Tajani l’europeo: un testamento per le generazioni future

Fortissimo messaggio inviato al Ppe, perché ad essere al bivio decisivo adesso c’è l’Unione. Ma c’è naturalmente un fronte interno, nel quale il numero due di Forza Italia dimostra di aver preso la scena. Alla faccia di chi non lo riteneva all’altezza.

Lasciateci dire che lo avevamo scritto in tempi non sospetti. Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e del Partito popolare europeo, è l’unico legittimo erede politico di Silvio Berlusconi. Perché è l’unico ad essere stato sempre fedele al fondatore di Forza Italia. E fedele non vuol dire invertebrato. Vuol dire coerente, rispettoso e consapevole che nella vita certi valori pagano se associati all’intelligenza e alla visione.

Antonio Tajani, vice presidente del Partito Popolare Europeo

La politica del dopo Covid-19 non avrà più gli stessi parametri. Tajani ha scelto lo strumento di una lettera pubblicata sull’Avvenire, il quotidiano dei Vescovi italiani. Intervenendo come vicepresidente del Partito Popolare Europeo. Perché la prospettiva è esattamente quella europea.

Rivolgendosi quindi ai suoi colleghi di Partiti, Tajani ha spiegato che «le decisioni che dovremo affrontare nei prossimi giorni costituiranno il nostro testamento politico per le generazioni future». Aggiungendo: 

«Cerchiamo di essere onesti con noi stessi: stiamo affrontando una prova esistenziale e se non saremo in grado di superarla, la nostra Unione sarà completamente rasa al suolo. La risposta all’emergenza sanitaria è stata inadeguata e ha incrementato il sentimento anti europeista tra i nostri cittadini. Abbiamo quindi il dovere di reagire con determinazione alla recessione economica in atto, che sta provocando effetti sociali devastanti. Basti pensare alla disoccupazione. Secondo la nostra tradizione cristiana principi come solidarietà e bene comune dovrebbero essere i nostri punti di riferimento costanti. E lo dovrebbero essere a maggior ragione nel mezzo di questa crisi». 

«Cerchiamo quindi di rimettere al centro delle nostre politiche – ha proseguito Tajani nella lettera – i valori cristiani che hanno ispirato De Gasperi, Schuman e Adenauer. Loro sono stati in grado di costruire una nuova Europa dopo la distruzione causata da due guerre mondiali. Oggi il Partito Popolare Europeo ha davanti a se la stessa responsabilità storica: dobbiamo guidare il processo d’integrazione europea verso il futuro».

Antonio Tajani, vice presidente del Partito Popolare Europeo

Ha affermato ancora: «Il nostro ruolo è quello di guidare i cambiamenti storici per avere un’Europa migliore. Quali alternative avremmo altrimenti? Vogliamo essere ricordati in futuro per non aver avuto lo stesso coraggio dei nostri padri fondatori? Abbiamo un passato comune e oggi condividiamo uno stesso male. Per questo non possiamo dimenticare che abbiamo davanti a noi un futuro comune. Scriviamo insieme e con coraggio un’altra pagina di storia all’altezza dei tempi. Coraggio!».

La parola che fa la differenza è l’ultima: coraggio. Finita questa emergenza, l’Europa sarà veramente davanti al bivio. La spinta delle forze populiste sarà fortissima se in questo momento noni dimostrerà che veramente nessun Paese potrà essere lasciato solo. Ma c’è anche un aspetto di politica intera al quale Tajani guarda: il centrodestra è ancora maggioritario nei sondaggi. Ma si è fermato tutto in Italia, anche l’aspetto della possibile riforma elettorale.

Silvio Berlusconi © Imagoeconomica, Paolo Cerroni

Nella prospettiva di medio periodo il “Centro” potrebbe comunque essere decisivo. Ma soltanto con un respiro europeo. In altri tempi il messaggio lo avrebbe lanciato Silvio Berlusconi. Adesso lo fa Antonio Tajani. Il destinatario è tutto il Partito Popolare Europeo, nel recente passato incline a guardare con attenzione a posizioni sovranità. Tipo quella di Orban.

Per Antonio Tajani la prospettiva adesso è cambiata per sempre.