Te li do io i Cinque Stelle. Grillo umilia Conte. E ora cambia tutto

Le conseguenze della “demolizione” del capo in pectore da parte del Garante. Luigi Di Maio l’unico vincitore. Nel territorio scende Ilaria Fontana, salgono Luca Frusone ed Enrica Segneri. E intanto Zingaretti fa l’imitazione del comico genovese…

Il segnale politico più umiliante per Giuseppe Conte è stato rappresentato dalle risate e dal plebiscito dei parlamentari alle affermazioni di Beppe Grillo. In sua assenza. E non sono state affermazioni di poco conto. Grillo ha fatto sentire la voce del padrone, come forse solo Silvio Berlusconi aveva osato fare.

Ha detto che è Conte ad avere bisogno di lui e non viceversa, ha aggiunto che lui è il garante e intende continuare ad esserlo. Condendo il tutto con l’affermazione che non è un “coglione”. Poi ha spiegato che lo statuto dei pentastellati è diverso da quello pensato da Conte. Infine però sul doppio mandato ha stupito tutti, dicendo che lui è contrario ma decideranno gli iscritti.

Un modo per far capire a chi era pronto a saltare sul carro di Conte che certe “concessioni” può farle pure lui. O perlomeno non impedirle.

Il padrone sono me

Beppe Grillo (Foto: Vincenzo Livieri)

Beppe Grillo ha voluto far capire che il Movimento è “suo”. Punto e basta. E che il “sacrificio” di Davide Casaleggio basta e avanza. Giuseppe Conte adesso è completamente delegittimato.

Per settimane ha trattato con le altre forze politiche come se fosse il Capo, ma il Capo non lo è mai diventato.

Tutti, ma proprio tutti, si sono immediatamente riallineati sulla posizione del fondatore, Beppe Grillo. Anche Vito Crimi e Roberto Fico. Tutti.

Giuseppe Conte farebbe meglio a lasciare i Cinque Stelle. Rimanere a fare il Capo sotto tutela del Garante sarebbe un’umiliazione politica impossibile da sopportare. Eppure non sono esclusi altri colpo di scena.

Chi vince e chi perde

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Ancora una volta il vero vincitore di tutte queste dinamiche all’interno dei Cinque Stelle è Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri rimane fermo, non si sbilancia. Non ha mai dato il via libera a Giuseppe Conte. L’uomo forte è lui, l’unico capace davvero di fronteggiare Beppe Grillo. E l’esperienza alla Farnesina ha ulteriormente affinato le capacità diplomatiche.

Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, la situazione cambierà sulla base di quello che succederà a livello nazionale. Ilaria Fontana, sottosegretario alla transizione ecologica, è una fedelissima di Vito Crimi, a sua volta vicinissimo a Giuseppe Conte. La voce del padrone di Grillo può ridimensionare tutta questa area? Si. Avrà interesse a farlo? No.

Al contrario Luca Frusone ed Enrica Segneri stanno con Luigi Di Maio. E basta. Quanto a Loreto Marcelli, è un fedelissimo di Roberta Lombardi, che ora ha un asse con il Governatore Nicola Zingaretti (Pd).

A proposito: tra i fedelissimi dell’ex segretario del Partito Democratico filtra l’indiscrezione che Zingaretti non ha più il feeling di qualche mese fa con Giuseppe Conte. In fondo ci ha rimesso la segreteria anche per sostenere il Conte ter. Ma poi l’ex presidente del consiglio ha sostenuto Virginia Raggi, “segando” la candidatura di Zingaretti al Campidoglio.

C’è chi si spinge ad azzardare che Zingaretti stesse facendo l’imitazione di Grillo ieri sera: te li do io i Cinque Stelle.