Piacere, Lorusso: e cambierò la vostra sanità

Il Dg Asl presenta i suoi progetti. Verso un Polo Oncologico a Sora. Ospedali con vocazioni differenziate. In arrivo Terapia Intensiva Neonatale. La principale causa di morte in Ciociaria: "Mangiamo troppo e ci muoviamo poco, solo al secondo posto il cancro". Il dogma della prevenzione

In Ciociaria si vive a lungo: lo dice l’indice di vecchiaia che è tra i più alti del Lazio, specie nel distretto di Sora. E gli anziani spesso hanno malattie croniche, con cui devono convivere per anni: problemi cardiovascolari o diabete, solo per fare degli esempi. «L’assistenza sanitaria va tarata sulla base della popolazione, adattandola alle sue caratteristiche ed esigenze: per farlo il modello ideale di sanità non è quello che ruota intorno agli ospedali. E’ invece la rete territoriale che può fare la differenza. La vera sfida è realizzare questo in provincia di Frosinone e farlo capire ai cittadini»: ne è convinto il Direttore Generale della Asl ciociara, Stefano Lorusso, che

Il Dg della Asl di Frosinone Stefano Lorusso © Giornalisti Indipendenti

È la rivoluzione teorizzata da Stefano Lorusso, arrivato al timone della Asl di Frosinone dopo avere realizzato l’unificazione tutte le Asl della Sardegna: risparmiando e fornendo servizi migliori. L’altra sera su Teleuniverso ha annunciato il suo progetto: per fare in modo che la gente smetta di correre in ospedale per ogni cosa bisogna fare in modo che abbia sul territorio una serie di risposte a portata di mano. «È la rete territoriale che può fare la differenza. La vera sfida è realizzare questo in provincia di Frosinone e farlo capire ai cittadini».

I manuali di gestione sanitaria dicono: creare una “sanità territorio-centrica”, modulando i servizi in base alle necessità della gente.

Il cambio di approccio

I numeri dicono che circa il 70% delle persone che si rivolgono ai Pronto Soccorso della provincia viene poi classificato come codice bianco o verde, casi che quindi potrebbero essere trattati anche in altre strutture. Ma come convogliarli lì? «Per riuscirci è necessario cambiare l’approccio all’assistenza sanitaria, capire che, soprattutto in caso di problemi cronici, ci si deve rivolgere ai medici di medicina generale o alle case della salute». Significa ripensare tutto il modello di approccio al paziente.

Stefano Lorusso

«C’è la necessità di prendere in carico in paziente e di accompagnarlo nel percorso di cura, creando intorno a lui una rete alla quale si può affidare. Solo in questo modo si può aumentare la qualità della sanità percepita, non quella reale».

Il problema è soprattutto questo: esiste una Sanità reale, fatta di numeri, di statistiche, di codici, che sono incontrovertibili. Esiste allo stesso tempo una Sanità percepita: quella che i cittadini vedono dal loro punto di vista, che vivono sulla propria pelle. Ed è una percezione fatta in un momento in cui si sta male o si ha paura per qualcuno della nostra famiglia che sta male. La percezione non è mai reale in quelle condizioni.

La soluzione di Stefano Lorusso? «Il paziente deve sentirsi sicuro, accudito, in buone mani e non lasciato solo ad affrontare i propri problemi di salute. Per ottenere tutto questo deve esserci una cabina di regia sul territorio».

Il caso Tumore al seno

Per far capire il nocciolo del problema, il Dg cita l’esempio della Breast Unit di Sora. È uno dei 16 centri della Regione specializzato nella lotta al tumore al seno. Si tratta di una realtà d’eccellenza, che nulla ha da invidiare agli altri: «ma se più della metà delle donne ciociare che hanno un cancro alla mammella sceglie di andare fuori provincia a farsi curare, è perché non percepisce la qualità di quell’assistenza che potrebbe ricevere a Sora».

L’ospedale di Sora

È sulla presa in carico che si può fare la differenza, Lorusso ne è convinto: «se il paziente sa che c’è qualcuno che si prende cura di lui durante  tutto il percorso, che è guidato nell’interazione tra distretto e territorio, si sentirà più sicuro ed avrà la consapevolezza di ricevere un’assistenza di qualità».

Significa che dal momento in cui la Asl viene informata che una sua assistita ha un tumore al seno se la deve prendere in carico e costruirle un percorso lungo il quale seguirla: pianificarle la visita, prenotarle le analisi, fissare l’appuntamento di controllo, convocare per le verifiche. Tutto deve essere codificato: non deve più essere il paziente ad inseguire l’ospedale ma deve essere la Asl ad indirizzare l’assistito verso la struttura idonea. È questa la rivoluzione di Stefano Lorusso.

