Stellantis, le novità su Cassino sono solo fuffa

Molte chiacchiere e nessuna sostanza per il futuro dello stabilimento Stellantis Cassino Plant. Al tavolo del Mise solo la conferma delle cose già dette da oltre un anno. "Sarà la casa dell'Alfa Romeo" ma nessuno parla dei nuovi modelli del biscione. In arrivo solo Grecale. E sulla Cig...

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Cassino sarà la casa dell’Alfa Romeo”. Come proclama è un po’ stantio. E pure fuori posto, dal momento che oggi è stato detto in un contesto in cui l’unica cosa che riguarda Cassino Plant è una Maserati e non un modello del biscione. Di concreto quindi c’è poco o niente e chi si aspettava una declinazione anno per anno delle produzioni nello stabilimento Stellantis Cassino Plant è rimasto deluso.

Il tavolo convocato dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti con Stellantis ha restituito solo l’impegno, da parte dell’azienda, a proseguire in Italia. A farlo con “determinazione e velocità a sostegno della transizione delle fabbriche”.

Le notizie ci sono, inutile negarlo, ne contiamo almeno tre. La Panda che continuerà ad essere prodotta a Pomigliano fino al 2026, fatto questo che con la produzione del Tonale a regime, candida la fabbrica campana a quella che ottiene più di ogni altra. Poi c’è l’ulteriore conferma sulla gigafactory a Termoli, una fabbrica di batterie fondamentale per un colosso automobilistico che vuole produrre auto elettriche in Italia. Infine l’azienda stessa che ha chiesto al governo Scusate, abbiamo scherzato, azzerate la cassa integrazione utilizzata?

Mi casa es tu casa

Davide Mele, deputy coo Stellantis della regione Emea

E Cassino Plant? Sulla fabbrica di Piedimonte c’è davvero nulla. Stellantis, per lo stabilimento industriale più importante del Lazio conferma gli impegni. Che significa? Che gli investimenti continuano, quindi è una buona notizia. Ma se poi si approfondisce ci si chiede: quali investimenti? Non è dato saperlo.

Stellantis, o meglio la voce del gruppo oggi rappresentata dal deputy coo della Regione EMEA Davide Mele, ha fatto capire che non sbaracca, ma su cosa avverrà nei capannoni di Cassino c’è silenzio. Per ora viene confermato Grecale, di questi tempi è una gran cosa che un’auto annunciata da un’anno e mezzo veda la luce. E poi c’è quella frase riportata dai vertici Cisl presenti al tavolo: “Cassino casa dell’Alfa”.

Frase ad effetto, per carità, ma non ci troviamo di fronte ad una rivoluzione copernicana, perché questo era un percorso già avviato da Sergio Marchionne. Tanto è che davanti la fabbrica e sulle tute degli operai, il Biscione campeggia ormai da anni.

Ammettendo che questa frase aprirà ad un nuovo corso nelle produzioni Alfa Romeo, giustamente il sindacato ha chiesto l’unica cosa che si possa fare ora: dare seguito a questa affermazione. Se proprio così dovrà essere, ora l’azienda dovrà impegnarsi a portare nuove auto in produzione col marchio del Biscione da affiancare a Giulia e Stelvio, che sono più vicine alla fine del loro ciclo che all’inizio.

Reazioni uguali e contrarie

Il Ceo Alfa Romeo Jean-Philippe Imparato sulla linea Stelvio a Cassino Plant

Le reazioni dei sindacati sono incanalate sullo stesso percorso, anche se solo per facciata viaggiano su binari paralleli. Cgil, Cisl e Uil, chiedono certezza e concretezza, utilizzando naturalmente le sfumature proprie di ogni sigla.

Ed allora la FIM Cisl con Roberto Benaglia (segretario generale) e Ferdinando Uliano (segretario nazionale) parla di prime risposte concrete, ritenendo comunque utili nuovi incontri per definire il futuro dello sviluppo industriale, con Cassino che deve tornare su volumi più importanti.

