Tajani punta alla ‘maggioranza silenziosa’. La Lega? Da sola, in Abruzzo perde

Antonio Tajani punta "alla maggioranza silenziosa degli italiani". In Abruzzo la Lega potrebbe tornare verso l'alleanza "Altrimenti da sola perde". Conferma la necessità di un maxi piano per l'Africa. Ed auspica un cambiamento di rotta nel Ppe

Manda segnali, alle sue truppe ed a quelli che potrebbero uscirne. Per serrare i ranghi e rimettere in marcia Forza Italia. Il vice presidente nazionale del Partito Antonio Tajani chiama a raccolta «la maggioranza silenziosa degli italiani, ‘l’Altra Italia’, quella che all’epoca non voleva il governo dei comunisti e ora non vuole quello gialloverde“.

Lo ha detto intervenendo a Radio Radicale. Rivelando che è stato direttamente Silvio Berlusconi a chiedere «di dargli una mano per rendere Forza Italia una forza che torni allo splendore che aveva».

 

Lega, in Abruzzo da sola perde

La Lega potrebbe ripensarci. E tornare sui suoi passi. A cominciare dall’Abruzzo, dove aveva detto che sarebbe andata da sola alle urne. Invece ora a via Bellerio stanno riflettendo.

Tajani non chiude la porta. Ma mette in chiaro «Noi come Forza Italia siamo all’opposizione di questo governo. La Lega ha deciso di fare un accordo con i Cinque Stelle e noi siamo convinti che non sia foriero di cose buone per l’Italia. Per noi la formula vincente e’ quella del centrodestra».

L’obiettivo del numero 2 di Forza Italia sono gli scontenti: quelli che si erano affidati alla Lega perché pensavano a risposte concrete per le imprese. E sono rimasti delusi dalle prime risposte. «Forza Italia vuole far crescere imprese, commercianti, artigiani. Tocca alla Lega farci sapere che vuole fare».

L’Abruzzo può essere un banco di prova, «Se in Abruzzo hanno deciso di fare marcia indietro» e non correre più da soli alle regionali, «vuol dire che hanno capito che chi ha abbondato il centrodestra in passato non ha avuto successi politici». 

 

Manca una politica economica

Antonio Tajani è preoccupato per il futuro immediato del Paese. È convinto che il problema principale sia la totale mancanza di una politica economica.

«Lo spread oscilla verso l’alto, il che vuol dire che il nostro Paese è meno credibile. Meno credibile anche di Portogallo e Spagna. Questo perché non c’é una sola politica economica ma tre: quella del ministro dell’Economia, quella del vice premier della Lega e quella del vice premier dei 5 Stelle».

Ma il problema non è l’assenza di dialogo o di una linea univoca. Per Tajani il vero tema è la mancanza di segnali verso gli investitori e le econome europee.

«Questo governo non ha fatto capire né in Italia né fuori che cosa vuole fare per quanto riguarda la politica economica e industriale. Solo spot». La conseguenza immediata è che «mentre a Roma discutono per chi deve prendere più voti, i cittadini italiani perdono posti di lavoro».

 

Flessibili ma senza sperperi

Tajani è stato per anni Commissario europeo ed oggi presiede i lavori del Parlamento Ue. Un’esperienza internazionale che lo porta a ritenere sia fondamentale avere una strategia economico-finanziaria.

Occorre più flessibilità, per poter investire e costruire così la ripresa? «Bisogna che l’Italia chieda flessibilità all’Ue ma non per sperperare, per ridurre il debito pubblico».

Il governo Renzi però di flessibilità ne ha avuta tanta. Ma i risultati non sono stati quelli sperati… «Il governo Renzi ha avuta tanta flessibilità ma non è stata usata nella giusta direzione».

Per il presidente del Parlamento Europeo allora l’Italia deve avere «il coraggio di chiedere lo sforamento del tetto del 3% per pagare i debiti pregressi che hanno le amministrazioni pubbliche con le industrie», perché questo significa pompare liquidità nel mondo delle imprese, nel ciclo produttivo. Insomma significa dare benzina al motore del Paese.

 

Errori interni ed esterni

La situazione di oggi, a giudizio di Antonio Tajani è il risultato di gravi errori di valutazione commessi nel recente passato. Uno su tutti: il ruolo che il Paese ha smesso di esercitare nel teatro mediterraneo e sul Nord Africa. Più gravi però vengono giudicati gli errori commessi dalle altre potenze europee. Ad esempio la Francia.

In Libia «l’Italia ha più requisiti della Francia che ha commesso già un errore gravissimo: far cadere il governo Gheddafi».

Per Tajani da parte di Parigi «c’é una scarsa conoscenza della realtà libica. Detto questo bisogna lavorare uniti, se no si rischia di avere una visione a breve termine. Serve più collaborazione tra diversi Paesi Ue, se la Francia non vuole commette un grande errore anche nei propri interessi».

 

Con Ue Trump sbaglia

Bisogna poi fare i conti con lo scenario mondiale che è del tutto cambiato. In particolare da quando a guidare la locomotiva Usa c’è un presidente di stampo repubblicano come Donald Trump.

Il mondo è sempre più interconnesso e globalizzato. Antonio Tajani evidenzia che «La globalizzazione non è né buona né cattiva, bisogna saperla governare tutelando gli interessi dei cittadini. Ci devono essere delle regole che governano la globalizzazione».

In questo momento, al governo del Paese però non ci sono forze Europeiste. Il presidente del parlamento europeo mette in chiaro che l’Europa è una scelta irrinunciabile. Perché «L’Italia da sola non è in grado di essere un interlocutore forte con i giganti come Usa, Russia, Cina e India».

Trump, a giudizio di Tajani sta commettendo un grave errore di prospettiva. «Trump non sta dando agli Usa quel ruolo che hanno sempre avuto come garanti di democrazia e libertà nel mondo. Ma chi deve giocare come player mondiale deve anche saper rinunciare ai propri interessi».

Dove sta l’errore? «Gli Usa sono il nostro principale interlocutore. Vedere l’Europa come un nemico e’ un errore».

 

Il piano per l’Africa uno argine alla migrazione

Nelle settimane scorse Antonio Tajani aveva parlato della necessità di un massiccio piano di investimenti mondiale con il quale ricostruire un’economia in Africa. Ridarle strutture di governo. È convinto che sia il vero argine all’ondata di migrazione verso l’Europa.

«L’Europa deve investire in Africa per affrontare il fenomeno dell’immigrazione» ha confermato ancora oggi il presidente il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani. «Dobbiamo fare in modo che l’Africa risolva i suoi problemi. Io sono promotore di un vero e proprio piano Marshall per quel continente, non per favorire i dittatori ma per favorire la crescita».

 

Anche il Ppe deve cambiare

Forza Italia ha un rulo incisivo all’interno del Partito Popolare Europeo. E proprio sul tema dell’emigrazione Tajani ritiene che il Ppe debba rivedere alcune scelte politiche.

«Mi sembra che per quanto riguarda l’immigrazione sia già successo con una migliore redistribuzione e una maggiore attenzione ai paesi del sud. L’Europa è differenziata, ci sono interessi diversi e bisogna fare una sintesi».

 

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