Stop al Bilancio. E “alla lista della spesa”

Il programma delle opere pubbliche approda in Consiglio a Sora ma "senza l'elenco della spesa". Stoppato anche il Bilancio previsionale. Bruni chiede chiarimenti su procedute e ritardi. Ormai lo scontro è politico, finalizzato alle elezioni di maggio.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Puzza di scusa lontano un chilometro. Ma è la versione ufficiale. «Non sono pronte le carte. È per questo che il Bilancio non verrà portato in Consiglio». La seduta nel palazzo comunale di Sora è fissata per il 10 febbraio. E non parlerà del conto. La motivazione è la stessa addotta anche la volta precedente. È per questo che puzza di pretesto già da lontano.

Il documento contabile doveva risolvere il problema del decreto ingiuntivo da oltre un milione di euro (metà già versati nel 2020) notificato per la vicenda dei loculi costruiti al cimitero, con contratto scaduto nel 2016 e non ancora regolarizzato.

Roberto De Donatis

Cosa ha bloccato il Bilancio? Cosa ha impedito che arrivasse in Aula per la discussione? Con molta probabilità ha inciso il duro scontro avvenuto durante la recente riunione di maggioranza. Altrettanto potrebbe avere inciso la richiesta di chiarimenti protocollata nei giorni scorsi dal consigliere di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni. (Leggi qui “Se votate il Bilancio salta il patto”: centrodestra appeso ai conti).

Ormai l’azione amministrativa è legata a doppio filo con le vicende politico-elettorali in vista del voto di maggio. L’attuale maggioranza si presenterà divisa agli elettori: solo una parte è disposta a sostenere il sindaco Roberto De Donatis per un bis; il resto lavora a progetti alternativi.   

Una “capigruppo” senza il sindaco

Il Consiglio comunale è stato fissato in prima convocazione per il prossimo 10 febbraio alle 16.30 e in seconda per il giorno seguente. Non è affatto scontato che il sindaco abbia i numeri per approvare quello che FdI ha definito “l’elenco della spesa” di Lino Caschera, consigliere della Lega delegato alle Manutenzioni. Soprattutto grande sostenitore della ricandidatura di De Donatis con la Piattaforma civica.

A scandire la tabella di marcia dei lavori è stata la conferenza dei capigruppo, riunita lunedì pomeriggio dal presidente d’aula Antonio Lecce. Non vi ha preso parte il primo cittadino. Presente in Municipio ma chiuso nella sua stanza: ufficialmente perché impegnato in altre questioni.

Antonio Lecce

All’ordine del giorno tanti argomenti tecnici. Tranne uno: il programma triennale delle opere pubbliche. È il punto che nei giorni scorsi aveva portato alle stelle la tensione. Tanto che il centrodestra ha minacciato di far saltare il patto elettorale per le prossime elezioni se qualcuno lo avesse votato (leggi qui “Se votate il Bilancio salta il patto”: centrodestra appeso ai conti).    

Le opere della discordia per Sora

A finire nel mirino di Fratelli d’Italia, ma anche in quello del vicesindaco Fausto Baratta erano state le nuove “opere” aggiunte all’elenco approvato già poco prima dello scorso Natale. Un programma triennale a cui – denuncia Fratelli d’Italia – sono state aggiunte opere elettoralmente strategiche solo per i consiglieri Lino Caschera e Natalino Coletta. Il Partito, nel corso di una tumultiosa riunione di maggioranza le aveva definite «l’elenco della spesa per prendere in giro i cittadini».   

Lino Caschera

Ora però il programma verrà portato in Consiglio. Perché? Almeno a parole le nuove opere sono state rimosse. Quindi sono venuti meno i motivi per mettersi di traverso.

A garantirlo ai gruppi consiliari ci ha pensato l’assessore al Bilancio Maria Gabriella Paolacci. Aspetteranno di vedere le carte prima dell’Assise del 10 febbraio. E in caso non fosse stata davvero “stoppata quella che era solo un’operazione di propaganda elettorale” farebbero mancare il numero legale e saltare di nuovo il banco.   

La richiesta di chiarimenti di Bruni

Affatto superato invece lo scoglio del Bilancio previsionale 2021. Il sindaco Roberto De Donatis vorrebbe portare quel documento all’attenzione dell’Assise e farlo approvare. Parte della sua maggioranza no: vuole che sia la prossima amministrazione a mettere mano a quei conti. Perché? Chi vincerà le elezioni sarà vincolato da un Bilancio scritto ed approvato da questa maggiortanza.

