Il Ceo Stellantis annuncia che lo stabilimento di Cassino ha un futuro. Produrrà veicoli della piattaforma BEV STLA Large. Sono le piattaforme un gradino sotto il top di gamma
Cassino plant torna tra le capitali dell’Automotive mondiale. Sarà l’hub europeo del segmento premium, le auto di fascia alta. L’altro polo di eccellenza è quello per il mercato americano, il Windsor Assembly Plant. Entrambi proporranno i veicoli del futuro, basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large: siamo un gradino sotto al top di gamma, mezzi capaci di percorrere 800 chilometri con una carica ed un tempo di ricarica delle batterie più contenuto rispetto a tutti gli altri. Ad annunciarlo è stato direttamente l’amministratore delegato Stellantis Carlos Tavares andato questa mattina in visita allo stabilimento di Piedimonte San Germano.
Significa che per Cassino Plant c’è un futuro industriale, sarà di alto rilievo economico e di lunga durata.
Le dichiarazioni di Tavares
Il Ceo Stellantis è arrivato pochi minuti prima delle 7.30 a bordo di una Jeep Compass scura scortata. Una volta nello stabilimento ha visitato gli impianti e confrontato le nuove linee con quanto aveva visto dopo la prima visita. L’aveva compiuta subito dopo la sua nomina al vertice del gruppo automobilistico.
Si è soffermato sulle nuove linee per la produzione del Maserati Grecale e su quelle per la generazione di auto a trazione elettrica.
“Lo stabilimento di Cassino vanta una lunga tradizione di innovazione e tecnologia” ha ricordato Carlos Tavares. Qui venne concepita la Tipo che per l’epoca aveva dotazioni presenti sono sulla fascia alta di Mercedes e Bmw, vennero sviluppate Bravo e Brava che rivoluzionarono il mercato. Poi è arrivato il momento dell’eccellenza con Stelvio e Giulia. La conferma del ruolo è arrivata con Grecale. E oggi l’annuncio: «Lo stabilimento Stellantis Italia di Cassino, dove attualmente vengono prodotti veicoli dei marchi premium e di lusso, quali Alfa Romeo e Maserati, estenderà la propria attività alla produzione di veicoli basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large». Tradotto: qui si faranno le auto Premium di nuova generazione, quelle dalle quali dipenderà molto del futuro per il Gruppo.
«I veicoli basati sulla piattaforma STLA Large che stiamo progettando – annuncia Carlos Tavares – rivoluzioneranno l’esperienza di guida grazie a funzionalità e caratteristiche all’avanguardia. Per questo, confidiamo nella grande competenza dei nostri dipendenti e nel team manageriale di Stellantis per riuscire a raggiungere i nostri audaci obiettivi. Sono legati al costo ed alla qualità. Il supporto dei dipendenti di Cassino e la lungimiranza delle autorità locali e nazionali sono per noi un grande stimolo per sviluppare veicoli in grado di conquistare i clienti con una mobilità pulita, sicura e accessibile”.
I modelli si vede dopo
Quali modelli verranno realizzati? Con quale marchio? Su questo punto il Ceo è stato più evanescente: «Il dettaglio dei modelli sarà condiviso in una fase successiva». Ma c’è un’indizio preciso: la piattaforma, quella indicata da Carlos Tavares è per le auto di fascia alta, realizzate con una tecnologia di terza generazione dotata di un’elevata flessibilità ed è al tempo stesso modulare e scalabile da 70 kW a 330 kW.
Saranno modelli monoscocca e non con telaio separato. La gamma delle possibilità è ampia perché la piattaforma ha un alto livello di flessibilità, sia in lunghezza che in larghezza. La stessa piattaforma può realizzare modelli capaci di offrire la soluzione più efficiente per ciascuna categoria di veicolo, dalle city-car ai pick-up e ai SUV. Questo livello di flessibilità, unito alla condivisione dei componenti tra le piattaforme, ridurrà la complessità della produzione. Sarà più semplice fare le macchine creando economie di scala con ciascuna piattaforma in grado di produrre fino a due milioni di unità l’anno.
Un elemento chiave di questa strategia è lo sviluppo di un inverter unico per le tre famiglie di EDM dotato di tecnologia scalabile, di un microprocessore comune e di controlli e software prodotti internamente.
Investimenti in arrivo
Cassino Plant è sempre stata ai vertici della classifica Wcm, il World Class Manifacturing che misura la qualità dei prodotti tenendo conto dei costi per realizzarli.
Inaugurato nel 1972, lo stabilimento di Cassino è un plant ad alta automazione che utilizza oltre 1200 robot che eseguono le operazioni di stampaggio, lastratura, verniciatura e produzione di parti in plastica. L’impianto ha scommesso sul green: sul risparmio energetico e sulla conservazione delle risorse. Dal 2017 il consumo di acqua è stato dimezzato, mentre pannelli fotovoltaici situati nei parcheggi interni consentono di produrre energia solare.
Stellantis prevede di investire entro il 2025 più di 30 miliardi di euro nell’elettrificazione e nella realizzazione del software necessario alla produzione di veicoli BEV. Una delle scommesse è la capacità di ricarica rapida ai vertici della categoria.
Annuncio ricco di prospettive
«La comunicazione fatta oggi dal Ceo di Stellantis Carlos Taváres, oggi in visita presso lo stabilimento di Cassino è molto positiva e ricca di prospettive occupazionali promettenti per il sito di Cassino per il territorio e nazionale» ha commentato a caldo Ferdinando Uliano, segretario generale nazione di Fim Cisl .
Spiega che «Dopo la destinazione a Melfi della piattaforma medium che prevede il lancio di quattro nuovi modelli, quella di Cassino è indubbiamente una novità molto importante viste le difficoltà vissute dallo stabilimento ciociaro per i bassi livelli produttivi degli ultimi anni. Dopo la partenza produttiva della Maserati Grecale e il lancio di questo importante investimento le condizioni future di questo stabilimento non sono più in discussione».
Ora il sindacato vuole capire cosa si farà, quanto se ne farà, quali figure serviranno. «Chiederemo al Gruppo quanto prima di definire i tempi e i modelli destinati allo stabilimento. Questi sono i risultati della nostra azione sindacale come Fim-Cisl, rinnovi contrattuali e investimenti uniche strade per garantire il reddito e il lavoro dei lavoratori delle loro famiglie, oltre a costruire i presupposti per mantenere un importante realtà del settore dell’’automotive nel nostro Paese».