Quella boa nell’oceano per dire che tutti possiamo essere alfieri

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Non è vero che vanno avanti solo quelli con gli amici in alto. E che studiare è inutile. Come dimostra una boa nell'oceano. Anche se studi a Ceccano

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Ma a che servirà mai una boa con Internet in mezzo all’oceano?

Vuoi vedere che i trichechi devono connettersi per vedere Teleuniverso? O le balene: un selfie durante la nuotata per farlo vedere agli altri branchi sul lato opposto dell’emisfero spedendo via WhatsApp.

Invece quella cosa è dannatamente utile. Per prendere i dati e trasmetterli: non alle navi in transito, quelle hanno il satellitare. Ma se metti una boa e la colleghi ad internet hai in tempo reale la situazione del moto ondoso, della burrasca o della bonaccia, addirittura del passaggio dei pesci.

Tanto importante che la Nasa aveva lanciato una sfida tra gli studenti di tutto il mondo. L’ha vinta un team, guidato da un 19enne. Di Frosinone. Che ha studiato nel liceo di Ceccano: non Lodi, non Milano, non Verona. Un liceo, non il Politecnico.

Francesco Maura ha ricevuto il titolo di Alfiere della Repubblica dal Capo dello Stato. Lo ha assegnato a 28 ragazzi: ognuno con una storia ed una motivazione diversa, tutti considerati una speranza per il futuro del Paese. (Leggi qui).

Il vero traguardo non è quella medaglia, non è quella boa: il traguardo di Francesco è avere fatto capire una serie di cose. Ad esempio che insegnare non è solo fare una lezione e chi vuole segue, chi no ripete. Insegnare è saper ascoltare, individuare le passioni, stimolarle, coltivarle.

E che non è vero che vanno avanti sempre quelli con gli amici giusti. Non esiste l’università della strada. Soprattutto: uno non vale l’altro. 

Anche se non inventi una boa, anche se non prendi un premio. Ma riesci ad essere solo te stesso. Perché studiando non accetti di essere come tutti gli altri.

Senza Ricevuta di Ritorno.