Cosa spinge il sindaco a portare i conti in Aula adesso? Ufficialmente per risolvere la questione del cimitero comunale e del decreto ingiuntivo di oltre un milione di euro.

Come minacciosamente promesso durante l’ultima riunione di maggioranza, il consigliere di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni è passato ai fatti. Ha protocollato una richiesta di informazioni. Su cosa? Sulla vicenda che ha portato al pignoramento a vantaggio della Società Cofim srl contro il Comune di Sora.

Roberto De Donatis e Massimiliano Bruni

Il timore è che si possa finire davanti alla Corte dei Conti per via degli interessi che il Comune di Sora dovrà pagare. Il contratto infatti è scaduto nel 2016 e oggi siamo nel 2021. È questo uno degli aspetti per cui Bruni non voterà il Bilancio. Pretende prima risposte esaurienti da parte degli uffici e del sindaco.  

“Perché il Comune non ha reagito?”

Cosa chiede Bruni. In sostanza tre cose.

1. «Come mai la maggioranza e, ancor di più il Consiglio comunale, non sono stati resi edotti della notificazione dell’atto di Precetto del 22 giugno 2020?».

2. «Come mai il Comune di Sora non si è costituito nella causa incardinata presso il Tribunale di Cassino avente ad oggetto la procedura esecutiva presso terzi in discussione?»

3. «Da contratto la rendicontazione delle vendite dei loculi doveva avvenire mensilmente, tutto ciò è avvenuto?».

Non si limita alle domande. Anzi, ne fa seguire accuse. Pesanti. Sul perché una volta ricevuto l’atto di precetto «il sindaco e tutti gli organi preposti» non abbiano informato «il Consiglio comunale sull’evolversi della vicenda. Non fosse altro che per l’ingente somma in trattazione».

Ancora. Bruni vuole sapere come mai, dopo che il decreto ingiuntivo è diventato esecutivo, «non siano state da subito intraprese le strade possibili. Possibili per evitare di subire un’azione esecutiva di tale rilevanza economica per le casse comunali».

A Sora ormai è questione politica

In realtà l’approvazione del Bilancio previsionale blinderebbe De Donatis fino alla fine del mandato. Vista la volontà di quelle forze che lavorano a un altro progetto politico, di toglierlo anzitempo dalla plancia dei comandi.

Luca Di Stefano

Fratelli d’Italia sta lavorando a un centrodestra unito senza De Donatis. Altri pezzi della attuale maggioranza lavorano a un progetto con il consigliere civico Luca Di Stefano candidato sindaco. (leggi qui Sora, tutti i nomi in campo. E quelli ancora nascosti).

Loro, oltre al programma delle opere pubbliche hanno riserve anche sul Bilancio. E le motivazioni sono tutte politiche.

Ne vogliono uno tecnico, utile a risolvere alcune problematiche da qui al voto. Ma in cui non ci sia programmazione per non vincolare il futuro. Ciò visto che l’attuale maggioranza si troverà sparpagliata in almeno tre schieramenti diversi.

I furbetti del doppio gioco

Intanto dalla presidenza del Consiglio si sta valutando l’opportunità che il Consiglio del 10 venga celebrato in presenza, nell’aula consiliare del Palazzo municipale. E non da remoto, come ormai accade da qualche mese causa l’emergenza da Covid-19.

Una soluzione, quella della videoconferenza, da subito accolta favorevolmente da più parti. E il perché è presto detto: evita il confronto faccia a faccia. Inoltre rende più difficoltoso analizzare le carte e fare interventi articolati. Ma soprattutto agevola i furbetti del doppio gioco. Quelli che, ormai in modo sistematico da qualche tempo a questa parte, fanno mancare il numero legale su alcuni ordini del giorno.

Una precedente assise di Sora in streaming

E che lo fanno nascondendosi dietro la difficoltà di collegamento o l’assenza di linea internet.

Lo svolgimento dei lavori in presenza li costringerebbe ad alzarsi e abbandonare l’aula oppure a non presentarsi proprio. Oppure a rimanere al proprio posto. A seconda del grado di coraggio. Le giustificazioni si trovano in ogni caso. Ma la cosa sarebbe più evidente.

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