Gli stracci che volano tra Conte e Salvini

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Il Governo pentaleghista affonda sul salva Roma ma in realtà il fallimento è sull’economia. Salvini cerca la spallata, Di Maio ha il terrore di scendere sotto quota 20%. Ma è Nicola Zingaretti l’unico che può mettere in campo un’alternativa, a patto di ribaltare il Pd però. Intanto tanti “parlamentari per caso” potrebbero fare la differenza.

Sono volati gli stracci, come mai successo in una seduta del consiglio dei ministri. Con il premier Giuseppe Conte che ha urlato in faccia a Matteo Salvini che il governo è un organo collegiale che non fa da passacarte al leader della Lega.

E con Salvini che ha detto a denti stretti che il salva Roma non esiste, che Virginia Raggi si tiene i suoi debiti e che non ha più senso andare avanti dopo le europee. Mentre Luigi Di Maio ha detto di sentirsi “accoltellato dall’alleato”, ma che comunque i Cinque Stelle continuano a chiedere le dimissioni di Armando Siri.

Una gazzarra degna di una lite di condominio, che segna la fine della breve e neppure intensa esperienza dei penta leghisti al governo.

Ma attenzione: l’inedita e rissosa coalizione ha ancora la maggioranza nei sondaggi. Matteo Salvini cercherà di spostarsi verso il centrodestra, ma con Giorgia Meloni. Per quanto riguarda Forza Italia di Silvio Berlusconi proverà a ridurla ai minimi termini alle Europee, per annetterla, non per trovare un accordo.

I Cinque Stelle punteranno ancora di più sul reddito di cittadinanza per dimostrare che sono loro gli esponenti di una sinistra moderna. Nicola Zingaretti deve fare molto di più di quello che il Pd ha messo in campo finora, anche con la sua segreteria. Perché la verità è che il governo di Conte-Salvini-Di Maio è franato miseramente sull’economia: gli scenari da Bengodi descritti a inizio anni non esistono, tutte le stime sono state riviste al ribasso, la Quota 100 non produce lavoro, ma l’operazione di mandare in pensione alcune persone adesso sarà un ulteriore costo sul groppone delle future generazione.

Inoltre, non si è visto il meccanismo che prevedeva ingressi nel mondo del lavoro per Quota 100. Si esce soltanto, non si entra. Mentre il reddito di cittadinanza affossa l’Italia in tutti i mercati internazionali.

Non c’è alternativa alla manovra correttiva, all’aumento dell’Iva e alla patrimoniale. Salvini, Di Maio e Conte non intendono intestarsi una simile operazione da lacrime e sangue. I Cinque Stelle, terrorizzati dalla possibilità di scendere sotto il 20% alle europee, potrebbero non avere altra scelta che quella di tornare all’opposizione.

Matteo Salvini cercherà la spallata e il cambio di maggioranza. Ma potrebbe non bastare. Dipenderà pure da quanto prenderà Forza Italia di Silvio Berlusconi. Nicola Zingaretti non ha alternative perché è solo lui l’alternativa. A patto però di cambiare profondamente il Pd, anche a costo di perdere i renziani.

Tra poco più di un mese si vota alle Europee. Poi potrebbero esserci le politiche. E il “win for life” di tanti “parlamentari per caso” di un anno fa è in scadenza. In effetti l’unica variabile è questa: in tantissimi non vogliono andare a casa, consapevoli che lì resterebbero. In Parlamento potrebbero crearsi gruppi di “responsabili”. Ad ogni latitudine politica.

In realtà sarebbero soltano dei peones della poltrona.

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