Regione, tutti restano al loro posto: il Tar respinge il ricorso contro 3 consiglieri Pd

I giudici del Tar hanno respinto il ricorso. Non verrà modificata la composizione del Consiglio Regionale del Lazio. È stata giudicata corretta l'interpretazione della legge data dall'Ufficio Elettorale. Restano al loro posto 3 consiglieri Dem

Tutti i Consiglieri regionali del Lazio rimangono al loro posto. Lo hanno deciso i giudici della Sezione II bis del Tribunale Amministrativo Regionale. Hanno respinto il ricorso con il quale l’esponente radicale della lista +Europa, Rocco Berardo chiedeva di contare in modo diverso i voti di preferenza.  (leggi qui «Togliete tre seggi al Pd»: il Tar decide domani)

I giudici amministrativi hanno emesso un dispositivo nel quale si sono limitati a scrivere che “definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe indicato, lo rigetta“.

No quindi alla richiesta di mandare a casa tre consiglieri Pd e sostituirli con uno di Liberi e Uguali, uno di Centro Solidale ed uno di +Europa

Le motivazioni? Si sono riservati il periodo previsto dalla Procedura per scriverle. Entro l’autunno verranno pubblicate.

 

L’esponente radicale è il primo dei non eletti della lista +Europa nella circoscrizione di Roma. Aveva impugnato di fronte al Tar i verbali di proclamazione degli eletti nelle Regionali del 4 marzo scorso. In particolare puntava il dito contro l’elezione di Michele Civita, entrato in aula al posto di Massimiliano Valeriani che si è dimesso per andare a fare l’assessore.

Nel ricorso Rocco Berardo sosteneva che l’Ufficio elettorale Centrale del Lazio avesse applicato in modo errato la nuova legge elettorale regionale, utilizzata per la prima volta quest’anno. In particolare, l’esponente radicale contestava il metodo con il quale è stato distribuito il ‘premio di maggioranza’. Si tratta dei dieci seggi che vanno come premio alla coalizione del candidato presidente che ha vinto le elezioni.

Prima della riforma, i dieci seggi erano inseriti in un listino bloccato che entrava in aula in modo automatico con il candidato governatore risultato vincitore delle elezioni. Ora il nuovo testo dice che quei dieci seggi vanno spalmati sui territori, premiando così chi ha preso i voti.

Berardo ha evidenziato che nel modo in cui la norma è stata applicata però 9 seggi su 10 sono andati ai Dem. Che così hanno cannibalizzato il 90% del premio.

 

«Nonostante il seggio sia stato assegnato inizialmente alla nostra lista +Europa con Emma Bonino – spiegava ieri Berardo sul suo blog – nella circoscrizione di Roma, l’Ufficio centrale regionale ha sottratto lo stesso a favore del Pd in altra circoscrizione provinciale“.

Per il mancato consigliere regionale, per applicare correttamente la legge bisognava prendere il più votato di +Europa nelle province.

Invece l’interpretazione dei magistrati è stata la stessa data dall’Ufficio Elettorale. Al punto da respingere anche la richiesta di sottoporre la legge elettorale al giudizio di legittimità costituzionale davanti alla Consulta.

 

A difendere le ragioni dei Consiglieri regionali Dem eletti con questa interpretazione della legge è stato l’avvocato Gianluigi Pellegrino. Secondo il quale «È stata rispettata la scelta del legislatore regionale. Nell’attribuire il premio di maggioranza, la nuova legge ha voluto valorizzare l’unità della coalizione che sostiene il presidente eletto. Allo stesso tempo ha salvaguardato la rappresentanza di tutte le province regionali. È un principio in coerenza con lo statuto della Regione.

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