Tajani, Di Maio, Salvini, Lombardi, Di Battista: a chi conviene far cadere Zingaretti?

La mozione di sfiducia prende piede, ma ci si interroga su chi trarrebbe beneficio politico dall’approvazione dell’atto. Giuseppe Cangemi ed Enrico Cavallari vogliono rientrare: Tajani e Salvini sono d’accordo. La Lombardi può restare senza ruolo per tanto tempo? E sicuri che...

A chi conviene politicamente mandare a casa Nicola Zingaretti? Perché una mozione di sfiducia concepita per individuare le “stampelle” del Governatore improvvisamente diventa l’arma che può far cadere il presidente della giunta regionale del Lazio? (leggi qui: I numeri ora ci sono, i big ordinano: «Buttate giù Zingaretti» e leggi qui La finta mozione di sfiducia contro Nicola Zingaretti)

 

Il centrodestra cerca di ritrovare l’unità perduta, preparandosi a far rientrare, con tutti gli onori, i due… figlioli prodighi. Giuseppe Cangemi, eletto in Forza Italia, ha un legame fortissimo con Antonio Tajani, il quale si ricandida alle Europee e ha bisogno delle preferenze di tutti considerando i sondaggi che circolano in Forza Italia.

Il vicepresidente nazionale degli “azzurri” sta conducendo in prima persona l’operazione.

 

Però, proprio la parabola del figliol prodigo insegna che l’altro figlio, quello che era rimasto sempre accanto al padre…si incazza. Insomma, la coperta è corta nel gruppo di Forza Italia e bisognerà considerare la reazione di Antonello Aurigemma.

Però non c’è dubbio che la mozione di sfiducia converrebbe ad Antonio Tajani. Anche al senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, per rilanciare il Partito. E poi Cangemi vuole rientrare dopo l’esperienza del Patto d’aula.

 

Vuole  rientrare, nella Lega, anche Enrico Cavallari. In questo caso Matteo Salvini medita il colpo doppio: Cavallari e Sergio Pirozzi, confidando che l’ex sindaco di Amatrice si decida una buona volta a saltare sul Carroccio ufficialmente. Poi magari potrebbe essere proprio lui il candidato alla presidenza della Regione Lazio.

 

Per i Cinque Stelle è diverso. Indubbiamente per Luigi Di Maio la crisi alla Regione Lazio diventerebbe un’arma di distrazione di massa in un periodo nel quale i pentastellati sono in discesa. Ma a Roberta Lombardi, che sembra voler puntare alla candidatura a sindaco di Roma dopo Virginia Raggi, converrebbe restare per un così lungo periodo senza un ruolo?

Poi c’è Di Battista. Sì, Alessandro Di Battista, che si prepara al rientro in Italia. Lui potrebbe perfino mettere in campo un altro ragionamento: iniziare l’operazione di sostituzione della Lega al Governo.

Magari proprio con il Pd, attraverso un dialogo con Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria nazionale dei Dem. In questo caso la mozione di sfiducia non aiuterebbe. Poi ci sono tutti quei consiglieri regionali non certi della ricandidatura.

 

Alzeranno tutti la mano per mandare a casa il Governatore?