Tajani, Fazzone, Abbruzzese, Ottaviani e Forza Italia che verrà

L'assedio dei romani (e non solo) al fortino Fazzone. Antonio Tajani che però non vuole rotture in questo periodo delicato per il Partito. la cena dell'altra sera. Ed il Partio della Nazione che potrebbe essere all'orizzonte

Alfredo Pallone ne sa qualcosa. Lui è stato Coordinatore Regionale del Popolo delle Libertà quando era il Partito politico più potente nel Lazio ed in Italia. Nonostante questo, l’assedio intorno a lui era quotidiano: i romani spesso si lanciavano all’assalto, per conquistare il fortino. E appropriarsi del Coordinamento nel quale si decidono le linee e le strategie politiche per tutto il Lazio.

La stessa esperienza la sta vivendo in questo periodo Claudio Fazzone, potentissimo dominus di Forza Italia da quando il Popolo delle Libertà è stato sciolto.

 

Fortino Fazzone

La voce si è fatta insistente da alcune settimane: il nome di Claudio Fazzone era nell’elenco dei Coordinatori regionali da avvicendare. Situazione che ora è stata congelata, in attesa delle decisioni che prenderà Silvio Berlusconi all’indomani della formazione del nuovo governo.

Ma chi sono quelli che stanno cingendo d’assedio il fortino del senatore di Fondi?

L’elenco è lungo. C’è Maurizio Gasparri, potentissimo ex vice presidente del Senato. Lo ritiene tra i responsabili della sua mancata candidatura alla guida della Regione Lazio, che Gasparri era convinto di poter conquistare sconfiggendo a mani basse Nicola Zingaretti.

Della squadra di Gasparri fanno parte Adriano Palozzi (vice presidente del Consiglio regionale, contro il quale però Fazzone aveva schierato il suo Pino Simeone). E la consigliera regionale Laura Cartaginese.

Qualche mal di pancia lo ha avuto anche Antonello Aurigemma: la sua elezione a capogruppo di Forza Italia in Regione è avvenuto solo dopo una feroce conta interna con Giuseppe Cangemi cioè l’uomo che invece voleva imporre Fazzone scavalcando il criterio di assegnazione degli incarichi interni. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: Simeone e Cangemi lasciano dopo il caso Ciacciarelli)

Con Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli non sono mai andati d’accordo: li considera gli usurpatori del suo amico Antonello Iannarilli e di avere contribuito a determinare la sua emarginazione politica.

Non va meglio con Francesco Aracri a Roma. Un po’ di malumore ce l’ha l’ex coordinatore romano di Forza Italia Gianni Sammarco per la mancata sistemazione di Cangemi in Regione.

 

La cena di riavvicinamento

Eppure negli ultimi giorni qualcosa è cambiato e il termometro sta anche nella cena che il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani ha avuto con lo stato maggiore frusinate del Partito. Al tavolo c’erano il coordinatore Adriano Piacentini, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese, fresco di nomina come vicecoordinatore nazionale degli “azzurri” per quanto riguarda gli enti locali.

Il messaggio, per nulla subliminale di Tajani, è stato quello di fare squadra, di stare tutti uniti, anche e soprattutto con l’area di Claudio Fazzone. Ora, si capisce benissimo che Tajani sta già preparando la campagna elettorale per le europee del prossimo anno e che nelle province di Frosinone e Latina intende fare il pieno.

Non è un segreto che il senatore di Fondi sia una macchina da guerra in campagna elettorale. Ma forse c’è anche dell’altro. Nel Partito la svolta della “benevolenza critica” di Forza Italia nei confronti dell’eventuale governo Lega-Cinque Stelle è arrivata da Giovanni Toti, che, insieme a Niccolò Ghedini, ormai detta la linea.

 

Il Partito della Nazione

Berlusconi però ha fatto buon viso a cattivo gioco e in queste ore si parla di un rinnovato interesse verso il progetto di un nuovo partito centrista sotto la regia di Berlusconi da una parte e di Renzi dall’altra. Antonio Tajani resta il fedelissimo di Berlusconi e se alla fine il progetto dovesse concretizzarsi (Denis Verdini ha fatto capire che i lavori sono in stato avanzato), allora le prospettive cambierebbero. Per il momento però, tutti uniti.

Altre due considerazioni minori sulla cena. Tre mesi fa Tajani l’avrebbe fata solo con Mario Abbruzzese. Il fatto che ci fossero altri tre commensali di rilievo è significativo. La seconda considerazione muove dal fatto che in Ciociaria sono sempre i big “azzurri” a dare le carte.

Tutti gli altri (quadri, dirigenti, militanti) restano esclusi dalle candidature che contano. E il malumore nella base sta crescendo.