I posti di lavoro ci sono: mancano i giovani con la laurea giusta

A Frosinone mancano ingegneri elettronici, a Latina laureati in Chimica: è tempo di informare adeguatamente i giovani e le famiglie del territorio. Solo puntando sulla laurea giusta si può sperare di trovare in fretta un lavoro. Il caso Frosinone: con luci ed ombre

Pier Giorgio Bianchi
per Alessioporcu.it

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Siamo nel pieno dell’estate e tra meno di un mese riprenderà l’anno accademico per oltre un milione e mezzo di studenti universitari.

Di questi, poco meno di 35mila sono i ragazzi provenienti dalle province di Frosinone e Latina. In media i giovani delle due province studiano di più dei propri coetanei del resto d’Italia.

Se a livello nazionale infatti la percentuale di iscritti sulla popolazione residente rappresenta il 2,79%, questo rapporto sale a 3,30% nel caso di Frosinone e 3,09% per i residenti di Latina. 

 

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Dove studiano i nostri universitari

Dove studiano questi giovani? Il primo dato di fatto è che la quasi totalità deve allontanarsi dalla propria città per intraprendere gli studi.

Se a livello nazionale poco più della metà degli studenti universitari è un fuori sede, questa percentuale si innalza all’86% nel caso di Latina e al 71% per Frosinone.

Quest’ultimo valore è leggermente più basso grazie alla presenza dell’Università di Cassino sul territorio frusinate. Uno studente ciociaro su quattro è iscritto infatti all’Università di Cassino, mentre soltanto un giovane pontino su venti opta per l’ateneo del basso Lazio.

Da non sottovalutare, infine, la quantità di studenti fuori regione: quasi il 30% degli studenti fuori sede della provincia di Frosinone si trasferisce al di fuori del Lazio per frequentare l’università (per la Latina la percentuale è di oltre il 20%).

 

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In quale futuro possono sperare?

Ma quale futuro aspetta questi ragazzi? Negli ultimi tempi sta passando sempre di più il messaggio che studiare non serve a nulla.

Sicuramente il “pezzo di carta” non garantisce un pass automatico per l’ingresso nel mercato del lavoro, tuttavia l’istruzione è l’unico ascensore sociale a disposizione dei cittadini di questo paese.

Peccato si sia bloccato: la percentuale di laureati italiani tra i 30 ed i 34 anni (solo il 26,3%) è la più bassa d’Europa dopo quella della Romania (fonte Eurostat). Conseguenza naturale di ciò è che le imprese hanno un’estrema difficoltà a reperire personale qualificato.

Annualmente infatti, la banca dati Excelsior, targata Unioncamere e Anpal, rileva difficoltà diffuse e generalizzate da parte delle aziende italiane per reperire candidati idonei a ricoprire la figura professionale ricercata. Tale difficoltà può essere dovuta a due fattori principali: il ridotto numero o l’inadeguatezza dei candidati.

 

Mancano ingegneri e chimici

Le realtà di Frosinone e Latina non fanno eccezione e la difficoltà di reperimento si attesta attorno alla media nazionale: un candidato su tre è difficile da reperire (difficoltà di reperimento pari a circa il 30%).

Per alcuni gruppi di laurea però si toccano picchi elevatissimi. Per i laureati in materie scientifiche, matematiche e fisiche la difficoltà di reperimento delle aziende del frusinate è superiore all’80%.

A Latina invece sono introvabili gli ingegneri elettronici e dell’informazione (difficoltà di reperimento pari a circa il 70%).

Piuttosto che demonizzare l’istruzione universitaria tout court, sarebbe opportuno comunicare in modo più appropriato i benefici che una laurea può offrire, presentando chiaramente il fabbisogno occupazionale a livello nazionale e locale.

 

Il mercato cerca ragazzi preparati

Per fare un altro esempio, le aziende della provincia di Frosinone, riportano un fabbisogno di laureati pari a oltre 3.300 unità a fronte di meno di 2.800 ragazzi, residenti in provincia, laureati nell’ultimo anno accademico.

Un gap di circa 500 unità che diventa ancora maggiore se si considera il fatto che una buona parte degli studenti fuori sede potrebbe non tornare a casa per iniziare la propria carriera professionale.

Tale differenza diventa molto più pronunciata per alcune facoltà come Ingegneria Elettronica e dell’Informazione. A fronte delle oltre 240 richieste delle aziende del frusinate di questi professionisti, c’erano solamente 70 laureati (di cui soltanto 18 con una Laurea Magistrale).

 

A Latina la situazione è simile. Prendendo come riferimento le lauree del gruppo chimico-farmaceutico, le aziende del pontino richiedevano circa 270 laureati. I ragazzi che hanno ottenuto questo titolo nell’ultimo anno? Poco meno di 80.

Questo significa che l’offerta di laureati era oltre tre volte e mezzo inferiore alla domanda.

 

Frosinone capitale dei disoccupati

Se si esclude il Sud Italia e le Isole, la provincia Frosinone è la prima per tasso di disoccupazione (18%) e tasso di inattività (41%).

Latina purtroppo non si trova in una situazione migliore e anche le sue statistiche sono al di sotto della media nazionale. Come si può fronteggiare questo enorme problema?

 

Un suggerimento arriva da una celebre citazione di Nelson Mandela:

L’istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l’istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione“.

 

L’istruzione universitaria può contribuire a risollevare le sorti dei nostri territori. A condizione però che vengano forniti ai ragazzi e le proprie famiglie gli strumenti necessari per compiere delle scelte adeguate ed allineate ai fabbisogni delle imprese.

 

Frosinone capitale dei piccoli geni

Nel mio piccolo, da residente della provincia di Frosinone emigrato a Milano, cerco di diffondere l’importanza dell’istruzione attraverso l’analisi dei dati e la condivisione delle mie esperienze personali. 

Ce n’è una di cui sono molto orgoglioso e che vorrei raccontarvi in conclusione.

Negli scorsi due anni ho frequentato un Master – 10° al mondo nel ranking del Financial Times – con studenti provenienti da qualsiasi parte d’Italia e del globo terrestre. Indovinate quale era la provincia più rappresentata? Quella di Frosinone, ben 4 ragazzi su 164 iscritti.

La sfida per i nostri territori è dunque duplice: da un lato bisogno evitare che episodi come questi siano l’eccezione, dall’altro si deve fare in modo che chi si istruisce possa contribuire allo sviluppo del territorio mettendo a disposizione le competenze acquisite.

 

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Pier Giorgio Bianchi è Fondatore di 

ed autore del libro “Dall’Università al Lavoro”. Per i lettori di Alessioporcu.it è gratis qui