Sul Nazareno nel Golfo arriva una scomunica… Forte

Sulle elezioni di Gaeta e di Formia piomba il consigliere regionale Enrico Forte. Che scuote il Pd. E dice basta al patto del Nazareno che sta dilagando nelle due città

La negazione del passato. Oppure il suo superamento. O, ancora, un’altra sporca guerra interna. Fate un po’ voi: con il Partito Democratico è sempre possibile tutto ed il suo contrario. A partire dal patto col diavolo o, se preferite, il Patto del Nazzareno: il dialogo avviato da Matteo Renzi con Silvio Berlusconi negli anni in cui Pd e Forza Italia erano contrapposti come diavolo ed acquasanta. A Gaeta a finire nel mirino è propio quell’accordo politico-elettorale che dal 2012 ha visto il Partito Democratico confluire nella maggioranza di centrodestra trainata da Forza Italia e dal suo sindaco Cosimino Mitrano. Ad inquadrare il bersaglio è il Cosngliere regionale Enrico Forte.

Gaeta è stata in questi anni un laboratorio politico: fallito a livello nazionale durante la stagione Renziana ma poi proseguito su scala locale, in testa presso l’amministrazione Provinciale di Latina.

Enrico Forte

Enrico Forte  è uno dei due consiglieri regionali eletti dal Partito Democratico sul territorio pontino. Democristiano nel suo dna politico, Forte è di Latina. Ad un anno dal voto amministrativo di Gaeta, a pochi mesi dalle elezioni nella vicina Formia, ha deciso di prendere pesantemente posizione contro il suo segretario provinciale: Claudio Moscardelli.

Lo ha fatto dicendo No ad un bis dell’esperienza di governo cittadino fatta a Gaeta. Che è anche un No al patto trasversale costituitosi in queste settimane a Formia tra Lega, Udc, Civici di Maurizio Costa e Pd di Sandro Bartolomeo.

Un Orizzonte per Forte

Enrico Forte ha preso posizione dopo l’iniziativa lanciata dal “Orizzonti per Gaeta” guidato dall’avvocato Claudia Magliuzzi. Propone di federare quel che resta del campo progressista cittadino. Forte ha salutato con favore questa iniziativa ma ha domandato perché non ci pensa il Partito Democratico mettendoci un chiaro segnale politico? Per farlo il Pd deve sciogliere l’alleanza amministrativa in atto con la maggioranza bulgara di Forza Italia. (Leggi qui Prove di unità anti Mitrano: un campo largo per Claudia).

Claudia Magliuzzi e Cosmo Mitrano

Le ragioni sono anche altre e molto profonde. Forte stesso ammette che il suo Partito è rimasto a lungo in letargo. Dalla nascita il simbolo del Pd non è mai stato stampato sulla scheda elettorale del comune di Gaeta.                                                                                                                                   Nel 2008 il Pd decise di sostenere, tra non pochi distinguo, la coalizione civica che candidava a sindaco il professore Anthony Raimondi; nel 2012 il candidato sindaco del centrodestra Cosimino Mitrano aprì le porte della sua maggioranza al Pd sotto le sembianze di una civica. Un clichè che venne ripetuto nel 2017 con il Pd surrogato dalla civica “Gaeta Democratica” permise l’elezione di due consiglieri comunali.

La prima eletta fu Pina Rosato. Il suo “coraggio politico” venne premiato da Cosimino Mitrano con l’elezione alla Presidenza del Consiglio comunale. Un’operazione benedetta dai senatori Claudio Fazzone (coordinatore regionale di Forza Italia) e Claudio Moscardelli (Segretario provinciale del Pd).

Il secondo eletto è stato Marco Di Vasta. Dopo alcune richieste non esaudite di avere una rappresentanza in Giunta, ha deciso di lasciare la formazione in cui era stato eletto. Ora è in Fratelli d’Italia.

Il Pd sull’Aventino

Da allora nel Pd è subentrato un mix di frustrazione e delusione. Si sono susseguite laceranti divisioni interne. C’è chi ha partecipato al nazareno di Mitrano se c’è stato chi ha deciso di piantare le sue tende sull’Aventino gaetano “in attesa che qualcuno da Latina e Roma si accorga come siamo messi male”. Gli inviti al Segretario regionale Pd Bruno Astorre ad intervenire sono più volti caduti nel vuoto. Non è stata neanche presa in considerazione la proposta di commissariare quel che restava del Pd. Un  Partito che ufficialmente esiste ed è guidato da un’amica di infanzia della presidente Rosato, Nunzia Madonna. Attività politica, però, sotto lo zero.

Claudio Moscardelli

Enrico Forte ammette che “la vicenda politico-amministrativa di Gaeta è stata segnata nelle ultime due tornate elettorali dall’anomalia dell’assenza del simbolo del Pd nelle liste elettorali. Bisogna partire da questo dato per costruire un’alternativa nella prossima consultazione elettorale che si terrà tra un anno”.

La presa di posizione di Enrico Forte è figlia anche di un’altra iniziativa analoga a quella di “Orizzonti”. L’ex vice sindaco Sabina Mitrano con “Gaeta comunità di valore” aveva detto ed auspicato le stesse cose. (Leggi qui L’avversario che Mitrano deve temere è… Mitrano)

Pd perno dell’alleanza

Forte, invece, pensa ora che “il Pd debba essere il perno di un’alleanza larga in grado di federare forze politiche, associazioni e movimenti. In questo senso va colta positivamente l’azione di costruire un campo largo alternativo alle forze che sostengono l’attuale amministrazione”. 

Bruno Astorre (Foto: Alvaro Padilla / Imagoeconomica)

Possono bastare mere dichiarazioni dettate alle agenzie di stampa? Certo che no. Al punto che Forte ha preannunciato la richiesta di un “immediato intervento” ai segretari provinciale e regionale del Pd. Claudio Moscardelli e Bruno Astorre verranno invitati “a ripristinare le condizioni, affinché sia data a tutti l’agibilità politica nel circolo di Gaeta. E’ necessario aprire un tavolo programmatico di confronto – ha auspicato – su un nuovo modello di sviluppo”. 

Caustica la replica del presidente del Consiglio comunale Pina Rosato: “Viva i giovani”. Ma per Enrico Forte la  proposta politica che il Pd dovrebbe promuovere è scevra dal condizionamento della carta identità.

Basterà?