Tajani, il capo dei pasdaran che non teme di essere rimasto da solo

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

L’europarlamentare rimane il più strenuo difensore di Silvio Berlusconi e non si cura di chi ha preso strade diverse. Ma sa che sul progetto riciclato dell’Altra Italia c’è la firma di Nicola Ottaviani, ora sindaco della Lega.

Antonio Tajani sta a Silvio Berlusconi come il capo dei pasdaran stava all’Ayatollah Ruhollah Khomeini. Non è cieca obbedienza, è totale condivisione. Perciò le parole di queste ore dell’europarlamentare di Forza Italia vanno lette in un modo preciso. Ha detto Antonio Tajani: “Di capo, ce n’è uno solo: Berlusconi; e non esiste un suo successore. Basta con polemiche e capricci. Questo è il momento di essere uniti e lavorare tutti con umiltà, modestia e tenacia senza pensare ai galloni o ai pennacchi”.

Lo ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera.  Aggiungendo: “Berlusconi ha lanciato Altra Italia all’insegna dell’apertura per occupare lo spazio libero tra la Lega e il Pd. L’obiettivo è creare una forza di centrodestra con anima liberal riformista e cattolica nella quale Forza Italia sarà la parte promotrice”.

Magari però avrebbe potuto ricordare che al progetto Altra Italia avevano lavorato anche altri. A cominciare dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, (leggi qui l’anticipazione del 2018 Forza Italia addio: nasce L’Altra Italia di Berlusconi e parte da Frosinone) stoppato a 24 ore dall’annuncio esattamente un anno fa. (leggi qui Contrordine compagni, Berlusconi non fa più il nuovo Partito). Determinando la rabbiosa reazione del sindaco durante la convention di Fiuggi, al termine della quale lasciò Forza Italia per andare con la Lega. (Scontrandosi duramente con Renato Brunetta e Gianfranco Micciché. (leggi qui Le randellate di Ottaviani sul Re nudo).

Ma Antonio Tajani ha un ruolo che non gli consente deviazioni. C’è solo Silvio Berlusconi. Ha scritto il Corriere della Sera: “Quelle di Giovanni Toti (che annuncia l’addio al partito) e di Mara Carfagna (che rifiuta di far parte del coordinamento a cinque), per Tajani “sono posizioni individuali. Ma io sono pronto a collaborare con chiunque, fiero e onorato di lavorare con militanti e dirigenti di Forza Italia”. E all’accusa di mancato rinnovamento risponde: “è proprio il contrario. Abbiamo avviato una fase di cambiamento generale”.

Tajani smentisce di aver raccolto contatti con la componente più centrista, magari con Pier Ferdinando Casini, ma proprio su di lui aggiunge: “Se vuole lasciare il centrosinistra, ben venga”. E sulla Lega: “non credo che Salvini potrebbe vincere da solo. Come è dimostrato, vinciamo insieme. Ma serve pari dignità”.

In provincia di Frosinone tutti i suoi fedelissimi sono andati su altre sponde: Antonello Iannarilli e Alessia Savo in Fratelli d’Italia. Alfredo Pallone era già uscito ai tempi del Nuovo Centrodestra. Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli, Tommaso Ciccone e Danilo Magliocchetti stanno con Giovanni Toti.

Ma ad Antonio Tajani non importa nulla. L’unico “fastidio” vero è Nicola Ottaviani con la Lega. Dopo l’indietro tutta di Berlusconi e Tajani sull’Altra Italia però. Un anno fa.