Una Tav per la luna: mentre tanti guardano al dito

Battisti

Troppi non hanno compreso la vera dimensione della nuova stazione della Ferrovia ad Alta Velocità in provincia di Frosinone. Ecco allora i numeri dell'Università Federico II di Napoli. Le ricadute sulla provincia. I benefici per Cassino. La rivoluzione per il territorio. E pure per il pendolarismo.

Lo studio porta la firma dell’Università Federico II di Napoli, città che con i treni ha una certa consuetudine: la prima linea ferroviaria costruita nella penisola italiana fu quella che dalla capitale di re Ferdinando II conduceva fino a Portici. Poco più di 7 chilometri a doppio binario che proiettavano il Regno delle Due Sicilie nella modernità. Un salto nel futuro che a distanza di 184 anni in provincia di Frosinone troppi ancora non capiscono.

L’annuncio della nuova stazione Tav a Ferentino e delle fermate dell’Alta velocità a Cassino e Frosinone ha prodotto lo stesso effetto registrato quando viene indicata la luna: molti restano a fissare il dito e non comprendono. (leggi qui La Tav per andare in Europa: fermate a Frosinone e Cassino. Stazione a Ferentino).

Allora può venire in aiuto lo studio condotto dagli ingegneri dell’ateneo di Napoli. Hanno analizzato l’impatto dell’Alta velocità sulla crescita delle città che ospitano una fermata. Una studio che tiene conto dei dati sviluppati negli ultimi dieci anni.

Quelli che la volevano a Cassino

Uno dei treni ad Alta Velocità che fermeranno a Ferentino.

I territori che hanno una stazione dell’Alta velocità crescono di una percentuale tra l’8% ed il 10% su dieci anni. Gli altri territori dalle dimensioni analoghe, senza Tav crescono tra lo 0,4% ed il 3%.

Lo sviluppo non riguarda la sola città sede della fermata ma l’intera provincia. Gli effetti sono sempre più diradati a mano a mano che ci si allontana. Fino ad azzerare quei benefici quando si sta in una provincia che ha una distanza superiore alle due ore da una stazione Tav.

Chi parla di scippo a proposito della stazione fatta a Ferentino anziché Cassino non ha la minima idea dei numeri che quella fermata svilupperà anche nel sud della Ciociaria.

Lo studio della Federico II è talmente preciso da proporre addirittura una doppia chiave di lettura: divide le città sede di fermata Tav tra quelle ricche e quelle in territori meno ricchi. Volendoci mettere nella condizione peggiore: nelle località meno ricche le città con stazione Av sono cresciute dell’8% contro lo 0,4% dei territori distanti più di due ore. Oltre sette punti e mezzo di differenza.

Il dato intermedio delle città che non hanno stazione Tav ma distano un’ora dallo scalo: 8% nelle regioni ricche, 6% in quelle povere. Ce ne sarà per Cassino e pure tanto.

La Tav pesa più del reddito pro capite. A conferma di una relazione fra Tav e Pil cioè la ricchezza che un territorio riesce a sviluppare.

Quelli che… non è per pendolari

Treni nella stazione Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Tra gli osservatori del dito anziché della luna c’è una categoria in particolare. Quelli che dicono sia inutile perché non coinvolge i pendolari. Sbagliato.

Altri numeri. I 43 milioni di spostamenti sui treni dell’Alta velocità registrati nel 2017, sia Frecciarossa che Italo sono per il 40% nuovi spostamenti. Qui è il dato della crescita. È gente che invece di spendere 400mila euro per un appartamentino a Roma preferirà spenderli in provincia di Frosinone comprando una villetta con giardino per abitare in una zona più vivible che è distante dall’ufficio la metà del tempo che si impiegherebbe da per andare da un lato di Roma all’altro.

Sono ragazzi che invece di ammassarsi nelle sovraffollate aule universitarie romane preferiranno un ateneo a misura di studente come quello di Cassino e del Lazio Meridionale. Senza contare il risparmio per le famiglie che non dovranno più spendere per mantenere un figlio a Roma ma gli basterà fargli l’abbonamento al treno.

Quelli che… inquina

Ci sono poi quelli che guardano l‘Autostrada e vedono solo l’inquinamento portato dai mezzi che l’attraversano. Non guardano ai posti di lavoro ed agli stipendi generati per decenni con le fabbriche cresciute tutt’intorno. Sono gli stessi che teorizzano un aumento dell’inquinamento legato al Treno ad Alta velocità.