Tre ospedali, zero fotocopie

Altro punto fondamentale: i tre ospedali della provincia devono specializzarsi in ambiti diversi. Ad ognuno la propria mission. «Deve esserci ovviamente un livello base di emergenza e urgenza che deve essere garantita in ogni struttura, ma sono poi le specialità che serviranno a distinguerli ed a fare la differenza».

L’ospedale Spaziani di Frosinone

Su questo il dg ha le idee molto chiare: basate sull’esperienza positiva fatta in Sardegna fino a pochi mesi fa. «Per dare una Sanità meno costosa non serve tagliare. È sufficiente individuare le sacche di inefficienza, è. così che si risparmia».

E cos’è una sacca di inefficienza? Ad esempio un macchinario che viene usato solo in alcune ore e per il resto del giorno rimane fermo: come nella sanità privata invece bisogna fare in modo che quel macchinario inizi a lavorare al mattino e finisca alla sera. In questo modo il suo costo si spalma su un numero di pazienti più grande ed è come se ci fosse costato meno, si abbattono i tempi di attesa, la sanità reale e quella percepita si avvicinano.

Il polo oncologico

Quali mission assegnare agli ospedali di Frosinone, Cassino e Sora? Stefano Lorusso sta mettendo a punto il disegno. Che al momento prevede la creazione di una grande Unità Oncologica in provincia di Frosinone. Il Polo Oncologico potrebbe nascere a Sora. Costruito però sulla base dei nuovi criteri gestionali individuati dal manager: gestione totale del paziente.

Terapia Intensiva Neonatale

In arrivo c’è anche un altro progetto. Il dg punta sulla terapia intensiva neonatale. «Serve, è necessaria, può essere vitale». È una delle priorità nella lista di Lorusso: «definire l’ospedale di Frosinone un Dea di I livello è sbagliato, ci sono in realtà molti più servizi. Ci sono le basi per farlo diventare di II livello».

Il Dg Stefano Lorusso con l’assessore regionale D’Amato

L’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato per la prima volta, qualche mese fa, ha detto che c’è la possibilità. (leggi qui Asl, non si accorpa. E si va verso il Dea di II livello).

In questo, la strategia è quella del predecessore Luigi Macchitella: partire dalla sostanza, realizzare i servizi di emergenza e urgenza, avere un’organizzazione d’eccellenza. E poi ottenere il nome di Dipartimento d’Emergenza di II livello.

Non si muore di tumore

La popolazione della Provincia di Frosinone invecchia. «Dobbiamo tarare i nostri servizi tenendo conto di questo. I nostri pazienti hanno un’età sempre più avanzata: occorre essere pronti a fornire tutta quell’assistenza che è caratteristica della terza età». Lo schema Lorusso è sempre lo stesso: «Noi possiamo costruire un percorso lungo il quale incanalare il paziente anziano, prima che lui abbia bisogno di noi. Evitiamo a lui tante sofferenze, tante attese. E gli diamo l’assistenza prima che il suo caso degeneri e diventi una patologia grave o cronica».

La principale causa di morte non è il tumore ma i problemi cardiovascolari. «Sono numeri che mi hanno lasciato stupito: sono venuto qui e leggevo di una zona devastata dai tumori. I numeri sono in linea con quelli delle altre Asl. Su alcuni tipi di tumore sono più alti, sultani tipi di tumore sono più bassi».

Il registro dei tumori

I numeri del Registro dei Tumori stanno fornendo indicazioni utili. «Il registro dei Tumori raccoglie non solo i dati dei decessi ma anche quelli delle semplici analisi fatte anche fuori provincia da qualunque paziente che sia di questo territorio. Se un cittadino di Ceccano va all’Istituto dei Tumori di Milano a fare un test tumorale la risposta viene comunicata, in forma anonima, al nostro Registro dei Tumori. È questa l’utilità del Registro: non deve essere un elenco dei lutti».

Perché si muore soprattutto di problemi cardiovascolari? «Perché in questo territorio si mangia bene, si mangia tanto, allo stesso tempo ci si muove poco e si fa pochissima prevenzione». La prevenzione sarà il mantra della Asl di Frosinone nei prossimi anni: Stefano Lorusso sta facendo mettere a punto un piano per sensibilizzare i cittadini, stimolandoli a farsi controllare spesso e vivere in maniera più sana.

Metterà a dieta i conti. Metterà a dieta anche noi?