La passerella degli Stati Generali e il peso degli assenti

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte avrà una settimana di ribalta mediatica, ma di fatto ha scavalcato il Parlamento. Tornano in mente le parole di Davide Casaleggio. Ma mancheranno protagonisti importanti (Mario Draghi in primis). Il rischio è l’effetto boomerang.

Una settimana di Stati Generali, nella sontuosa cornice di villa Doria-Pamphilj, consentiranno a Giuseppe Conte una lunghissima ribalta mediatica. Ci saranno tantissimi incontri, alcuni in presenza e altri in videoconferenza. Ci saranno, tra gli altri, la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Gheorghieva, la numero uno della Bce Christine Lagarde, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il commissario europeo Paolo Gentiloni. E, probabilmente, anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. E poi i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati.

Villa Doria
Villa Doria Pamphili, sede degli Stati Generali / Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

Ma ci saranno anche tantissimi assenti. Intanto nessuno del cerimoniale di Palazzo Chigi ha invitato gli ex presidenti del consiglio: Lamberto Dini, Mario Monti, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Enrico Letta e Matteo Renzi.

Non ci saranno i leader del centrodestra: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Il numero due di Forza Italia Antonio Tajani ha ribadito che gli “azzurri” sono pronti ad essere ricevuti a Palazzo Chigi (sede istituzionale) non altrove. E sia la Meloni che Salvini hanno detto dall’inizio che il luogo deputato per il confronto resta il Parlamento.

Ci sono malumori da importanti settori del Partito Democratico ma anche dei Cinque Stelle.

Tra i grandi assenti ci sono soprattutto uomini che potrebbero essere coinvolti nella ricostruzione del Paese. Non è stato invitato Mario Draghi, ex Governatore della Bce. Non sono stati invitati professori del calibro di Mario Monti e Carlo Cottarelli. Il Piano di un numero uno come Vittorio Colao è stato accantonato a velocità supersonica.

Irrituali e sfarzosi

Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Secondo alcune indiscrezioni il Capo dello Stato Sergio Mattarella non avrebbe gradito l’irritualità e lo sfarzo di una simile manifestazione. Nelle condizioni in cui è il Paese tutto si può fare meno che un’esibizione di potere come questa.

Vengono in mente le parole di Davide Casaleggio, numero uno della fondazione Rousseau e ideologo dei Cinque Stelle. Il quale, nel luglio del 2018, disse che in futuro il Parlamento potrebbe perfino non essere necessario. Gli Stati Generali rischiano di trasformarsi in un boomerang per Giuseppe Conte. Ma anche per il Partito Democratico.