I numeri elaborati a Napoli dicono che la Tav toglie il 21% del traffico su strada ed il 16% lo toglie alla ferrovia tradizionale. Togliendo anche il relativo inquinamento.

Il vantaggio delle reti

Il Grand Hotel Palazzo della Fonte

A coordinare lo studio è stato il professor Ennio Cascetta, ordinario di Pianificazione dei Trasporti della Federico II.

Quello studio dice che le infrastrutture fanno da traino allo sviluppo. Soprattutto quando sono in rete tra loro. Nel caso di Ferentino nel raggio di un chilometro c’è il casello dell’autostrada, lo svincolo della superstrada per Frosinone, Sora e quindi l’Adriatico, la fermata Tav che porta a Milano in 2 ore e 40 minuti.

Un esempio banale: le città toccate dagli svincoli dell’Autostrada del Sole hanno avuto uno sviluppo che tutte le altre non hanno registrato.

Proprio per questo la Tav cambierà del tutto lo sviluppo di Fiuggi. Unita agli investimenti avviati di recente sul Grand Hotel Palazzo della Fonte, destinato a diventare la versione primaverile autunnale del Forte Village, la mecca delle vacanze d’élite in Sardegna.

La fermata Tav, connessa ad una rete di collegamenti per la città delle terme, è capace di riportare il comparto Turistico Alberghiero a livelli ben superiori a quelli registrati negli anni d’oro.

Il sogno che si avvera

Il sindaco Domenico Gargano fu uno dei fondatori della moderna Cassino

Un aspwtto che viene sottolineato da Giacomo Gargano, presidente di Federmanager Roma e dell’Unione Regionale Dirigenti Industria Lazio. Che di fronte all’annuncio della stazione Tav a Ferentino ha rotto il suo proverbiale riserbo. Ed ha inviato un compiacimento pubblico a Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane SpA, ringraziando «tutti i manager di Ferrovie dello Stato che, con il loro lavoro, la loro preparazione professionale e il loro impegno hanno progettato e consentito di realizzare un collegamento tanto atteso e per il quale intere generazioni di persone illuminate si sono spese, purtroppo senza vedere coronati, fino ad ora, i propri desideri e i propri propositi».

Giacomo Gargano è originario di Cassino ed stato a lungo pendolare: come studente, come dirigente d’azienda. In casa ha avuto chi ha speso molte delle sue energie per un traguardo che fino alla settimana scorsa era classificato come impossibile. È il papà Domenico Gargano, scomparso a giugno dello scorso anno. (leggi qui Addio a Domenico Gargano, l’ultimo fondatore di Cassino)

Ricorda ora il figlio che «come Consigliere Regionale, come Presidente della Provincia di Frosinone e soprattutto come sindaco per tantissimi anni di Cassino, mio padre si è battuto per tutta la vita per avvicinare la Ciociaria a Roma. Non era riuscito completamente a realizzare l’opera che sognava, ma si era impegnato a fondo, in tutte le sedi, spendendo se stesso e le forze che rappresentava. Ecco, da questa estate il sogno sarà realtà, grazie all’impegno di tanti e alla volontà incrollabile di chi ha speso una vita per raggiungere lo scopo».

Tav come l’autostrada

Guido D’Amico © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Un giudizio condiviso da Guido D’Amico, presidente nazionale di ConfimpreseItalia. Paragona la fermata Tav a Cassino e Frosinone, la stazione a Ferentino, come l’arrivo dell’autostrada.

«È un’opportunità straordinaria, che su questo territorio avrà lo stesso impatto che nei decenni passati ha avuto l’Autostrada del Sole. L’Alta velocità in provincia di Frosinone può rappresentare il volano del piano di rilancio economico, sociale e turistico del territorio».

Ricorda che il confronto con l’AD Gianfranco Battisti parte da lontano, addirittura da quando nemmeno era alla guida di Ferrovie. «Come membro della Camera di Commercio di Frosinone non posso evitare di ricordare che su questo progetto il nostro Ente ha lavorato dal 2012». È per questo che ora «Auspico che in un futuro prossimo si possa concretizzare anche un hub a sud della Provincia che permetta al Cassinate di poter fruire pienamente dell’opera».

I numeri dicono che hub o non, la Tav sarà una rivoluzione per tutti.

 

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