Stirpe, fioretto e sciabola: «No al gioco al massacro, Longo con noi altri due anni» (di G. Lanzi)

Il presidente Maurizio Stirpe annuncia che il contratto di Moreno Longo è stato prolungato da tempo. Respinge le leggende metropolitane. La promozione? "Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo andare in A". "Ci stiamo giocando la promozione con città come Parma, Bari, Perugia, Palermo, Venezia. " E invita a riflettere sui toni.

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Maurizio Stirpe entra in sala stampa. E prende la scena. Apre sul momento del campionato, sul modus operandi di taluni ‘media’, sulle voci che si rincorrono in particolar modo nel popoloso e variegato mondo della Rete. Dove si prefigurano fantasmi a cadenza periodica, dove il risultato è motivo di esaltazione o di una riedizione del processo di Norimberga. Quasi in maniera pretestuosa, anche. Con passaggi che dicono e contraddicono, ribaltano le verità come i carpiati del miglior Yuri Cechi. E qualcuno che lancia il sasso poi nasconde la mano a… petto in fuori, manda la seconde linee disarmate sul fronte o non si presenta all’appuntamento.

A proposito di fantasmi che aleggiano a cadenza periodica, mentre parla il presidente sul variegato mondo della Rete si scrive di “Longo sotto esame: Cesena e Brescia decisive”. E in aggiunta ”non sarebbe da escludere un ritorno di Roberto Stellone”.

 

La doccia di realismo

Una ‘boutade’: “Prendiamo prima il discorso del calcio giocato e di quello che scrive certa stampa – esordisce Maurizio Stirpe -, se vogliamo pensare di puntare a fare il meglio che sia possibile noi dobbiamo essere realisti e valutare gli accadimenti.

All’inizio dell’anno abbiamo detto che volevamo stare dalla parte sinistra della classifica e a 10 giornate se avevamo birra in corpo provare l’allungo decisivo. Penso che a 5 giornate dalla fine, malgrado tutti gli accadimenti sotto forma di infortuni, delle situazioni personali di alcuni giocatori che ne hanno condizionato il comportamento, di tutte le dinamiche che ci sono state compresa l’altalenanza di risultati, se andiamo a soppesare credo che attorno al Frosinone ci debba essere un ambiente che non abbia un andamento schizofrenico. Compreso inventarsi storie e leggende metropolitane.

Io, come leggo in queste ultime ore, non debbo ricevere la raccomandazione di nessuno per tutelare il patrimonio di Dionisi. Certe cose le respingo al mittente – alza il tiro il Presidente – con la raccomandazione di essere più seri ed obiettivi”.

 

Longo blindato e confermato

Stirpe nel mezzo della conferenza chiarisce le chiacchiere gratuite su Longo & ditorni: L’allenatore non solo resterà quest’anno ma rimarrà per altri due stagioni. A Longo è stato allungato il contratto alla fine del mese di dicembre.

Certe valutazioni non si possono fare se perdi con l’Empoli o con il Parma. Già lo scorso anno si è voluto andare a cercare un capro espiatorio, poi quella squadra aveva fatto gli stessi punti oggi. O viceversa. Il problema è che bisogna fare un salto in avanti e saltare l’asticella.

All’allenatore ho detto che bisogna blindare il 3° e 4° posto. Fatto questo tra due o tre giornate vedremo dove siamo e le valutazioni da fare. Se non facciamo questo rischiamo di banalizzare tutto e mandare a monte il lavoro svolto.

Ci vuole senso di responsabilità, equilibrio e poi chi gioca deve dare delle risposte se hanno la capacità di poterlo fare. Comunque dobbiamo avere la consapevolezza di avere tante ‘chances’. E solo alla fine trarre le considerazioni.

La prima: se avremo raggiunto l’obiettivo, lo avremo fatto attraverso un percorso più tortuoso. La seconda: se andrà male significa che dovremo assumere delle correzioni”.

 

Serie A? Ma dove sta scritto?

Il presidente entra nel dettaglio del momento: “Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo andare in A. Ci stiamo giocando la promozione con città come Parma, Bari, Perugia, Palermo, Venezia. Stare qui ancora deve essere un motivo di vanto per tutti noi.

Se pensiamo che l’unica cosa che conta è vincere allora questo gioco non porta da nessuna parte. Tutto questo porta al ridimensionamento del progetto, a ripensarlo.

Vorrei che i fatti venissero valutati in maniera seria. Noi abbiamo ipotizzato un percorso: siamo cresciuti con le infrastrutture e con la Società, cresciamo con i progetti che sta mandando avanti Gualtieri, vogliamo allo stesso tempo mantenere alto il valore tecnici.

Se tutto questo non basta, il primo a prendere in considerazione una ipotesi di ricalibratura del progetto sono io. Perché il gioco non vale la candela. Se l’unica cosa positiva è andare in A, vi dico che a questo gioco non ci sto. Frosinone deve essere soddisfatto del percorso che ha fatto finora”.

 

Ripensare i toni

“Il mio è un ulteriore invito a riflettere sui toni. Bisogna essere obiettivi: nel calcio ci può essere la vittoria, il pareggio e la sconfitta. E se qualcosa non va nel modo giusto bisogna saper accettare e quindi bisogna accettare il risultato del campo, con la cultura della vittoria, del pareggio e della sconfitta.

Se inquadriamo bene il discorso, allora assume una certa rilevanza quanto tra poco spiegherà Gualtieri e quanto verrà realizzato con il crowdfunding. Se tutto invece va banalizzato, questo è un gioco al massacro al quale, lo ripeto ancora una volta, io mi sottraggo. E riaffermo da subito che sarò il primo a ricalibrare tutto il ragionamento”.

*