La sottile strategia di Mario per vincere le elezioni (di M. Molisani)

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Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

I gregari tirano la volata

Il suo ex braccio destro Niki Dragonetti lo ha soprannominato Gli buciard’ per rendere merito alla sua abilità di gestire nello stesso momento la trattativa su più tavoli, esaltare la freddezza con cui impedire agli avversari di scoprirne le mosse, piazzare il colpo a sorpresa nell’ultimo secondo utile. Mario Abbruzzese è il più abile giocatore al tavolo della politica.

Ai taccuini ha più volte detto di non essere interessato alla fascia tricolore. Nella fattispecie a quella di Sindaco della città di Cassino. (leggi qui Tra Sant’Elena e Waterloo: Abbruzzese benedice la grande fuga e leggi qui Mario Abbruzzese molla: «Sindaco e alleanze? Non sono più materia mia»)

Eppure i suoi fidi collaboratori,  si comportano in modo esattamente contrario: stanno costruendo la candidatura a primo cittadino di Mario l’immortale Abbruzzese. Nelle corse ciclistiche, di solito, quando ci sono i gregari a tirare significa che il capitano vuole fare la volata, che vuole vincere la corsa. Molto spesso la cosa funziona anche in politica.

Lasciateli a scannarsi

Mario l’intramontabile non ha solo pensato di scendere in campo direttamente per conquistare il palazzo comunale. Insieme ai suoi fedelissimi, Benedetto Social et poi Labora Leone, Gianrico Bellachioma Langiano, Pietro The Passion Pacitti e ad altri consiglieri ufficiosi ed ufficiali ha definito anche una bozza di strategia.

Primo punto: lasciare che il centrodestra faccia le sue trattative escludendo Forza Italia. Secondo punto: lasciare che Lega e Fratelli d’Italia di scannino sul nome del candidato. Terzo punto: aspettare che le macerie del mai nato polo Sovranista siano alte e fumanti. Quarto punto: scendere in campo come Uomo della Provvidenza, l’unico capace di aggregare e tenere insieme la coalizione, dandogli una speranza di vittoria.

Vittoria, ballottaggio o sconfitta a quel punto non farebbe differenza. Perché? La politica sarebbe di fronte ad un’evidenza: senza Mario nemmeno riuscite ad aggregarvi e fare uno straccio di alleanza.

La riunione di martedì

È quello che sta accadendo. La riunione del centrodestra andata in scena martedì sera ha già realizzato buona parte dei punti uno e due. Fratelli d’Italia vuole esprimere un suo candidato sindaco, la coordinatrice comunale Angela Tutta a destra Abbatecola ha un nome in casa pronto per l’utilizzo; il vice coordinatore provinciale Gabriele Salto della Quaglia Picano ha pronto se stesso se ce ne soffre la possibilità.

Non hanno fatto i conti con la Lega. Alla quale interessa di FdI quanto della ruota di scorta nel portabagagli. Lo dimostra il fatto che il Carroccio cassinate non ha invitato la coordinatrice cittadina al tavolo della trattativa: è stato il livello provinciale a dirle di andare a dare un’occhiata.

Alla Lega, dove non sono scemi, hanno fatto due conti. Perché oltre alle chiacchiere e le ambizioni occorrono soprattutto i voti. E così al tavolo hanno invitato Antonio il dissidente Valente, coordinatore provinciale di Noi con l’Italia. E pure Dino il diVino Secondino, già Presidente del Consiglio Comunale e firmatario delle dimissioni in massa che hanno determinati la caduta di Carlo il deposto D’Alessandro.

Un affronto, per Fratelli d’Italia. Che ha abbandonato il tavolo. In quanto il suo veto sui dissidenti è stato considerato alla stregua di carta da imballo.

Fratellastri d’Italia

E come se non bastasse, senza concordarlo con FdI, la Lega ha concesso un salvacondotto all’ex presidente dell’Ordine degli Avvocati Peppino Di Mascio con l’ex vicesindaco Benedetto il serafico Papa. Insomma: niente ex amministratori di D’Alessandro con noi, tranne quelli che ci fanno comodo. E che portano i voti.

Soprattutto c’è un dettaglio non secondario a provocare l’orticaria nei Fratellastri d’Italia: il coordinatore provinciale della Lega Carmelo Palombo si è tirato dietro e attende una candidatura continentale al posto di Nicola Ottaviani. Quindi il nome del candidato sindaco che esprimeranno è quello di Peppino Di Mascio. E del nome che Angela Tutta a destra Abbatecola ha in casa, pronto ad ostentare sul tavolo, non ne vogliono nemmeno parlare.

Risultato: rottura piena.

Se Atene piange… il Pd non ride

Chiuso nella torre, attentissimo a non intervenire, Mario Lazzaro Abbruzzese si sfrega le mani ed aspetta il momento giusto per uscire dal sepolcro politico nel quale troppo presto gli avversari lo hanno ficcato.

