Stellantis, Cassino in caduta libera spera nel Tridente

I numeri di Cassino Plant: perso il 18% della produzione. Che era già in calo. Dal 2017 ad oggi Cassino ha perso il 68%: numeri da catastrofe. Le speranze legate a Grecale. Il Tridente registra dati posizitivi dovunque. Il problema immatricolazioni

Lo stabilimento Stellantis di Cassino è in caduta libera: si produce poco, il calo rispetto all’anno scorso è enorme, se si tiene conto degli ultimi anni le cifre sono da catastrofe. I numeri dicono che la produzione 2021 a Cassino si è attestata a 43.753 unità tra Giulia e Stelvio. Si tratta di quasi un quinto in meno se paragonato alla produzione fatta nell’anno precedente: per la precisione -18% sul 2020.

La profondità del baratro si coprende allargando la visuale: la caduta di Cassino va avanti ininterrotta dal 2017. La una perdita di produzione supera le 91.000 unità. In percentuale il calo è del 68%.

I numeri del crollo

I numeri derivano dall’analisi condotta dal sindacato Fim Cisl. Ha presentato oggi il suo studio sulla produzione negli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis nel quarto trimestre 2021 e il consuntivo annuale.

Dai dati emerge che “il crollo più pesante in termini di volumi produttivi è quello di Melfi, con -28,8% rispetto al 2020 (- 66.202 unità) e una caduta maggiore se rapportata al periodo pre-covid 2019 con una perdita di oltre 1/3 delle produzioni”. Sul calo di Melfi incide il blocco causato dai semiconduttori che crea una frenata maggiore negli stabilimenti più produttivi. E Melfi ha rappresentato per molti anni lo stabilimento che da solo produceva la metà delle autovetture di Fca.

I dati vanno letti con attenzione: il crollo di Melfi è così ampio perché nel 2020 aveva cifre di produzione molto alte. Il dato di Cassino (-18%) va letto tenendo conto che anche nel 2020 c’era stato un netto calo. E così pure nell’anno precedente. Cassino insomma va sempre peggio.

Un tavolo al ministero

Il sindacato Fim Cisl ha chiesto al Governo di convocare il tavolo di Stellantis presso il Ministero dello Sviluppo economico. Vuole che in quella sede l’azienda confermi i suoi impegni per il futuro in Italia. A far suonare ormai decine di segnali d’allarme è la lenta agonia di tutto il sistema di produzione collegato all’Automotive. (Leggi qui L’estinzione dell’Automotive iniziata sotto i nostri occhi).

Il segmento Premium invece regala soddisfazioni. Grazie alla capacità di sapere fare prodotto di qualità, caratteristica degli stabilimenti italiani. Lo dimostrano i numeri di Maserati. Dopo anni molto difficili sono tutti con il segno più i numeri della produzione con il logo del Tridente per il 2021. Il Polo Torinese registra 23.448 auto prodotte superando i volumi fatti nel 2020 e nel 2019. In particolare il Levante ha raggiunto quota 16.228, rispetto a 11.018 unità del 2020 e a 12.210 unità del 2019. Anche le due Maserati, Ghibli e Quattroporte, prodotte a Grugliasco, con le 7.220 unità prodotte nel 2021 hanno superato di misura le 6.676 unità del 2020 e le 6.900 del 2019.

A Modena poi con la partenza produttiva della supersportiva MC20, dal secondo trimestre del 2021, si è saturata la capacità produttiva dell’impianto e si è azzerato l’uso degli ammortizzatori sociali.

A Maserati sono affidate anche le speranze di ripresa per Cassino. Qui nell’ultimo trimestre si sono prodotte circa un centinaio delle cosi dette pre-serie del nuovo suv Grecale, mentre la crisi dei semiconduttori ha fatto slittare il lancio al secondo trimestre di quest’anno.

Il dato delle immatricolazioni

Il primo dato statistico sull’intero 2021 arriva invece dal Centro studi Promotor. Il numero delle immatricolazioni di autovetture, “è purtroppo catastrofico“.

In Italia nello scorso anno sono state immatricolate 1.457.952 autovetture, “un livello molto lontano dal minimo necessario per assicurare la regolare sostituzione del nostro parco circolante (40 milioni di autovetture). La conseguenza di questa disastrosa situazione è un ulteriore invecchiamento delle auto che circolano sulle nostre strade con effetti fortemente negativi sia sull’inquinamento che sulla sicurezza“.

In questo quadro spicca, dice anche Promotor, “l’assenza nella legge di Bilancio di incentivi per le autovetture e per i veicoli commerciali leggeri“. E ciò, sottolinea il Centro Studi Promotor, “nonostante impegni solenni pubblicamente e autorevolmente assunti”. Venendo al 2022, “in assenza di interventi immediati ed efficaci“, la previsione del Centro Studi Promotor è di 1.500.000 immatricolazioni. Se così fosse, nel triennio 2020-2022 verrebbero immatricolate in Italia 4.339.708 contro il livello minimo di sei milioni che sarebbe necessario per evitare un ulteriore decadimento del “vetusto parco auto”. 

Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “è assolutamente necessario che venga varato, come si è fatto in altri paesi, un progetto organico di transizione all’elettrico articolato in un piano triennale di incentivi per l’acquisto con rottamazione di vetture euro 6d con emissioni di CO2 contenute e per l’acquisto, con o senza rottamazione, di vetture elettriche

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