Tagliaferri, il macinino e la gita con furgoncino

Fenomenologia del confronto sull'ascensore inclinato. L'ex assessore ai Lavori Pubblici respinge le accuse sullo sgarbo a Marzi. E rivendica i dieci anni di trasformazione della città

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

“Mancanza di tatto da parte di chi? Forse di chi espone ciò che ha da esporre nei termini del regolamento e ad un certo punto inizia a sbraitare e va via, senza attendere la replica“. Fabio Tagliaferri non ci sta e risponde così all’opposizione in consiglio comunale a Frosinone, sottolineando come nessuno abbia vietato a qualcuno di parlare. E soprattutto che i regolamenti vanno rispettati, da tutti. Così come l’eleganza deve essere una prerogativa di tutti, non solo di chi governa. (Leggi qui: Pizzutelli e l’ascensore verso l’unità del centrosinistra).

Non si placa quindi la polemica sull’assise di giovedì, sullo scontro tra il consigliere Domenico Marzi ed il presidente Tagliaferri (Max questa volta). E a chi accusa la maggioranza di raccontare una città virtuale. (Leggi qui: Ascensore infuocato in Consiglio comunale).

L’ex assessore ai Lavori Pubblici e alla manutenzione ora risponde con una considerazione ed un invito.

PROGETTATO MALE E FATTO PEGGIO

Fabio Tagliaferri (Foto © Stefani Strani)

La considerazione. L’ascensore inclinato così com’è non funziona e non può funzionare, c’è bisogno di uno nuovo, da mettere lì affianco. Una infrastruttura sulla quale il già assessore non ha dubbi. Sulla quale lancia il suo invito: “Mi hanno insegnato che ci sono cose impossibili, ecco riaggiustare l’ascensore è impossibile. Allora ne mettiamo uno affianco nuovo e se proprio quello nuovo si ferma riappicciamo il macinino“.

Usa l’ironia Tagliaferri, ma chiede anche all’opposizione se tutti gli interventi fatti per un’opera che non ha mai funzionato, non prefigurino un danno all’erario. Ragion per cui ad un certo punto la cura di quell’opera è stata interrotta.

Tornando sulla polemica in Consiglio circa i tempi concessi per gli interventi la linea del centrodestra non cambia: “Dell’ascensore se ne doveva parlare da sempre, – sottolinea Tagliaferri – cioè sin dal giorno dopo la sua realizzazione, in cui si capì che quell’infrastruttura che avrebbe dovuto cambiare la vita dei frusinati non avrebbe mai funzionato con regolarità. Perché quell’opera – continua l’ex vicesindaco – venne  progettata male, realizzata peggio ed ha portato solo ad un enorme spreco di denari pubblici“. (Leggi qui: Nel Consiglio di Frosinone nulla sarà come prima).

Incalzato sul fatto che le opposizioni hanno semplicemente preso la lettera della ditta Maspero, in cui si assicurava la riparazione dell’infrastruttura a 136mila euro, chiedendo il perché il governo cittadino non abbia dato seguito, Tagliaferri è caustico: “Non dovevano aspettare la lettera per provare, in tema di sensibilità politica, la necessità di affrontare questo tema. O no? Perché questo è un tema sotto gli occhi di tutti e non c’è bisogno di leggere lettere per affrontare il tema ascensore inclinato“.

 RADDOPPIAMO COME DISSE MARZI

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli

Sul raddoppio non ci sono dubbi: l’amministrazione Mastrangeli continuerà su quella strada attingendo al Pnrr, malgrado le opposizioni la considerino da libro dei sogni. Il tutto perché l’idea del doppio binario, sottolinea Tagliaferri, era ed è una idea lodevole da attribuire proprio a Domenico Marzi. Il sindaco Domenico Marzi, che per primo parlò di una doppia linea per collegare i due cuori della città. “Sappiamo benissimo tutti che l’ascensore che c’è oggi non ha motivo d’esistere, perché così non funziona e non funzionerà mai e allora raddoppiamo. Raddoppiamo e lo facciamo sulla scorta di quella progettazione che fece realizzare proprio Marzi all’inizio di tutto il percorso“.

Da qui la domanda retorica che Tagliaferri pone a sé stesso, rispondendosi dopo un nanosecondo: perché Marzi oggi è contrario? “Io non lo capisco – dice l’esponente di Fratelli d’Italia – o meglio, lo capisco. Lo capisco perché immagino lui pensi che se dovessimo procedere al raddoppio, dimostreremmo, in maniera scientifica e definitiva, che la progettazione e l’appalto di tutta quest’opera è stata fallimentare. Anche se non serve la dimostrazione perché lo è“.

 LA GITA COL FURGONE A NOLEGGIO

Angelo Pizzutelli

Di certezza, in questo duello al calor bianco, ce n’è anche un’altra: sulla visione della città trovare un punto d’incontro tra maggioranza ed opposizione è più che complicato. E se il capogruppo Pd Angelo Pizzutelli accusa il governo Mastrangeli di raccontare una Frosinone che non c’è, una città di cui si narra una favola, mentre i problemi sono sotto gli occhi di tutti, Tagliaferri la vede diversamente.

L’ex assessore ai Lavori Pubblici risponde con una serie di inviti e ne ha per tutte le salse: dagli sportivi, agli umarell che si affacciano curiosi come bimbi dietro le grate dei cantieri. “Io non rispondo – sottolinea il consigliere – non rispondo, ma invito. Invito qualsiasi esponente dell’opposizione a fare un giro in macchina con me per Frosinone e a vivere in maniera concreta il cambiamento di questi ultimi dodici anni di centrodestra in città“. Ed il giro che propone Tagliaferri è molto complesso, quindi proviamo noi a metterlo in favore di viaggio in auto. “Potremmo partire – inizia Tagliaferri – con l’andare a vedere la partita allo stadio, poi potremmo fare una passeggiata all’interno del parco Matusa, per poi salire ed andare a vedere uno spettacolo al Nestor che come comune abbiamo acquisito“.

Fabio Tagliaferri (Foto © Stefano Strani)

L’ascesa verso Frosinone alta continua e ci porta: “A fare una chiacchierata seduti in Piazza Vittorio Veneto e poi camminando proseguire fino a Largo Turriziani dove possiamo guardare insieme i lavori che si stanno portando avanti“. In chiusura la chicca: “Invito quindi, più che rispondo, tutti i consiglieri di centrosinistra a noleggiare con me un furgoncino ed andare tutti insieme appassionatamente a vivere la città nelle opere concrete che abbiamo fatto e stiamo facendo in questi anni“.

Il noleggio, a carico di chi ha fatto gli inviti. Sia ben chiaro.