Dall’alto osserva le macerie che iniziano a levarsi anche dal centrosinistra. L’ex sindaco Peppino il predestinato Petrarcone, l’uomo convinto di essere nato per giocare a golf e fare il sindaco, non farà mai le primarie. Lo sanno tutti a partire dal segretario cittadino del Pd Marino Fardelli che ha finto di proporle. Non le farà perché il suo elettorato non è strutturato, sta fuori dai Partiti e dalle consorterie: è la gente che incontri tutti i giorni.

Quindi? Per forza di cose la settimana prossima Marino Fardelli o aggrega il Pd o lancia la candidatura di Peppino. Mettendogli accanto Sarah Grieco: l’avvocato abbastanza radical e soprattutto chic con cui rendere evidente il nuovo Peppino 4.0, aperto alle istanze di chi non la pensa come lui (l’avvocato Grieco la pensa come l’avvocato Grieco), dialogante, coinvolgente.

Ma per convincere le truppe (ed i voti, soprattutto i voti) di Francesco Mosillo a fare parte dell’operazione, occorre firmargli una cambiale (politica) a garanzia. Il messaggio lanciato ieri da Barbara Di Rollo è chiaro a chiunque mestichi di politica. (leggi qui Barbara Di Rollo: «Candidato unitario? Si può fare. Fuori le garanzie»). Significa: se voi che iniziamo a pensarci, togli Sarah e fai il ticket con Barbara.

Resta da sistemare la terza ala del Pd Cassinate. Quella che risponde a Salvatore Fontana ed è rappresentata dall’avvocato Alessandro D’Ambrosio. All’ultimo momento, giovedì sera ha rinunciato alla presenza in tv negli studi di A Porte Aperte su Teleuniverso. Segno che qualcuno sta tentando di farli ragionare: la cambiale (politica) a garanzia è in via di definizione?

Il finto dualismo

Il piano di Mario procede da solo. Lui non deve fare nulla. Per lui sta lavorando la Lega, massacrando i potenziali alleati. Sta lavorando il Pd, tardando ad aggregarsi ed annunciare il nome di Peppino candidato.

Un altro pezzo del piano, prevede che vada in scena sui giornali il dualismo di facciata, creato per la candidatura a Sindaco, tra Benedettino Leone e Carlo il deposto D’Alessandro.

In apparenza anche Forza Italia non riuscirà a trovare una sintesi. Occorrerà trovare un terzo uomo. A quel punto Mario Lazzaro Abbruzzese potrà uscire dal sepolcro, dalla cabina di regia da cui è impegnato a coordinare la campagna elettorale europea di Antonio Tajani. Chi meglio del redivivo commander in chief potrebbe ricompattare gran parte di quella coalizione che ha portato Carlone al soglio comunale? Ed ecco che sulla carta parte il nuovo disegno per la conquista del palazzo.

La bella di Torriglia

C’è poi il Terzo Polo di Massimiliano Mignanelli, vice presidente dell’amministrazione provinciale di centrosinistra ma con il cuore a destra.

Sta aggregando forze civiche e non solo. Ha ordinato alcune decine di carriole: in giovane età ha frequentato la scuola di Mario e sa che tra poco ci saranno macerie fumanti da portare nel proprio fronte. Da centrosinistra e da centrodestra.

Sarà lui ad adottare Rossellissima Tacco 12 Chiusaroli. È stata tra i principali artefici della caduta di Carlo Il deposto D’Alessandro, ma ora rischia si fare la fine della “bella di Torriglia”. Per chi non conoscesse la leggenda, stiamo parlando di una figura popolare legata ad una piccola città del genovese. Secondo un’antica filastrocca, è colei che “tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia“. Un modo per indicare qualcosa di molto ambito solo in apparenza.

Che c’entra Rossellissima con la bella di Tortiglia? Nell’immaginario collettivo dei reclutatori di candidati, lei rappresenta un seggio sicuro. Rossellissima i voti ce li ha e questo è di dominio pubblico. Il suo ingresso tra gli scranni della Sala Di Biasio è scontato, in caso di vittoria della coalizione che andrà a sostenere. Probabile anche se invece le urne siano avverse per la compagine con cui si schiererà.

Allo stesso tempo, però, questo dato di fatto allarma altri possibili pretendenti ad uno scranno, che magari non hanno lo stesso peso specifico elettorale della blondie. E dicono: se mi metto in lista con lei, il primo seggio che scatta lo conquista la Chiusaroli, io devo sperare che scatti almeno il secondo; se mi metto in una lista più debole ho più speranze.

Un Mario alla finestra

In attesa che tutto si compia, Mario non si fa più vedere in Comune. Per lui opera, agisce, cuce e compone il buon Benedetto Social et poi Labora Leone.

Mario in attesa di Resurrezione, sta alla finestra. Ricorda il reporter L.B. “Jeff” Jeffries, protagonista del grande capolavoro di Alfred Hitchcock, “La finestra sul cortile“, costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba riportata in un incidente di lavoro che passa il tempo ad osservare i suoi vicini di casa, servendosi di un binocolo e della propria macchina fotografica con teleobiettivo.

In molti sapendolo alla finestra hanno profetizzato: “è uscito dalla porta adesso rientra dalla finestra“.