedirle di tornare in Senato è la lettera riservata che Maria Spilabotte ha inviato questa mattina ai Segretari delle sezioni Pd attive sul territorio della provincia di Frosinone.

In questa tornata elettorale, all’interno del nostro Partito si stanno verificando gravi divisioni che vedono una parte della base provinciale completamente disimpegnata nella ricerca di voti per il Senato.

 

La parlamentare viene da anni di esperienza all’interno del Partito, è stata a Bruxelles a coordinare la segreteria di Francesco De Angelis, in Regione Lazio ha retto un settore politico dell’assessorato alle Piccole e Medie Imprese. Conosce intrighi e trappole della politica. Proprio per questo, nella lettera scrive

La mia persona si trova al centro di un fuoco di sbarramento “amico” in una situazione paradossale, che non è sfuggita ai vertici nazionali del Partito Democratico e rischia di compromettere la credibilità del nostro territorio all’interno dell’organigramma nazionale.

 

MISSION IMPOSSIBLE

Nel resto della lettera, Maria Spilabotte ricorda di avere accettato una sfida ritenuta dai più “impossibile”: la candidatura nel corpo a corpo dell’Uninominale, cioè la sfida diretta con tutti gli altri candidati e chi ottiene anche un solo voto in più va in Senato lasciando a casa tutti gli altri. Il tutto in un collegio – quello di Frosinone – che i sondaggi e le proiezioni assegnano al Centrodestra con un vantaggio di 17 punti nelle settimane precedenti alla campagna elettorale.

Nel rispetto di questo impegno sto girando in lungo e in largo, in maniera capillare, il nostro territorio, mio malgrado mi sono trovata a constatare che questo disimpegno sulla mia elezione è più ufficiale che ufficioso, con grave danno per l’immagine del PD provinciale.

 

AL SENATO? CHI SE NE…

A cosa si riferisce Maria Spilabotte quando dice «questo disimpegno sulla mia elezione è più ufficiale che ufficioso»?

Nelle tappe del suo tour elettorale ha scoperto che altri erano passati prima di lei. Qualcuno aveva sollecitato il voto alla Camera dei Deputati, più di qualcuno aveva chiesto la preferenza per la Regione Lazio. Tutti avevano lasciato fac simile e santini. Quasi nessuno aveva chiesto il voto per il Senato.

Eppure la candidata Pd per Palazzo Madama è una soltanto. È lei.

Una dimenticanza? Qualche elettore ha parlato. E le ha riferito «Per il Senato mi hanno detto ‘fai come ti pare’ a me basta che mi voti dove sto io»

 

INVIDIE E VENDETTE

Maria Spilabotte è convinta che dietro ci sia un’operazione scientifica. Fatta per vendetta. Per essersi ritagliata un suo spazio di pensiero politico all’interno del Partito.

La Senatrice ha già telefonato al Nazareno. E informato chi muove i fili dell’organizzazione politica sui territori. Li ha avvisati: stanno tentando di farmi le scarpe.

Lo si capisce dall’ultimo capoverso della lettera inviata ai Segretari.

Qualora il risultato delle urne dovesse ufficializzare e consegnare al coordinamento nazionale la fotografia di un Partito Democratico provinciale diviso da puerili invidie interne e quindi non stabile, tutto l’impegno che è stato profuso fino ad oggi per rafforzare il partito andrebbe dimenticato.

 

Non è un caso il fatto che citi per la seconda volta il Coordinamento nazionale. Ai Segretari dice: l’analisi del voto rivelerà se mi avete sostenuto o meno. E non potete evitare di sostenermi: perché la candidata è una sola.

 

L’ULTIMO APPELLO

Segretario e Partito mezzi avvisati, mezzi salvati.

Per questo la senatrice conclude la lettera con un appello.

Dunque, vi chiedo uno scatto di orgoglio che manifesti un segno di appartenenza convinta al partito attraverso un ulteriore importante sforzo nel far convergere consensi sulla mia persona,  che rappresenta il Partito Democratico. Sono certa che non farete mancare il vostro sostegno convinto al nostro partito dimostrando che in questa provincia il PD è compatto.