Lazio, il vaccino non attende: il Tar dice no a Codacons

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Il Tar respinge la richiesta del Codacons: nessuno stop alla campagna obbligatoria di vaccinazione dall'influenza nel Lazio. Poi si entrerà nel merito. ma l'organizzazione va avanti

Il vaccino non può attendere. Anzi, deve entrare in circolo il prima possibile nell’organismo dei cittadini del Lazio. Per proteggerli dall’influenza. Ed evitare confusione con i sintomi del Covid-19, troppo simili all’inizio. A deciderlo sono stati i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio: hanno respinto al mittente la richiesta di congelare la campagna di vaccinazione.

A chiedere lo stop era stato il Codacons: punta ad annullare la legge regionale che ha reso obbligatoria nel Lazio la vaccinazione contro l’influenza.

Il coraggio del Lazio

Nicola Zingaretti con Alessio D’Amato Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

A volere quella disposizione era stato con forza il governatore Nicola Zingaretti, ancora convalescente dal Covid. Sulla sua pelle aveva sperimentato che il nuovo coronavirus non era una semplcie influenza, come si diceva fino a quel momento. E nemmeno era un’influenza più forte delle altre. Era un ‘bestia‘: così la chiamò il governatore del Lazio.

Gli spiegarono che in autunno la Bestia sarebbe tornata. E che avrebbe potuto fare una nuova strage: perché troppo simili erano i suoi sintomi con quelli dell’influenza di stagione. Gli esperti consigliarono allora all’assessore Alessio D’Amato di pensare ad una campagna massiccia di vaccinazione contro l’influenza. Un modo per escludere da subito il rischio di confusioni.

Codacons No Vax

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Il Codacons però aveva sposato subito le posizioni dei No vax, cioè dei contrari ai vaccini per pricipio. L’associazione dei consumatori riteneva che la vaccinazione imposta per Legge andasse a violare una libertà fondamentale dei cittadini.

Di fronte al rischio di una nuova ondata di peste, nel Lazio avevano messo da parte il dibattito su vaccini. E deciso di tutelare la popolazione. Lo avevano fatto richiamando nell’ordinanza tutte le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Nelle premesse c’era un concetto messo in evidenza: su ogni altra cosa prevale la tutela della salute pubblica. (Leggi qui Scontro a 5 Stelle: «No al vaccino». «Invece serve, non ti appoggiamo»).

Tar, niente stop al vaccino

Il Tar ha detto no allo stop. “In attesa della discussione del merito, questo pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale è molto importante poichè non interrompe la macchina organizzativa della vaccinazione antinfluenzale. Quest’anno – spiega l’assessore Alessio D’Amato – ha l’obiettivo ambizioso di coprire una fascia di cittadini molto ampia e anche tutti gli operatori sanitari con un vaccino gratuito e sicuro”.

No anche a numerosi laboratori privati: chiedevano la sospensione del decreto del Commissario sul Nomenclatore tariffario. È il documento emanato e periodicamente dal Servizio Sanitario Regionale che stabilisce cosa viene fornito dalle Asl del Lazio ed a quale prezzo.

A chiedere di non sospendre quel decreto sono intervenute ad adiuvandum della Regione numerose associazioni dei pazienti e dei malati.