Tajani e Zingaretti, divergenze parallele per conquistare Forza Italia ed il Pd

Due leader, due prospettive simili. Governare la rotta dei rispettivi Partiti. Ma Antonio Tajani ha più tempo per gestire i processi interni di Forza Italia. Nicola Zingaretti invece deve fare in fretta. Perché Matteo Renzi...

L’uno, Antonio Tajani, può permettersi di aspettare. L’altro, Nicola Zingaretti, no. Uniti da un insolito destino in un azzurro mare di luglio, entrambi hanno davanti obiettivi ambiziosi: rilanciare Forza Italia e il Partito Democratico. Perlomeno provarci.

 

La struttura gerarchica di Forza Italia, con Silvio Berlusconi che resta al comando tranquillamente, costituisce una sorta di “scudo” per il presidente del Parlamento Europeo, che adesso è anche vicepresidente del Partito.

Potrà portare avanti progetti e strategie condivise con il leader. A settembre a Fiuggi, sul palco della manifestazione “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, indicherà la strada che gli “azzurri” intraprenderanno in autunno.

Molto ruota sul rapporto con la Lega, perché è evidente che se Matteo Salvini deciderà di restare al governo con i Cinque Stelle di Luigi Di Maio, Forza Italia inizierà seriamente a guardare altrove. Al centro innanzitutto, ma pure al mondo della società civile.

L’obiettivo sono le europee del 2019, nelle quali si vota con il proporzionale. Silvio Berlusconi potrebbe essere candidato in tutte le circoscrizioni e questo vuol dire che fa sul serio. Antonio Tajani sarà naturalmente l’elemento di punta insieme al leader.

Difficilmente verranno messi in discussione gli assetti regionali e provinciali del Partito, perché c’è bisogno di tutti per iniziare la “remuntada”. Però qualche novità arriverà, magari proprio dal mondo delle liste civiche.

In provincia di Frosinone Mario Abbruzzese, Nicola Ottaviani, Adriano Piacentini e Pasquale Ciacciarelli non avranno alternative a… collaborare. Nel superiore interesse del partito dettato da Antonio Tajani, che continua a ritenere che la Ciociaria debba essere la sua roccaforte.

 

Discorso diverso per Nicola Zingaretti. Lui deve accelerare e sbrigarsi perché Matteo Renzi non cederà spazi e agosto è il mese giusto per fare melina.

In realtà Renzi sta cercando di capire come muoversi e tra le opzioni c’è pure quella di sostenere Nicola Zingaretti. Ma è l’ultima. La prima resta quella di convincere Marco Minniti a candidarsi per la segreteria.

Nicola Zingaretti deve muoversi su più fronti: compattare i vari leader delle correnti ma anche aprirsi alle liste civiche in tutta Italia. Mediare con l’ala riformista ma pure allargare il campo del centrosinistra, facendo intravedere una prospettiva simile (ma non uguale) all’Ulivo. In più il presidente della Regione Lazio deve blindare la maggioranza alla Pisana, ben sapendo che l’anatra zoppa va costantemente “curata” affinché possa continuare a volare.

In provincia di Frosinone Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti sono con lui. Gli altri sono intenzionati a fare la stessa cosa: Antonio Pompeo, per esempio. Ma pure Simone Costanzo. Resta l’incognita di Nazzareno Pilozzi, vicino alle posizioni di Maria Elena Boschi, sacerdotessa del Giglio magico di Renzi.