La FIOM vuole vedere il capo. I metalmeccanici della Cgil infatti, al termine dell’incontro, hanno chiesto un nuovo vertice, stavolta in prima persona con il Ceo Carlo Tavares, per declinare le prospettive future. Per Francesca Re David (segretaria generale Fiom-Cgil) Michele De Palma (segretario nazionale e responsabile automotive) si è continuato a parlare troppo in generale, non fornendo risposte ai lavoratori. Per questo lo stato di agitazione proseguirà.

Nonostante il momento complicato, Stellantis oggi ha aggiunto elementi importanti al piano strategico” dicono Rocco Palombella (segretario generale Uilm) e Gianluca Ficco (segretario nazionale e responsabile del settore auto). Plaudono ai passi avanti per alcune fabbriche, ma ritengono che si debba fare di più per il sistema automotive in generale, auspicando che il Governo faccia la propria parte.

Alla fine quindi tutti sottolineano i passi in avanti nel confermare cose già dette. Ma auspicano che i passi del futuro possano essere più lunghi e ben distesi. Diretti verso la definizione delle questioni più importanti e dirimenti per la vita del settore auto.

Di lotta e di Governo

Giancarlo Giorgetti (Foto Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha espresso soddisfazione, ma anche grande realismo: “La prossima settimana ci saranno interventi operativi da parte del Governo a sostegno di tutta la filiera di cui Stellantis è parte integrante, essenziale e importante. Fa piacere che oggi si facciano ulteriori passi avanti anche rispetto alla definizione  di accordi già presi”. Come a dire che è un bene che Stellantis abbia annunciato di voler continuare a puntare sull’Italia, perché il Governo sta facendo la propria parte.

Una sola parte in uno schieramento a tre, perché poi Giorgetti ha anche affermato: “Dobbiamo fare tutti uno sforzo, azienda, sindacati e governo. Perché entriamo in una fase delicata a causa dell’aumento dei costi e per la difficoltà di reperire materie prime. Dobbiamo essere consapevoli – ha proseguito il Ministro – che questa situazione avrà ripercussioni. Le avrà nel medio e lungo periodo. Continuiamo a lavorare per rendere operative in tempi brevi le misure che servono al settore e accompagnare tutta la filiera in questa transizione”.

A quelle di Giorgetti si sono aggiunte le parole del Ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Nei prossimi giorni sarà convocato un tavolo di confronto sugli ammortizzatori sociali allo scopo di fare un primo tagliando alla riforma”. Orlando, riferiscono fonti presenti alla riunione, citate da Teleborsa, ha ricordato che il quadro è preoccupante. Si sta lavorando a un superammortizzatore europeo uguale per tutti e strutturale.

Azzerate tutto

La questione degli ammortizzatori sociali diventa fondamentale, perché il problema serio è che il cambio del paradigma produttivo e le mutate situazioni a livello globale, porteranno ad una emorragia di posti di lavoro.

Per fare un’auto elettrica ci vorranno più componenti come i microchip e meno operai. Il problema è che dei primi c’è carenza, mentre i secondi non possono e non devono essere abbandonati. L’incontro annunciato da Orlando, chiamando in causa non a caso l’Europa, servirà proprio a definire quella tanto richiesta “cassa per transizione”. Anche perché quella “normale” è agli sgoccioli. 

Le tante fermate per carenza di materiali, in particolare semiconduttori, hanno fatto correre il tassametro degli ammortizzatori sociali a disposizione di Stellantis. Con la situazione che non muta e, anzi, potrebbe peggiorare, il COO Mele ha chiesto un azzeramento della Cassa Integrazione finora utilizzata. Il monte ore eroso dall’inizio dell’anno è altissimo e così si rischia di non arrivare alla fine. Anche su questo dovrà lavorare il Governo, in un quadro mai così intricato vissuto dalla nostra storia industriale.