Suicidio Pd: consegna Cassino e Sora al centrodestra. Alfieri: Azzerare

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Finisce 2 – 1 per il centrodestra: ma la notizia non è questa. Il Pd in Provincia di Frosinone non esiste e pure tutti gli altri Partiti si sono liquefatti: è questo il dato che emerge dalle urne al termine di una notte drammatica per la politica.

Il centrosinistra perde Cassino e Sora. Le divisioni all’interno del Pd consegnano le due città centrodestra.

Brucia la sconfitta nel centrosinistra. Perché la partita poteva essere chiusa al primo turno se non si fosse giocato allo sfascio tra i big di Frosinone che governano il Partito: Francesco Scalia e Francesco De Angelis, l’anima Margherita contro l’anima Ds, uno schierato con Giuseppe Golini Petrarcone e l’altro con Francesco Mosillo. Non per il bene di Cassino ma solo per controllare il serbatoio con i voti. Una Segreteria Provinciale degna del peggiore Ponzio Pilato ha lasciato che la frattura si consumasse e che fossero le urne a dirimere la questione. Il primo turno di voto come se fossero le Primarie. Dimenticando che le Primarie spesso creino più problemi di quanti ne risolvano. E ancora una volta così è stato: perché al secondo turno Francesco Mosillo, il candidato iscritto al Pd, non ha mosso un dito per far vincere il candidato sindaco appoggiato dal Pd; non ha mosso un mignolo per impedire che la città andasse al centrodestra dopo una parentesi di soli 5 anni. «Sono stato votato per un progetto alternativo a quello di Petrarcone e non posso chiedere il voto per lui, coerentemente vado all’opposizione». E mentre lui con coerenza si accomoda, sui banchi della maggioranza ci si va a sedere il centrodestra senza nemmeno il bisogno di ringraziare.

Sono in tanti i complici della disfatta. Il segretario politico provinciale del Pd Simone Costanzo non ha dato un’indicazione di voto nemmeno nelle due settimane che hanno separato il primo turno dal ballottaggio. Così, nessun iscritto al Partito ha avuto il vincolo politico di votare e far votare Petrarcone. Di fronte al silenzio, venerdì è stato il presidente provinciale Domenico Alfieri a lanciare l’appello agli iscritti Pd affinché votassero Petrarcone. Ma chi governa il Partito e ne determina la rotta è il Segretario, mentre il Presidente è una figura di garanzia. Costanzo a Cassino domenica notte non ci ha messo piede: ha preferito andare ad Esperia alla festa per la vittoria del sindaco espressione della sua corrente.

In città non si è visto mai nemmeno il presidente della Provincia Antonio Pompeo
, a differenza di Alfieri e dell’onorevole Nazzareno Pilozzi che per un mese sono partiti da Paliano e Acuto tutte le notti, facendo a turno con la macchina, dapprima per convincere il consigliere regionale Marino Fardelli a fare un passo indietro ed appoggiare Petrarcone, poi per fare campagna elettorale. Così, appena domenica Antonio Pompeo ha messo il naso nel comitato Petrarcone, convinto che fossero ancora validi i numeri che aveva sentito mezzora prima e che davano in vantaggio il sindaco uscente, è stato letteralmente cacciato in malo modo: via dal Comitato tra gli strilli e gli insulti, a lui ed al senatore Francesco Scalia.

Marino Fardelli rincara la dose: «Da adesso basta con quelli che se ne fregano di Cassino e si sono venduti la nostra città su altri tavoli, ci ricorderemo di loro quando sarà il momento di venire qui a chiedere voti. Quelli di Frosinone non ci devono più mettere piede qui, non uscissero dall’autostrada». Su quali tavoli si sono venduti Cassino? «L’hanno barattata con i patti per il Cosilam, per l’Asi, per la Provincia…». L’invito a non mettere piede vale anche per quelli di Acuto e Paliano? «Non ringrazierò mai abbastanza Pilozzi e Alfieri per il loro impegno per il Pd e per Cassino». Se il problema non è di coordinate geografiche è chiaro che l’aut aut è per Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Ma Fardelli ne ha pure per chi «di Cassino, iscritto al Pd, con responsabilità regionali, non si è mosso per far vincere Petrarcone ma ha fatto altro. L’identikit è chiaro e risponde al nome di Sara Grieco. Fardelli non smentisce.

Non si discosta l’analisi di Petrarcone: «I padroni del Pd di Frosinone se ne sono fregati della Città di Cassino» dice in diretta tv su Teleuniverso. «Alcuni soloni del Pd, se hanno dato qualcosa a Cassino lo hanno dato a Mario Abbruzzese».

Nello stesso momento sul video scorrono i dati di Sora ed anche lì è ufficiale la vittoria di Roberto De Donatis . E’ l’uomo sul quale cinque anni fa Scalia e De Angelis si spaccarono, oggi è stato eletto con l’appoggio di Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre ciò che resta del Pd a Sora non ha raggiunto il 3%. Più di ogni altro commento, a mettere il sale nella ferita è quello del primario Ettore Urbano – già consigliere regionale e provinciale, già segretario provinciale della Margherita. Non uno qualunque. Dice: «Auguri a Roberto De Donatis, valido collaboratore del compianto onorevole Cesidio Casinelli nel Pd, non candidato dai soloni del Pd provinciale e regalato allo Sdi per effetto delle scelte illuminate dei premi Nobel della politica locale provinciale e regionale, ora sindaco di Sora, di certo non è uomo politico di centrodestra ma un uomo libero.

Non sembra accorgersi di nulla l’assessore regionale Mauro Buschini: lui ad Alatri celebra la vittoria di Giuseppe Morini. Il resto del mondo non esiste, i 13 capoluoghi consegnati in Italia non contano, Cassino e Sora al centrodestra cosa vuoi che siano… Così sulla sua bacheca iniziano a piovere i commenti: «A Cassino soprattutto… ti chiamano a gran voce … e non so perché. Bravo Buschini.. Però grande merito del centrodestra suicida ad Alatri…avanti cosi’ Mauro… buona festa», o ancora «Sei stato il miglior alleato di Mario Abruzzese a Cassino. Vergogna». Lui replica: «Avrò modo di risponderti nelle sedi opportune: dimmi quando mi avete chiesto di fare 1 iniziativa a Cassino, quando mai avete cercato un mio coinvolgimento. Mai. Le sconfitte richiedono analisi serie, mio caro, non la ricerca di qualcuno al quale dare la responsabilità».

Con più realismo, Martina Innocenzi, vicesindaco di Fiuggi e già responsabile regionale dei Giovani Democratici scrive: «Sbam! Mattè mo però fattela una domanda eh!»

Così, in diretta tv, alle 2:15 della notte, dagli studi di Teleuniverso, il presidente provinciale del Pd Domenico Alfieri si toglie un sassolino dalla scarpa: «Il Pd in provincia di Frosinone non esiste. E faremmo il male del Partito se non lo ammettessimo. Questo non è un Partito. La segreteria provinciale deve essere azzerata e si deve riaprire un dibattito per il governo del Pd». Anche il segretario deve dimettersi? «Simone Costanzo ha vinto il congresso ed è giusto che guidi il Partito, ma se questi devono essere i risultati è opportuno che apriamo un confronto».